Sono passati 20 anni. Molt* di noi erano lì e chi non c’era sente di esserci stat*. Genova 2001 è una dimensione dove alcun* si sentono ancora intrappolat*, altr* vi cercano i semi della liberazione, della resistenza, di quella rabbia e di quell’amore che ci muove ancora. Non ci siamo mai fermat*, abbiamo iniziato allora a gridare con forza molte delle istanze che sono oggi le nostre priorità: no alle frontiere, no al neoliberismo economico e allo sfruttamento delle “risorse“ umane, animali e ambientali.
Gay, lesbiche e trans contro il liberismo, “omosessuali e lesbiche” dedicarono il Pride di Roma proprio alla lotta contro le politiche promosse dai potenti del mondo difesi in quei giorni da uno stato fascista e dai suoi scagnozzi torturatori.
A Genova c’erano tuttu, il “movimento dei movimenti” transnazionale, intersezionale. Avevamo uno e molti piani, sono ora quegli stessi, aggiornati o rivisti, pure radicalizzati, e Genova e la morte di Carlo Giuliani e l* compagn* alla scuola Diaz e a Bolzaneto ci urlano dentro. Non è lo Stato a difenderci, noi siamo contro gli Stati e i loro confini territoriali, sociali, economici. Siamo noi che cambiamo il mondo perché è una necessità, perché ci dobbiamo vivere e lo sappiamo: non è per noi.
Siamo le fro*e, LGBTQIA+, siamo transfemministe.
Faremo del mondo la nostra casa. Lo dobbiamo a noi stess*: CI MUOVE ANCORA IL DESIDERIO.
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