lunedì 20 Maggio, h20, @ Aula Magna di S. Cristina, Piazzetta Giorgio Morandi 2 – Bologna
incontro pubblico – assemblea
PER LA REINVENZIONE DEL PUBBLICO Facciamo comune(ll)A!
Qual’è la scuola che vogliamo, quale sanità, quale welfare?
E quali forme di partecipazione?
h 19 – aperitivo social chiacchiere frescura
h 20 assemblea
h 22 – concerto del Laboratorio Sociale Afrobeat
Siamo convinte/i sostenitrici e sostenitori della A al referendum del 26 maggio sui finanziamenti alle scuole private, non in un’ottica di difesa dell’esistente.
Al contrario perché vogliamo dare corpo ed espressione all’urgente necessità di reinventare un welfare che sappia rispondere alla complessità dei bisogni sociali, che non possono essere caricati su un aumento del lavoro gratuito delle donne, delle persone disoccupate, né sul ricorso a ricette “famigliari” (condite da retoriche “familiste” che ripropongono una divisione sociale del lavoro di cura e dei ruoli di genere che ci stanno portando indietro di decenni). Sappiamo bene che ciò che sta avvenendo oggi nella scuola è già avvenuto da tempo nella sanità.
La sussidiarietà – con le sue implicazioni di clientela politica con il sistema delle cooperative e con gli enti confessionali – è il modello di governance per eccellenza dei nostri territori: finora ha prodotto esclusione sociale, precarietà e intensificazione dello sfruttamento del lavoro, standardizzazione e sterilizzazione delle conoscenze, scomposizione e svalutazione delle figure lavorative.
Vanno in questo senso anche il definanziamento di asili nido e scuole d’infanzia già in atto, e l’attuale progetto di aziendalizzazione dei servizi educativi del ciclo 0-6, attraverso un’ASP unica. Le mobilitazioni di insegnanti ed educatrici di nidi e delle scuole d’infanzia e genitori sono un segno di prezioso protagonismo sociale e politico, e pongono a tutte e tutti noi domande su cosa sia la democrazia, su dove e come si prendono le decisioni.
Se è vero che scuola, sanità e tutto il welfare non sono più “pubblici” da lungo tempo, non possiamo accettare passivamente politiche fatte in nome di un astratto interesse generale o di diktat di bilancio.
Tra la democrazia rappresentativa e la democrazia diretta, tra il pubblico e lo Stato, c’è la necessità di inventare e praticare modalità di allargamento della partecipazione ai processi decisionali, per dare risposte alle questioni che riguardano direttamente le nostre vite, la qualità del nostro lavoro e dei nostri saperi, la sperimentazione di alternativa.
Invitiamo a dialogare con noi: Comitato Articolo 33; Coordinamento precari scuola, DAS – Dipartimento autonomo dei saperi; CSI – Centro Salute Internazionale, Docenti preoccupati; Wu Ming; le lavoratrici di nidi, scuole d’infanzia e genitori in lotta contro il passaggio alla ASP
Bartleby, Laboratorio Smaschieramenti, NoA e altre plurali singolarità
Partecipa anche tu!