Il 23 novembre Antagonismogay e Laboratorio Smaschieramenti hanno partecipato a un incontro al Liceo Sabin occupato in cui si è parlato di sessualità, orientamento sessuale, sessismo, omofobia e costruizione omofoba dell’identità maschile, oltre che dell’attività politica del laboratorio e del collettivo e dell’interesezionalità delle lotte lgbitq.
Significativamente, la discussione e la riflessione che abbiamo costruito insieme ai ragazzi e alle ragazze del Sabin su questi temi e sul modo in cui essi si articolano concretamente nelle loro e nelle nostre vite ha preso una piega diametralmente opposta rispetto taglio generico, paternalista e legalitario che la ministra Gelmini ha voluto dare alla famosa “Settimana contro la violenza“, indetta annualmente nell’intento di combattere, tra le altre cose, il bullismo omofobico nelle scuole.
Infatti, la “Settimana contro la violenza” ha avuto, a livello di cornice globale, un’impostazione estremamente generica, che tendeva a depoliticizzare la questione dell’odio e del pregiudizio nei confronti delle persone gay lesbiche e trans (o nei confronti degli altri soggetti individuati come potenziali vittime di questa non ben precisata “violenza” – migranti, credenti di altre religioni, disabili ecc.) riducendola a una semplice questione di “rispetto delle regole” e di disciplina.
Fortunatamente, questo non ha impedito che al suo interno trovassero spazio, grazie alle singole associazioni che hanno partecipato al bando, anche delle iniziative valide – tuttavia questo è il messaggio che la comunicazione istituzionale del ministero ha diffuso e promosso.
In ogni caso, qualche briciola di riconoscimento istituzionale tributato alle organizzazioni lgbitq per una settimana all’anno per un paio d’anni non ci fa certo dimenticare che questo stesso governo e questa stessa ministra stanno lavorando al totale smantellamento dell’istruizione pubblica per i prossimi dieci o vent’anni almeno.
Oggi è il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza maschile contro le donne, ma in Italia sarà anche una giornata di mobilitazione contro la riforma Gelmini.
Sappiamo che solo in una scuola pubblica, laica, libera e democratica ci può essere spazio per criticare – come abbiamo fatto l’altro ieri al Sabin – la cultura patriarcale, virilista e omofoba che è alla base del sessismo e della violenza contro donne, lesbiche, gay, trans e queer. Inoltre ricordiamo che l’istruzione è uno strumento importantissimo nelle mani delle donne per opporsi e per sottrarsi alla violenza maschile in tutte le sue forme.
Per questo siamo con le studentesse e con gli studenti in lotta, e siamo noi stesse studentesse, ricercatrici, maestre, precari e precarie dell’educazione in lotta.