Video dell’intervento dal palco di Pratello R’esiste 2022
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Abbiamo optato per questa scena della Traviata Norma, che รจ un’opera teatrale di Mario Mieli perchรฉ mostra bene come il queer sia una lente di osservazione della realtร , piuttosto che una realtร a sรฉ stante distaccata dalle โquestioni serieโ, quelle da “UOMINI VERI”, poco adatte a noi frivole frocie, come la guerra. Siamo il Laboratorio Smaschieramenti, una realtร transfemminista frocia queee e trans di Bologna, autonoma e antifascista. Siamo senza spazio, attraversiamo il Pratello R’esiste e ringraziamo il Centro Sociale della Pace che ci si accolla per le nostre assemblee.
L’emergenza guerra ha messo in secondo piano tutto il resto. L’emergenza guerra trasforma le nostre vite e i diritti civili in gentili concessioni che possono essere revocate per questioni considerate piรน serie, come gli armamenti. Abbiamo giร vissuto tutto questo con il covid, altra emergenza di “guerra contro il virus”. La grande differenza tra queste due “guerre” รจ che mentre ora si investe nella guerra e nelle armi lo stesso NON si faceva nellโemergenza sanitaria.
La retorica della guerra ci chiede di schierarci in un binarismo che rifiutiamo, cosรฌ come rifiutiamo ogni altro binarismo che ci viene imposto. La Repubblica ha pubblicato un articolo sulle persone queer costrette alla guerra in Ucraina, ma lo ha inserito nella sezione moda e fashion. Le nostre vite cosรฌ diventano contemporaneamente strumenti di propaganda di guerra e accessori secondari, come se le nostre esistenze fossero una “moda passeggera”, ricalcando in fondo le convinzioni dei nogender da un lato e, purtroppo, l’intimo sentire di molta parte della sinistra eterosessuale. Non siamo una postilla nel discorso di classe, non viviamo nella terra fatata degli unicorni. Il queer รจ una lente per vedere il mondo e per vederne le contraddizioni dai margini.
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La guerra “in casa nostra” ha ulteriormente oscurato altri conflitti, come l’invasione turca del Kurdistan e quella israeliana in Palestina. Il modo in cui la cultura mainstream ha parlato e continua a parlare di questi conflitti dimostra che le “emergenze umanitarie” sono umanitarie solo quando toccano persone “vicine”, non tanto a livello geografico quanto sulla linea della razza e del colore. Questa divisione รจ prodotta da un razzismo strutturale che si materializza anche attraverso leggi, politiche e discorsi istituzionali.
L’Europa si รจ posta oggi come baluardo dell’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Facciamo pure finta per un attimo che il Mediterraneo non sia un cimitero a cielo aperto, facciamo pure finta che l’Europa non abbia un problema con il colore della pelle di chi cerca accoglienza.
Ma che cosa trovano poi le persone che arrivano nella civile Europa? L’Europa si presenta come porto sicuro per lu migranti ucraini ma non รจ un posto sicuro neanche per le soggettivitร marginalizzate che giร vivono qui. Le donne che hanno subito stupri di guerra in Polonia non possono abortire, le donne trans non possono lasciare l’Ucraina perchรฉ i documenti non corrispondono al genere scelto. Una volta giunte qui dovrebbero ricominciare da zero la propria affermazione di genere, come se la propria identitร dovesse ogni volta essere confermata da un tribunale, da un medico, dallo Stato. Il lavoro sessuale fortemente stigmatizzato lascia le persone che lo praticano in condizioni di vulnerabilitร e violenza, le sfamiglie non vengono riconosciute, l’esclusione sociale dovuta dall’impoverimento e dallo sfruttamento non ha limiti concreti, chi ha subito violenza omolesbotransfobica non ha percorsi di fuoriuscita in cui essere aiutat*.
Rifiutiamo l’arruolamento che il discorso di guerra ci impone e disertiamo. Disertiamo la guerra ma disertiamo anche il rafforzamento del patriarcato e la fascistizzazione della societร che la guerra si porta dietro. Supportiamo la comunitร transnazionale queer che lotta contro questa riaffermazione patriarcale e che รจ la prima vittima di questa guerra: non รจ previsto che noi sopravviviamo. E da che mondo รจ mondo, la sopravvivenza e la buona vita lโabbiamo strappata con rivolte e rivoluzioni.
Disertiamo oggi come disertavano le partigiane di allora
Continuiamo ad esistere resistendo la Norma eterosessuale, resitendo alla misera vita che il sistema patriarcale riserva alle donne alle frocie e alle persone trans, non binarie.
Questa resistenza la portiamo nelle strade, nelle piazze e in momenti di discussione:
Stati Genderali a Bologna 14 e 15 Maggio
Rivolta PRIDE 25 Giugno
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