Un ciclo di incontri su relazioniamicizia, altre intimità e lavoro ri/produttivo
Mercoledì 19 e 26 Ottobre e mercoledì 9 Novembre alle 19:00 al Centro Sociale della Pace, via del Pratello 53, Bologna.
Ne parleremo a partire da alcuni testi e dalle esperienze dellu partecipanti:
- Alessia (Leo) Acquistapace, Tenetevi il matrimonio e dateci la dote. Il lavoro riproduttivo nelle relazioni d’affetto, intimtià e cura oltre la coppia e la famiglia (Mimesis 2022).
- Lorenzo Petrachi, Rovine dell’amicizia. Il progetto incompiuto di Michel Foucault (Orthotes 2022).
- Renato Busarello, Diversity Management, pinkwashing aziendale e neoliberismo, in Il genere tra neoliberalismo e neofondamentalismo (a cura di F. Zappino, Ombre Corte 2016)
- Cristian Loiacono, Lavoro, affetti, flexiqueerity., in L’amore al tempo dello tsunami. Affetti, sessualità e modelli di genere in mutamento (a cura di Gaia Giuliani, Manuela Galetto, Chiara Martucci, Ombre Corte, 2014).
- Dichiarazione congiunta Stati Genderali – GKN, Molteplici corpi, generi e sessualità, un’unica classe, Settembre 2022.
Nel senso comune l’amicizia, per quanto intensa e appassionata, deve escludere l’erotismo, pena il trasformarsi in “qualcosa d’altro”, o più precisamente in “qualcosa di più”. Non era questa l’amicizia che Michel Foucault aveva in mente quando, nei primi anni ’80, diceva che ciò che turba la gente perbene non è tanto immaginare un atto sessuale fra uomini, ma che da quell’atto sessuale possano nascere alleanze, relazioni, modi di rapportarsi ancora imprevedibili: l’amicizia come stile di vita.
Nel campo della sessualità, sia essa etero- o omosessuale, il senso comune ci insegna che esiste il sesso senza amore oppure il sesso con amore, e che quando l’amore c’è ed è Vero Amore(TM) l’unico esito possibile è lo sbocciare di una coppia monogama.
L’esperienza, però, ci insegna tutt’altro.
Il Laboratorio Smaschieramenti e le reti politiche di cui ha fatto parte hanno inchiestato per anni le relazioni d’affetto, intimità, solidarietà e cura oltre la coppia e la parentela: coinquilinu, amici, amanti, relazioni senza nome, reti di supporto.
Queste relazioni non sono certo l’utopia realizzata, hanno le loro difficoltà e le loro linee d’ombra. Ma hanno anche la potenzialità di far emergere valori diversi da “Lavoro & Famiglia”?
Molti di noi fanno lavori in cui la cura, la comunicazione, i rapporti personali, la seduzione sono il cuore del lavoro, la parte del lavoro più intensamente sfruttata, perchè ci si aspetta che tu la faccia senza che sia mai nominata esplicitamente, né negoziata, né pagata.
Silvia Federici e le compagne dei Comitati per il salario al lavoro domestico negli anni ’70 denunciavano che il lavoro domestico, sessuale e di cura svolto a casa dalle mogli era il vero motore del capitalismo: nutriva e rigenerava giorno dopo giorno le energie fisiche e mentali dei mariti mettendoli in condizione di continuare a lavorare, faceva nascere bambini e li educava fin da piccoli alla disciplina necessaria nel mondo del lavoro. Anche se non siamo casalinghe, anche se non abbiamo fatto figli (ma alcunu di noi li hanno fatti) o se facciamo un tipico lavoro salariato, il nostro lavoro di cura verso le persone che ci sono vicine, chiunque esse siano, è ciò che le tiene in vita e che rigenera la loro capacità di lavorare giorno dopo giorno; è ciò che ci rende felici ma a volte anche esaust3, che supplisce alle mancanze dei servizi pubblici e alla brutalità dello sfruttamento e della precarietà.
In tutto questo lavoro d’amore ci sono potenzialità di sovversione? Ci sono modi di svolgerlo che, invece di riprodurre il tipo di soggetto di cui il capitalismo ha bisogno, riproducono qualcosa di diverso e inspettato?
Siamo in grado di immaginare delle strutture (giuridiche, sociali, economiche, culturali) che permettano a tuttu di prendersi cura delle persone care, chiunque esse siano,senza presupporre che l’unica relazione valida sia la coppia, etero- o omosessuale? E come lottare per ottenerle? Come arrivare al riconoscimento di tutte le forme di relazione e delle sfamiglie oltre il matrimonio egualitario?
Escuse dalla riproduzione sociale come froce, siamo spesso iperincluse come froce proprio nel lavoro, anche se la condizione prevalente è, all’opposto, quella dell’invisibilizzazione delle persone queer: come tenere insieme questi due aspetti e sottrarli al controllo capitalista e alle sue strategie di diversity e inclusione?
Per resistere alla crisi, pensiamo alle pratiche di mutuo supporto morale e materiale sviluppate fra coinquilinu, amici, cugini, condomini, vicini di casa o compagnu di collettivo/associazione durante la pandemia e oltre. In che rapporto stanno, o dovrebbero stare, queste pratiche di cura e di supporto e quelle fornite dallo stato o da altre istituzioni pubbliche?
E ancora: che rapporto c’è fra queste pratiche sociali e affettive e le forme di organizzazione politica delle lotte anticapitaliste e antipatriarcali che vogliamo organizzare?
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