




A cura di Queers for Palestine Bologna, sabato 21 giugno al DAS torna il festival Queer Cinema for Palestine.
Otto nuovi cortometraggi del festival queercinemaforpalestine, con proiezioni in tutto il mondo durante il mese del pride, nato per contrastare la strategia di Israele di rappresentarsi come difensore dei diritti lgbitqia+ per nascondere la brutalità del suo progetto coloniale e genocida contro il popolo Palestinese. Un dibattito con collettivo Qumi e Giovani palestinesi Bologna. Musica, banchetti e benefit per la resistenza palestinese.
Il Rivolta Pride non ha nessun tipo di sponsor, rifiuta il rainbow-washing di aziende, Stati e istituzioni e lotta per una liberazione collettiva che sia per tuttə. Perciò… LINK per donanzioni: Gofundme
L’8 giugno si rinnova il memorandum d’intesa che dal 2005 assicura la cooperazione militare con Israele su tecnologia, brevetti e sicurezza.
Non vogliamo essere complici con chi attacca ospedali, impedisce la distribuzione di beni o la organizza come trappola per sparare su civili inermi usando la fame come arma!
Le prese di posizione di alcune istituzioni europee di fronte all’evidenza del genocidio in corso a Gaza sono ancora troppo deboli.
CHIEDIAMO
▪️L’annullamento del Memorandum di intesa militare con israele
▪️L’attuazione dei mandati d’arresto nei confronti di Netanyahu e Gallant
▪️Il blocco di ogni fornitura militare all’esercito israeliano
▪️Sanzioni diplomatiche ed economiche immediate contro Israele
▪️Un impegno concreto del governo per ottenere la fine immediata del crudele blocco imposto da Israele a Gaza.
▪️No all’ingiusto processo ad Anan Yaeesh e agli altri partigiani palestinesi arrestati in Italia. Solidarietà alla resistenza palestinese!
Unisciti alla piazza!
Fermiamo il genocidio!
Dal 5 all’8 giugno in Piazza Nettuno dalle 18 alle 20.
La violenza contro le persone LGBTQIA+ non si arresta.
A Roma un gruppo di 10 ragazzi ha pestato tre ragazze trans fuori da un locale. Il video dell’aggressione è online. Le immagini agghiaccianti del pestaggio sconvolgono la comunità trans di tutta italia e anche quella bolognese. Nella nostra città intanto due uomini gay sono stati uccisi a coltellate nel loro appartamento in bolognina, un’uccisione efferata sulla quale le autorità stanno facendo chiarezza.
Nel clima di minaccia e violenza contro le persone LGBTQIA+ che cresce nel nostro paese, rifiutiamo di sentirci vulnerabili, al contrario rispondiamo unite e con rabbia.
Martedì 3 giugno ore 19.00 in Piazza Verdi – corteo
Rivolta pride, Mit, Cassero, Gruppo Trans, Smaschieramenti, Freeks, Mala Educación, Non Una di Meno, PLUS
La risposta alla nostra lettera aperta sull’assemblea del 29 Marzo al Mario Mieli di Roma
La Giornata del 17 maggio contro l’omolesbobitransfobia ha finalmente superato una soglia di
politicizzazione: da momento in cui froce e istituzioni si riunivano un solo giorno all’anno per
celebrare le differenze e denunciare le discriminazioni, si è trasformata in una giornata di lotta e
rivendicazione. Dieci anni fa accadeva lo stesso al 25 novembre, poi all’8 marzo, grazie alla spinta
dal basso e alla forza di Non Una Di Meno. Accade ora nella comunità LGBTQIA+ in nome della
rabbia, dell’insubordinazione, della richiesta di unità, giustizia e radicalità che rispondono a una
deriva patriarcale, anti-gender, post-fascista, securitaria, sovranista, militarista, razzista, colonialista
e islamofobica strettamente connessa agli aspetti intrinsecamente autoritari del neoliberismo che,
per quanto evidenti da sempre agli occhi di noi soggettività marginalizzate, in questa fase di crisi
vengono messe in primo piano e brutalmente esasperate.
Oggi più che mai è necessario coltivare e rafforzare una capacità collettiva di autorganizzazione e di
autonomia politica all’altezza della resistenza che le nostre comunità reclamano a gran voce almeno
dalle mobilitazioni attorno al DLL Zan e poi con Stati Genderali. Riconosciamo nel percorso – vale
a dire, per il momento, nell’unica assemblea del 29 marzo – promosso da La Strada dei Diritti in
vista dell’organizzazione della piazza romana del 17 maggio un tentativo di muoversi in quella
direzione. L’abbiamo attraversato e lo attraversiamo, sostendolo nella sua parzialità, così come
appoggiamo e aderiamo a ogni iniziativa di lotta lanciata in questi giorni – dal corteo del 18 di Rete
Trans Queer a Roma, a quelli di Napoli e Palermo, da cortei antifa di Milano e La Spezia, a quelli
che lo stesso 17 maggio ricorderanno la Nakba del popolo palestinese.
Rispondiamo – positivamente – alla manifestazione romana del 17 organizzando a Bologna, come
Rivolta Pride, un corteo transfemminista queer gemellato e convergente con quello dei Giovani
Palestinesi perché riteniamo che sia necessario, per comporre e ricomporre intersezionalmente le
lotte, partire dai territori e prendere in carico le istanze di tutte le soggettività in lotta attraverso
modalità partecipative, orizzontali e democratiche. Per noi, è l’unico modo di evitare che le nostre
lotte comuni vengano strumentalizzate a discapito di alcune di noi, ed è quindi l’unico modo
immaginabile per creare una piattaforma realmente condivisa di resistenza queer. Lo hanno detto
bene nella loro lettera lə compagnə del Cassero e lo ribadiamo, un mese dopo, riconoscendo e
salutando con favore l’avanzamento politico e lo scarto d’analisi prodotto da La Strada dei Diritti
dopo (e forse in risposta a) quella lettera. Infatti, nello stupore generale, la chiamata del 17 si
rivolgeva inizialmente a tutti i movimenti senza menzionare il DDL Sicurezza, la battaglia
referendaria sulla cittadinanza e sul lavoro, la resistenza palestinese e il rifiuto del riarmo,
condizioni necessarie e non negoziabili per “definire dei minimi comuni denominatori” con chi,
questa volta senza nessuno stupore, a quella chiamata non ha voluto rispondere. A oggi, tutto questo
è stato incluso – quantomeno nominalmente – nel posizionamento politico de La Strada dei Diritti, e
noi non possiamo che felicitarcene.
Allora avanti, compagnə! Non è più il momento delle parole, seppur faticosamente condivise
durante la fase di Stati Genderali: come ha sottolineato nella sua lettera Porpora Marcasciano,
cogliendo l’immediatezza della risposta internazionale agli attacchi alle persone trans* in USA e
UK, è tempo di prontezza, di azione e di lotta. Sarebbe utile ripartire da una call nazioAnale non
tanto per costruire un lessico comune, che apparentemente già abbiamo, e forse neanche tanto per
discutere dei contenuti, ma per costruire e mettere in atto le condizioni di una mobilitazione che
potrà dirsi collettiva e unitaria soltanto se sarà al contempo partecipata, aperta, decentralizzata e
ricettiva alle istanze di chiunque attraversi i vari Pride – e anche, magari, di chi da quei Pride non si
è mai, o più, sentitə né compresə né accoltə, e che non possiamo abbandonare alla frustrazione e alla rassegnazione senza rischiare di finirci dentro anche noi.
Noi ci siamo, c’eravamo, ci saremo!
Save the date: 17 maggio a Bologna scendiamo in piazza contro gli attacchi di questo governo alle vite delle persone lgbitqia+ ma soprattuto trans, in simultanea con Roma e altre città. Il corteo convergerà con il corteo per la Palestina, perchè il Rivolta Pride di Bologna è da sempre nella lotta per la Palestina libera e contro il pink washing di Israele. A breve più info.
Martedì 15 aprile / h 18
Libreria delle donne di Bologna
via San Felice 16/A
𝗦𝗔𝗟𝗔𝗥𝗜𝗢 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗟𝗘𝗦𝗕𝗜𝗖𝗛𝗘
𝗟’𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗪𝗮𝗴𝗲𝘀 𝗗𝘂𝗲 𝗟𝗲𝘀𝗯𝗶𝗮𝗻𝘀/𝗤𝘂𝗲𝗲𝗿 𝗦𝘁𝗿𝗶𝗸𝗲
Asterisco edizioni