QUEERS for Palestine – 10.11.23 @ HEX

Evento al Circlo Hex a cura del Laboratorio Smaschieramenti, 10 novembre 2023 h 18:30

(english below)

Si moltiplicano gli attacchi alle comunità queer che si posizionano contro l’occupazione, l’apartheid e il genocidio, contro il governo isr43li4no. La retorica è sempre la stessa, la conosciamo bene, ci dicono che difendiamo un popolo, quello p4lestin3se, definito “omofobo” di contro all’unica democrazia in medio oriente che rispetta i diritti lgbtqiap+.

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Queering home: lavoro di cura e riproduzione sociale nelle s/famiglie queer – intervento @PLAT

Il 3 Novembre abbiamo partecipato all’iniziativa di PLAT “La casa, un incrocio di lotte”

il nostro intervento – Queering home: lavoro di cura e riproduzione sociale nelle s/famiglie queer –

Quando si parla di diritto alla casa difficilmente si adotta una prospettiva femminista e transfemminista queer, dissolta nell’elaborazione generalista: da questo punto di vista, rivendicare il diritto universale ad avere una casa significa avere l’opportunità di sottrarsi a possibili casi di violenza domestica, di matrice sessista o queerfobica, significa avere la possibilità di allontanarsi da un contesto di origine che può farci sentire strett* (come tant* di noi terron* hanno fatto scegliendo di trasferirsi qui, dove le reti sociali sono più ampie e solide) o che ci obbliga a doverci nascondere, significa avere più margine di autonomia e autodeterminazione. Continua a leggere

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28 Ottobre in Piazza a Roma e a Bologna: siamo ovunque contro genocidio e violenza! BDS!

Oggi 28 Ottobre siamo ovunque.

Siamo a Roma per denunciare il genocidio che Isr43l3 sta perpetrando ai danni del popolo p4l3stinese. Noi sappiamo da che parte stare, dove siamo sempre stat* dai tempi di #queerforpeace o fin dall’inizio. Denunciamo con forza i governi occidentali complici dell’apartheid e di questa vendetta, questa pulizia etnica a cui stiamo assistendo con rabbia, con dolore, con sorellanza. Vogliamo dirlo: lottiamo contro il #pinkwashing e il #rainbowashing di Isr43l3 e non accettiamo l’utilizzo strumentale dell’esistenza di noi persone lgbtqiap+ per appioppare certificati di civiltà, infatti non c’è luogo sulla terra in cui non veniamo discriminat*, uccis* per quello che siamo, la misoginia e l’omolesbobitransfobia sono ovunque, e ovunque siamo noi, con le nostre resistenze intrecciate.

Ma c’è una particolare violenza che invece riguarda una parte del mondo soltanto, si chiama colonialismo, si chiama sfruttamento di terre e popolazioni, si chiama uccidere e lasciar morire (pensiamo ai confini del mare, un grande cimitero a difesa della fortezza europa), si chiama rubare la terra e annichilire chi vi abita per sostituirl* con un sistema economico capitalista basato sul fossile e sulla distruzione del pianeta per i profitti di poch*. Un sistema che non arretra di fronte alle più gravi violazioni di diritti umani, al peggiore razzismo, che uccide tutt* indiscriminatamente e che colpisce particolarmente quelle minoranze che sono ostacoli alla narrazione degli aggressori. Sì perché ci raccontano da tempo, mentre bombardano, che lo fanno per il bene, per il progresso, per la democrazia…

E noi che siamo minoranza lo sappiamo da sempre: tutto questo è menzogna. Raccontata a reti unificate, spinta dai peggiori magnati della comunicazione, una menzogna.

Non in nostro nome!

Siamo unit* contro la violenza oggi anche a Bologna, dopo un anno di governo fascista che segue a decenni di inettitudine generale: nessun passo avanti per i diritti delle persone lgbtqiap+, Nemmeno per quell* più ricch* – figuriamoci per chi è precari*, migrante, razzializzat*, chi vive con disabilità, chi non partecipa della scarsa resitribuzione di un sistema di privilegi che si sta stringendo sempre di più. Non possiamo lamentarci di #rainbowashing da parte di questo governo, poiché siamo piuttosto un target di politiche d’odio nei nostri confronti in tutti i settori: dalla scuola, alla salute, alla comunicazione, al mondo del lavoro. Dove non sono implementate politiche “contro” si lascia piuttosto il mondo come sta: e sta MALE. Certo, continua il washing delle multinazionali, perché il capitale non ferma la sua estrazione di ricchezza e restiamo, volenti o nolenti, dei consumatori. E ci appelliamo alle coscienze delle altre frocie: basta complicità con un sistema che distribuisce briciole di benessere a poch* a discapito di tutt*.

Stiamo creando nuovi strumenti, anche legislativi, per permetterci di non vivere un’esistenza ad ostacoli, vogliamo vivere bene, meritiamo di vivere in pace, tutt*.

Siamo ovunque perché ovunque abbiamo tanto da dire:

basta al genocidio, basta allo sfruttamento, basta violenza. Diciamo basta ai “signori della guerra”, a partire da quelli che siedono sui banchi di questo governo, su quelli europei e occidentali:

#BOYCOTT #DISINVESTMENT #Sanction #BDS

Vi boicottiamo, disinvestiamo e vi sanzioniamo

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MANIFESTAZIONE NAZIONALE A BOLOGNA: CORTEO SABATO 28 OTTOBRE – ORARI E INFO LOGISTICHE –

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A BOLOGNA: CORTEO SABATO 28 OTTOBRE
– ORARI E INFO LOGISTICHE –
Ⓐ CONCENTRAMENTO: Piazza dell’Unità ore 15.00
 ➞ passaggio del corteo vicino a Piazza XX settembre: punto di ingresso accessibile
Ⓑ Via Indipendenza
Ⓒ Via Dei Mille
Ⓓ Piazza dei Martiti
Ⓔ Via Marconi
Ⓕ Piazza Malpighi
Ⓖ ARRIVO: Piazza San Francesco: qui si terranno gli interventi dalle 18.00 fino alle 20.00 circa.
 Il giorno dopo, 29 ottobre, è inoltre prevista l’assemblea nazionale di Stati Genderali (a breve info dettagliate e ODG).
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Raccolta fondi per la manifestazione del 28.10 a Bologna!

Abbiamo bisogno del tuo aiuto!

👉https://www.produzionidalbasso.com/project/le-nostre-vite-valgono-unit-contro-la-violenza-di-stato-manifestazione-nazionale-bologna-28-ottobre-2023/

🩵Fai una donazione per sostenere la manifestazione in modo che sia più aperta, accessibile e attraversabile per tuttə.

Non abbiamo sponsor, siamo noi le nostrə sponsor

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28 e 29 ottobre – Manifestazione e assemblea nazionale degli Stati Genderali

A Bologna mobilitazione nazionale con corteo il 28 ottobre ed assemblea nazionale il 29 ottobre. Per info e adesioni scrivere a lenostrevitevalgono[punto]sg@gmail.com – in fondo la lista delle adesioni in aggiornamento – sui social di Stati Genderali, le info aggiornate sul corteo e l’assemblea.

Al grido “Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato”, le realtà e le persone lgbtqiapk+ e disabili riunite negli Stati Genderali, invitano tuttə a scendere in piazza il 28 ottobre a Bologna in una mobilitazione nazionale contro gli attacchi di questo governo a tutte le persone che non rientrano nella loro idea di famiglia mamma-papà-bambino e di sessualità etero, monogama e morigerata. Dagli attacchi alle famiglie con due madri o due padri, alla propaganda “anti-gender”, questa violenza istituzionale legittima e fomenta le oppressioni che già subiamo nella vita di tutti i giorni, e si traduce sempre più spesso in violenza verbale e fisica. Continua a leggere

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Il 22 Ottobre saremo in piazza a fianco del popolo Palestinese

Il 22 Ottobre scendiamo in piazza insieme ai giovani p4l3stinesi di Bologna per chiedere il cessate il fuoco, la fine della rappresaglia israeliana sui civili di Gaza e dell’occupazione illegittima dei territori. 
Saremo in piazza per esprimere la nostra vicinanza alle attiviste lesbiche, femministe e frocie p4l3stinesi, con le quali più volte abbiamo collaborato fin dai tempi della missione di diplomazia dal basso “Queer for peace”
Scendiamo in piazza insieme alla società civile di mezzo mondo che in questi giorni non si è fermata nemmeno di fronte al divieto di manifestazione in USA, Francia, Germania, insieme alla sinistra israeliana e addirittura ai parenti delle vittime degli attacchi di Hamas che chiedono la fine dei bombardamenti e dicono “basta” al drammatico spargimento di sangue. Rivendichiamo il diritto a manifestare in Europa e nel mondo, chiediamo il rilascio immediato dell’attivista palestinese Mariam Abou Daqqua a Marsiglia, e riteniamo che la messa al bando delle iniziative pro-Palestina e addirittura dell’espressione artistica e letteraria di scrittrici palestinesi che sta avvenendo in molti paesi europei sia estremamente ingiusta e pericolosa.

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Coming Out Day con PLUS

Partecipiamo all’evento di PLUS APS “Coming Out Day – Soggettività desideranti”

Ci hanno chiesto di condividere un coming out “collettivo” e questo è quello che ci è venuto in mente, mettere a nudo la realtà tragicomica di stare in assemblea online/offline!

  • Ciao ame
  • ciao
  • A: Chi siamo?
  • B: Noi e poi c’è X online
  • C: Anche Y ha chiesto di fare online,ha detto che si è rotta un’unghia e non se la sente di uscire
  • B: Anche Z è online, è la prima volta che partecipa
  • A: Ok, a me non funziona discord però
  • C: Vabbè telefoniamo
  • A: A tutte?
  • C: sì abbiamo tre telefoni, poi li mettiamo vicini così si sentono
  • A: sembra una seduta spiritica così ma ok
  • B: chi prende il report?
  • A: io però non ho il computer, lo scrivo a mano e poi domani lo trascrivo e ve lo mando
  • C: Cos’abbiamo in odg?
  • B: Abbiamo un odg abbastanza snello: dobbiamo solo parlare dell’ultima assemblea di Rivolta, dell’ultima asse Stati Genderali, della prossima di Rivolta tenendo presente cosa è stato detto in Stati Genderali, della prossima di Stati Genderali tenendo presente quello che sarà stato detto in Rivolta, poi dobbiamo sistemare le ultime cosine per la manifestazione del 28 ottobre, tipo dobbiamo decidere il percorso, cosa fare per il palco, l’ordine degli interventi, ah dobbiamo scrivere un intervento, pubblicare tutte le informazioni, fare le grafiche… cosine così
  • A: ma non sono cose che deve fare rivolta o stati genderali? 
  • B: Be sì chiaro ma intanto portiamo delle idee alle prossime assemblee 
  • A: giusto
  • B: poi ci hanno invitate alla presentazione di un libro, è un libro sull’impatto di Foucault sulla popolazione delle suore… La presentazione è dopodomani a Messina, ho detto di sì perché mi sembra ci sia tutto il tempo, sono solo 750 pagine 
  • A: scusa, per il report, c’era un punto o una virgola dopo “Messina”?
  • B: Un punto e virgola
  • C: ah poi ci hanno chiesto di scrivere un pezzo per un altro libro sulla questione delle sfamiglie, la scadenza è questo fine settimana e dobbiamo scrivere minimo 300 pagine, ho detto di sì perché anche per questo c’è tempo
  • A: ah poi dobbiamo decidere cosa dire al coming out day, quello è urgente, siamo letteralmente già lì
  • B: ah giusto, magari partiamo da questo
  • C: scusate, io intanto ordino del cibo, qualcunu vuole qualcosa?
  • B: comunque abbiamo tempo no? Ci hanno detto che abbiamo 45 minuti giusto?
  • A: No no 5 minuti
  • B: aaah ok, va bene, allora magari sì partiamo da questo
  • C: cosa vogliamo dire?
  • B: Raccontiamo un po’ cos’è il laboratorio smaschieramenti e cosa stiamo facendo in questo periodo? Tipo “Nato da un’iniziativa di Antagonismogay nella primavera del 2008 e dalla necessità di lasciarsi interpellare dal separatismo strategico della grande manifestazione contro la violenza maschile sulle donne del 25 novembre 2007, il laboratorio Smaschieramenti nasce inizialmente come spazio di discussione e riflessione sul desiderio (del) maschile.”
  • C: perché sai a memoria quello che c’è scritto sul blog parola per parola? 
  • A: magari qualcos’altro? Qual è il nostro desiderio? Che coming out vogliamo portare?
  • C: Ma soprattutto: cosa direbbe Foucault di questa ingiunzione a confessare tutto,a scoprire e dire tutta la verità su di sé,la propria sessualità,il proprio desiderio?
  • B: Magari parliamo delle realtà che attraversiamo? Rivolta, Stati Genderali… e perché lo facciamo? Magari dire che vogliamo superare la falsa dicotomia tra movimenti dal basso e istituzionali perché nei fatti nel tempo questa distanza ha solo depotenziato le lotte e soprattutto di fronte all’analisi di realtà col governo neofascista che abbiamo non possiamo permetterci di avere le associazioni come nemico?
  • C: Posso dire una cosa?
  • A: Sì però va sottolineato che non è un “volemose bene” ma sono processi anche molto conflittuali e difficili da tenere insieme
  • C: volevo dire che…
  • A: ma quindi per parlare di smaschie parliamo di rivolta e stati genderali? 
  • B’ Be sì abbiamo la tendenza a “scioglierci” nei percorsi di cui facciamo parte…forse il nostro desiderio in questo momento è smettere di proteggere il nostro piccolo gruppuscolo e la sua identità e “scioglierci” in un movimento più ampio, che dia respiro a un desiderio più grande, di un mondo e una vita diversi?
  • C: Va bene dai, chi scrive questo intervento allora?
  • A: Mah,non credo sia necessario, l’abbiamo già fatto
  • C: dovremmo farlo più spesso, è più comodo così, meno sbatte
  • B: ok dai allora abbiamo finito
  • A: ma ci restano ancora 17 punti all’odg
  • B: vabbè dai quelli li sciogliamo in chat, tanto sono solo cose organizzative, poi ci vediamo comunque per le altre assemblee, questa settimana ne abbiamo 23, se serve ci vediamo prima e parliamo
  • C: questa cosa non ha mai funzionato nella storia
  • B: vabbè ma stavolta vedrai che lo facciamo davvero
  • va bene ame, ciao
  • ciao
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Con la Spezzona Criticona Pride Off

È ormai chiaro il bisogno di confronto, partecipazione e soprattutto politicizzazione degli spazi dei pride – ci sono luoghi però dove questo bisogno non solo non viene ascoltato, ma viene respinto con prepotenza.

Rimini è uno di questi luoghi, noi eravamo lì con le persone e attivist* che animano le lotte in città in modo intersezionale, così come la cultura antifascista, antirazzista, antiabilista, anticapitalista, ambientalista, antispecista e transfemminista.

La gestione “blindata” di cortei così importanti e visibili come i pride è una modalità che deve necessariamente essere superata per fare spazio invece all’allargamento del consenso e delle azioni/strategie di resistenza al neofascismo di questo governo. Non solo, siamo chiamat* ad esprimere le alternative che fino ad ora abbiamo vissuto e creato, perché un altro mondo è possibile.

La sede riminese di Arcigay ha dimostrato di non avere rispetto e riconoscimento della politica in sé, scavalcata dalla volontà di creare eventi neutri, innocui per il diletto del turismo eteronormato.

Ma a noi la città vetrina non ci abbaglia, ci vediamo ancora benissimo e siamo convint* che dentro l’associazione debba partire una riflessione su cosa e chi pensano di rappresentare, mentre spingono ai margini le minoranze, mettendo in prima linea corpi gay, cis, bianchi, abili e benestanti a provocare e ad agire violenza.

Arcigay Rimini e l’organizzazione del Rimini Summer Pride dovranno prendersi la responsabilità di essersi sottratt* sistematicamente al dialogo per poi aver creato ad hoc una situazione pericolosa per l’incolumità di tutt*.

Quando auspichiamo la costruzione di reti, assemblee aperte non ci dimentichiamo che non tutti i territori vivono le condizioni per il dialogo. Queste condizioni devono essere create, o resteremo un “tema” dei partiti che fino ad ora ben poco hanno fatto per i diritti delle persone LGBTQIAP+ e razzializzate.

Dove non è possibile continueremo a supportare le esperienze transfemministe che si impegnano per una lettura critica e non pacificata della realtà che ci circonda.

Siamo criticon*, sì, del Pride che si definisce “il più romantico d’Italia”, perché dal “romanticismo” alle botte purtroppo il passo è sempre troppo breve, e noi che lottiamo contro la violenza di genere e dei generi da molti anni lo sappiamo bene.

Un abbraccio all* compagn* che hanno saputo gestire in modo safer una situazione di aperta ostilità per permettere a tutt* di intervenire, ballare, rivoluzionare.

Ci vediamo sabato 9 settembre 2023 a Rimini e invitiamo tutt* le favolosità resistenti a portare il proprio sostegno alla Bicicheccata e a PrideOff Rimini.

Laboratorio Smaschieramenti

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Sulla violenza al Toscana Pride – la violenza istituzionale riguarda tuttu

Gli episodi di violenza avvenuti al Pride di Firenze ci dicono molto dell’attacco politico nei confronti della nostra comunità e di come i pride siano ancora oggi, e forse come non mai, occasione di espressione e di rivendicazione di questa conflittualità.

L’inquadramento e lo sfruttamento del nostro lavoro politico ed economico nella (contro)partita dei diritti civili ha favorito l’inasprirsi e il legittimarsi di una violenza non più mascherabile da operazioni di pinkwashing istituzionale e capitalista. Eppure, in questo momento di grave disgregazione, neutralizzazione e repressione dei movimenti sociali, i pride rimagono tra i momenti di lotta e di rivolta più partecipati e significativi, a dimostrazione del radicamento di questa forma di espressione e rivendicazione alla realtà conflittuale in cui le vite delle soggettività LGBTQIA+ si situano, ben al di là del conflitto che istanze politiche altre giocano sulla nostra pelle e attraverso i nostri stessi pride.

Questo ci carica di grandi responsabilità politiche nell’aprire spazi di orgoglio e autodeterminazione per la nostra comunità, nel costruire percorsi di condivisione e convergenza tra tutte le diverse componenti del movimento in una forma che unisca al conflitto (anche interno), la cura. Cura che questo spazio politico sia attraversato da tuttu in autonomia, che la sua gestione e la possibilità di un suo attraversamento non venga garantita da un patrocinio comunale o addirittura lasciata alla polizia, ma costruita collettivamente. Cura e riconoscimento dei bisogni specifici così come delle risorse reciproche, che vuol dire messa in discussione della logica dei servizi privati e delle concessioni isitutizionali così come del privilegio di chi non ne ha bisogno.

Da anni a Bologna stiamo facendo questo percorso che ha portato alla ripoliticizzazione del Pride e alla formazione di una assemblea cittadina aperta ed orizzontale che include singol* e realtà organizzate, associazioni e collettiv* in un percorso, quello del Rivolta Pride, che tende ad essere non meramente antagonista, ma contro egemonico rispetto agli standard neoliberali che si sono affermati in quasi tutti i contesti locali.

Ripoliticizzare vuol dire rimettere in discussione cosa è il pride, chi lo fa, come e perché, renderlo una manifestazione politica della comunità e del movimento nelle sue sfacettature e differenze. Costruire un’assemblea cittadina vuol dire dotare il territorio di uno spazio permanente lgbt+ e queer di confronto, elaborazione politica, intersezione delle lotte e mobilitazione, anche oltre la sola organizzazione dello stesso momento Pride. Tutto ciò non è evidentemente (ancora) avvenuto a Firenze e questo ha portato alla debolezza ed esposizione del corteo all’intrusione poliziesca.

Condanniamo fermamente la violenta repressione ai danni di una componente critica del pride, assieme a chi ad essa inneggia e la esalta e difende.

Siamo al fianco di chi è statu aggreditu e di tutta la comunità che ha vissuto con sconcerto la dinamica che si è creata. Invitiamo tutte le realtà fiorentine a reagire e a fare fronte comune: in una fase storica come questa, con il governo delle destre, l’assenza o insignificanza delle opposizioni parlamentari e sociali, abbiamo la responsabilità di superare le contrapposizioni interne al movimento e fare dei pride, e di tutte le manifestazioni politiche, dei momenti di resistenza e di avazamento delle nostre istanze e della loro connessione con altre lotte. Siamo sicure che le tante componenti critiche che si sono manifestate anche sabato scorso sapranno parlarsi e connettersi perché la violenza istituzionale ci riguarda tutt*.

#toscanapride

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