cAnale telegram Rete Transfemminista Queer

OTTIME NOTIZIE!

ABBIAMO UN cAnale telegramrete transfemminista queer telegram logo

La rete transfemminista queer è un’assemblea aperta attraversata da collettivi, associazioni e persone frocie trans lesbiche bi intersex INDECOROSE. Siamo prosex, e contro ogni stigma e violenza basata sul colore della pelle, disabilità, stato sierologico, classe sociale, relazione di cura.

Perché un cAnale? Per contagiare e hackerare la virtualità con la materia: corpi, fluidi e lati croccanti. Informiamo su iniziative&riflessioni&lotte TFQ.

Come funziona? Leggi, condividi, commenta. Ma… lascia fuori tutto l’eteropatriarcato con cui ci hanno diseducato. Costruiamo un safer space dove il conflitto non è abuso, dove l’abuso viene affrontato e annientato. Le questioni che ci riguardano sono delicate&potenti: impariamo a resistere insieme.

Contatti rete transfemminista queer : contactfq at inventati.org

 

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SPIAZZAT* – come stiamo nello spazio? Evento il 27 marzo

????BSide Pride invita a partecipare a un evento all’aperto per ri-discutere di ????????????????????????????????, ???????? ???????????????????? ???????? ???????????????????????? ???????????????????????????????????????? ???????????????????? ???????????????????????? ???????????????????????????????? ???????? ???????????????????? ???????????????????? ????????????????????????????????.

Sentiamo la necessità di ripartire da qui, per ???????????????????????????????????????????? ????????????????????????????????̀ ???????????????????? ???????? ???????????????????? ???????????????????????????? ???? ???????????? ????’????????????????????????????????????????????????????????????????????.

✊Ci sarebbero molte questioni prioritarie in questo momento: ????????????????????????????????????????, ????????????????????????, ???????????????????? ???????????????? ???????????????????????????????? ???????? ???? ???????????? ???????????????????????? ???? ????????????????????????????????????̀ ???????? ????????????????????.

????Proponiamo di riprendere le fila, un passo per volta, a partire ???????????????????? ???????????????????????????????? ???????????? ???????????????????????????????? ???????????????????? ????????????????????????????????????̀ ????????????’???????????????????? ????????????????????, ???????????????????? ???????????????????????????????? ???????? ???????????????????? ???????????????????? ???????????? ????????????????????????????????????????, ???????????????????? ???????????????????????????????? ???????? ???????????????????????????????????????????? ???????????? ???????????????????????????? ???????????????????????????????????? ???????????????? ???????????????????????????? ???????????????????????????????????????????????????? ???? ????????????????????????.

Parliamo insieme a partire dai limiti oggettivi e soggettivi, dalle paure e dai bisogni e desideri di lotta comune, di sapere collettivo e di salute.

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Importante! Porta e indossa la tua mascherina, mantieni la distanza necessaria a farci sentire tutt* al sicuro!

La manifestazione è autorizzata, ci si può spostare con autocertificazione, selezionando “Altro” tra i motivi dello spostamento e specificando “Partecipazione a manifestazione autorizzata”. Dove? Via Di Saliceto 5 (Parco della Zucca) Bologna.

 

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Sciopero dai generi: per un 8M transfemminista queer

Sciopero dai generi: per un 8M transfemminista queer

Il Documento della Rete NazioAnale TFQ

(mail: contactfq@inventati.org)

Da anni i movimenti transfemministi hanno portato alla luce la questione dello Sciopero dai generi. Questa formulazione ci sembra efficace poiché affronta diversi livelli di sfruttamento/esclusione/marginalizzazione.

Perché?

Perché vogliamo combattere contro l’imposizione binaristica dei generi, maschile e femminile, con tutti i ruoli annessi, asimmetrici e discriminatori. Vogliamo essere liber* di autodeterminare la nostra identità di genere, la nostra sessualità, i nostri corpi e desideri senza imposizioni, strutture o violenza medica e psichiatrica!

Con le nostre stesse esperienze di vita scardiniamo questo binario “M o F”, ci rifiutiamo di percorrerlo e contribuiamo alla liberazione di tuttu dalle imposizioni e dalle condizioni di minorità a cui tuttu siamo sottopost*, in modi diversi e intersezionali. La nostra lotta è contro l’eterocispatriarcato, è ribaltamento dalla norma cisgender che questo sistema continua ad imporre in una perpetua pratica di riproduzione del capitalismo e dello sfruttamento sulla linea del genere e della razzializzazione.

Dal punto di vista del lavoro riproduttivo e produttivo anche noi partecipiamo al fenomeno della femminilizzazione: sul lavoro (precario/sfruttato/malamente salariato) viviamo la sussunzione e strumentalizzazione capitalista dell’identità queer. Vediamo come sempre di più una serie di caratteristiche e stereotipi che ci riguardano vengano messe al lavoro. Le grandi multinazionali si vantano delle iniziative di inclusività e “diversity management”, utilizzando l’immagine dell'”apertura alle persone LGBTQIA+” per aumentare i propri guadagni, guadagni che poi non sono redistribuiti attraverso il reddito. Lanciano poi campagne di sensibilizzazione che spesso ci restituiscono immagini altrettanto stereotipate di noi stessu, cioè ci riducono all’immagine simbolo della “coppia gay unita civilmente” che lavora e alla “normalità”, decretando l’ennesima mistificazione ed esclusione delle persone trans, delle lesbiche e delle frocie. Tutto questo è aggravato dalla corsa ad ostacoli per ottenere i “pezzi di carta” indispensabili per accedere a lavoro e servizi: permessi di soggiorno, status di rifugiatu, una carta di identità con il nome e il “sesso” che scegliamo, una tessera sanitaria o un certificato di licenza media/elementare/diploma/laurea.

Svolgiamo inoltre lavoro riproduttivo gratuito quando siamo costrettu al sorriso, al trucco e parrucco, quando subiamo molestie o micro-violenze, quando finiamo per diventare le/i/* confidenti delle/dei colleghi eterocis che ci considerano figure “neutre” nei luoghi di lavoro, quando siamo fortunat*! Quando il lavoro di cura ce lo facciamo pagare come sexworker, veniamo criminalizzat* e stigmatizzat*, noi diciamo basta: #strikefordecrim! – il lavoro sessuale è lavoro, scioperare per decriminalizzare!

Come soggettività femminilizzate siamo impegnat* a decostruire gli stereotipi che riguardano la “cura”. Questo livello è fondamentale proprio oggi, durante l’emergenza pandemica. Perciò lo sciopero dai generi significa anche scioperare, da un lato, dalla visione proposta dalle istituzioni di gestione della cura nel contesto pandemico come verticale, paternalistica e, dall’altro lato, dalla “cura” naturalizzata come “caratteristica femminile”, quindi ancora in modo stereotipato, come accudimento remissivo, per affermare che cura è anche conflitto! Riteniamo fondamentale quindi dare valore alle nostre analisi e pratiche di prevenzione e autogestione della salute che recuperiamo dalle consultorie e dall’attivismo impegnato nella lotta all’HIV/AIDS.

La nostra lotta contro il binarismo del genere riguarda anche l’idea di scuola. Non riconoscere la dimensione della riproduzione sociale tra le funzioni della scuola, concentrandosi sulle funzioni di “servizio”, non permette di comprendere come l’alternativa alla scuola resti esclusivamente la famiglia, una delle istituzioni che da sempre riconosciamo come sede della violenza di e del genere. La visione della scuola come mero welfare è pericolosa perché finisce per considerare la scuola come erogatrice di un “servizio” e le “famiglie” e studenti come “utenti”. Una visione del genere è molto vicina a quella dei comitati NOGENDER, che ritengono sia diritto dei genitori influire sull’offerta didattica, in particolare per ostacolare e sabotare qualsiasi progetto di educazione alla sessualità, affettività, e genere. Allo stesso tempo la visione della scuola come didattica pura dimentica la dimensione del lavoro riproduttivo o di cura (lavoro affettivo, relazionale) pagato che in essa si svolge, come se questo avesse meno dignità del lavoro didattico-educativo. È questa visione che porta ad illudersi che anche la DAD sia scuola, mentre non è altro che una nuova incarnazione delle multinazionali, che trasformano l’educazione in mera informazione. Il nostro sciopero dai generi coinvolge la dimensione scolastica perché vogliamo negare la riproduzione sociale istituzionale dell’etoronorma sulla base del genere, della classe, dell’abilità, della razzializzazione.

Abbiamo bisogno e desiderio di socialità frocia, a fronte del confinamento in case troppo spesso luoghi di violenza misogina e omolesbobitransfobica. Lo sciopero dai generi è quotidiano e per organizzarci vogliamo spazi: consultorie, case rifugio, centri culturali, luoghi dove dare vita a forme di mutualismo, parentele altre e una socialità lontana dalle logiche di mercato e dalle forme di controllo. Invece i nostri spazi continuano a chiudere, a causa della crisi e ancora di più a causa della repressione, spacciate per austerità e senso del decoro, che molt* compagn* stanno pagando a caro prezzo. Per questo invitiamo a partecipare ai crowdfunding organizzati per sostenere le spese legali degli spazi transfemministi e femministi, luoghi essenziali per il contrasto alla violenza sistemica.

Lo sciopero è essenziale mentre il genere come dispositivo di controllo sociale, economico, politico e culturale… NO! Ci uniamo all’8 Marzo transfrontaliero con la forza della dissidenza sessuale, perché la rivoluzione sarà transfemminista o non sarà!

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Annullato l’evento in presenza su Sciopero dai Generi – invito a produrre brevi video

L’evento in presenza è annullato: la curva dei contagi si sta drammaticamente alzando e allo stesso tempo viviamo la contradditorietà dei provvedimenti di contenimento del virus.

Mentre chiudono gli spazi di discussione e confronto restano aperte le attività produttive tutte, dai centri commerciali alle fabbriche (ma non le scuole). In tutti questi luoghi, così come dietro le mura domestiche, continuano a consumarsi la violenza di genere e dei generi. La gestione della pandemia limita la libertà personale e ci riduce a consumator*/produttor*/riproduttor*, oppure ci lascia in totale stato di abbandono e isolamento quando svolgiamo sexwork o viviamo condizioni di marginalità, nei centri di accoglienza, nelle RSA o semplicemente nelle strade che non sono per noi tuttu MAI state sicure. 

A un anno dall’inizio della pandemia rifiutiamo la definizione di questa terza ondata come un’emergenza e la proiezione  di tutto il portato della responsabilità sociale sulle/su singol* individu*. Nel contesto della pandemia qualsiasi spazio di discussione pubblica viene annullato o sgomberato. Riteniamo fondamentale continuare ad aprire spazi di confronto sulla salute intesa anche come benessere sociale, così come per la lotta alla violenza sistemica maschile, di genere e dei generi. Per questo ribadiamo l’essenzialità dello sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo, e ci prepariamo ad elaborare strategie per praticarlo anche quest’anno. 

Non possiamo rimandare la lotta all’eteropatriarcato fino alla fine della pandemia Covid. 

Stay tuned…

Avevamo in programma un rituale per abbattere il patriarcato… non possiamo farlo ma vi invitiamo a pubblicare sull’evento

Lo sciopero è essenziale… i generi no! Sciopero dai generi verso l’8M

i contenuti che avreste voluto

sentire/vedere/toccare/annusare/intuire

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Lo Sciopero è essenziale… i generi no! Sciopero dai generi verso l’8M – evento 28.02.21

Piazza dell’Unità a Bologna Domenica 28.02.2021 dalle 14:00

????Il capitalismo realizza profitto sui nostri sorrisi, sui nostri culi, sulle nostre paillettes? L’8 marzo scioperiamo!????

????h. 14 Parliamo di spazi: dopo Atlantide e Consultoria TFQ, la Mala Consilia, Elastico, il Laboratorio L’Isola non si contano gli spazi transfemministi che ci sono stati tolti, ma non va meglio in altre città. Condividiamo prospettive di lotta con MagniFica di Firenze, Lucha y Siesta di Roma, Limonaia Zona Rosa di Pisa.

????h. 15 Organizziamo lo sciopero dei/dai generi: l’8 marzo è tutti i giorni, rendiamo visibili le esperienze che non vogliono più riprodurre i generi binari imposti e che si sottraggono allo sfruttamento differenziale di tutti i generi.

????Banchetti+ distro!
Distribuiamo saperi indipendenti, risorse e pratiche di mutualismo con: Pane, Pailettes e Connessione di B -side Pride; Non Una di meno, OUTLAWS, Indecoradio, Lab Smaschieramenti, Mujeres Libres, Ombre Rosse, MIT Movimento Identità Trans, Laboratorio L’Isola (+ upcoming!)

????Centri raccolta Mutualismo: porta computer e cellulari dismessi per la redistribuzione PPC! Raccoglieremo danari in sostegno alle donne trans rinchiuse nel carcere di Reggio Emilia (iniziativa del MIT)

????????????Siamo froce, trans, migranti, puttane, lesbiche, femministe e transfemministe furiose, precarie, terrone e domenica 28 febbraio vogliamo incontrarci in Piazza dell’Unità dalle h.14 per pensare, discutere, organizzare assieme lo sciopero dai generi dell’8 marzo e per affermare la necessità collettiva di spazi femministi e transfemministi per organizzare le lotte e il mutualismo queer ????????????

????️ A un anno dall’inizio della pandemia ci troviamo ancora obbligate a produrre e riprodurre il nostro genere secondo un modello binario, eteronormato e patriarcale, perché sia accettabile socialmente in un sistema in cui uscire dalle norme del “maschile” o del “femminile” ci riduce alla marginalizzazione sociale ed economica. Ancor di più quando sui nostri corpi si riversa lo stigma per il colore della pelle, per la nostra provenienza, per il nostro aspetto, per il nostro stato sierologico, per il tipo di lavoro che svogliamo, per il tipo di “diversità” che rappresentiamo. Ci si aspetta che tutto questo lavoro sia gratuito, spontaneo e piacevole in quanto espressione “naturale” della nostra personalità, ma non è così.
La realtà è che queste norme invisibilizzano e naturalizzano le violenze e lo sfruttamento che subiamo come frocie, come donne, come trans* e non binarie. Con questa crisi, la crescente precarietà, la mancanza di reddito, l’impossibilità di gestire il nostro tempo ci espongono ancora di più alla violenza di/del genere, impedendoci di autodeterminarci e di ribellarci ai modelli di vita imposti

La condizione pandemica, e le restrizioni che ha comportato, hanno peggiorato ulteriormente e reso più visibili le condizioni materiali di vita delle persone queer e delle donne, a Bologna come in tanti altri posti molti spazi di socialità e autorganizzazione transfemministi sono stati costretti a chiudere o sono stati invasi dalle forze del (dis)ordine, come nel gravissimo caso di identificazione delle donne del centro antiviolenza di Lucha Y Siesta.
Siamo consapevoli della sensibilità di questo momento di pandemia ed allo stesso tempo sappiamo che la violenza di genere e la violenza maschile sulle donne non sono un’eccezione o un’emergenza del momento, ma il prodotto del patriarcato che ha una storia millenaria.

⚧️Lo sciopero riguarda ogni soggettività in modo diverso: il binarismo e la violenza sistemica agiscono sulle persone trans e intersex ad ogni livello dell’esistenza, nei percorsi di migrazione, nella ricerca di un lavoro e di risorse materiali per la propria autodeterminazione, nella medicalizzazione o psichiatrizzazione forzata; agiscono sulle donne che vedono ancora naturalizzato il lavoro riproduttivo e di cura, che lavorano in regime di sfruttamento o gratuitamente e che sono costrette a lasciare il lavoro, in una società che le disegna come madri naturali e che poi le costringe a licenziarsi per avere la possibilità di vedere lu figliu; agiscono sulle e sui sexworker criminalizzat* che si trovano in uno stato di esclusione da ogni forma di aiuto istituzionale, con ricadute ancor più gravi durante la pandemia; agiscono sulle soggettività gay e lesbiche che subiscono le politiche di diversity management, che vivono ancora la violenza omolesbobitransfobica in un contesto culturale e politico che nulla fa per contrastarla, agiscono sulle maschilità e femminilità non egemoniche che lottano per costruire altre forme di intimità e relazione….

????????????A partire dal ripensamento delle pratiche di lotta femminista e transfemminista che abbiamo elaborato in questi mesi di pandemia, di fronte alla necessità e urgenza della cura collettiva e responsabile, sentiamo l’urgenza di costruire per il prossimo 8 marzo un nuovo sciopero femminista e transfemminista, dei generi e dai generi, della produzione, della riproduzione e dal consumo. L’8 marzo scioperiamo contro l’eterosessualità obbligatoria, contro lo sfruttamento del nostro lavoro produttivo e riproduttivo, contro l’intensificazione della violenza patriarcale, contro i regimi razzisti e di sfruttamento della mobilità! Rivendichiamo il diritto al lavoro sessuale: autorganizzato, autogestito e libero dallo sfruttamento, dai confini e dalle ordinanze repressive che perpetuano la violenza e lo stigma sulle nostre vite. Vogliamo il superamento di performance di genere obbligatorie e normalizzate che aumentano i profitti a discapito dei nostri bisogni e desideri. Vogliamo il reddito di autodeterminazione e SPAZI per autorganizzare la nostra lotta, la nostra vita, la nostra salute e i nostri desideri.

????‍♀️????????Streghe della magia oscura, millepiedi dalle cento zampe, rane psichedeliche e scorpione velenose, scheletri nell’armadio, orchesse affamate, cyborg rottamati, diavolesse kinky, mistresses stressatu: è tempo di evocare la fine del capitalismo eterocispatriarcale e di iniziare a cospirare per il mondo che vogliamo!

Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!

❤️‍????… e se lo sciopero è essenziale… i generi, no. Grazie.

Liber* di transitare tra generi e confini
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Manifesto per lo sciopero essenziale dell’8 marzo

Siamo le donne che sono essenziali per la guarigione dalla pandemia del mondo intero. Facciamo un lavoro essenziale eppure ci troviamo in condizioni miserabili: il nostro lavoro è sottopagato e sottovalutato; siamo sovraccariche di lavoro o senza lavoro; siamo costrette a vivere in luoghi sovraffollati e a rinnovare continuamente i nostri permessi di soggiorno. Affrontiamo una lotta quotidiana contro la violenza maschile, a casa e sul posto di lavoro. Siamo stufe di queste condizioni di violenza e sfruttamento e ci rifiutiamo di rimanere in silenzio! Abbiamo iniziato ad organizzarci in una rete che collega donne in lotta, migranti e lavoratrici dell’Europa centrale, orientale e occidentale: si tratta di Essential Autonomous Struggles Transnational (E.A.S.T.). L’8 marzo chiamiamo tutti coloro che lottano contro la violenza capitalista, patriarcale e razzista ad unirsi al nostro sciopero!

L’8 marzo scioperiamo contro lo sfruttamento del nostro lavoro produttivo e riproduttivo. Con il nostro lavoro essenziale come infermiere, addette alle pulizie, insegnanti, lavoratrici dei negozi di alimentari, lavoratrici stagionali o impiegate nel settore logistico, lavoratrici domestiche pagate e non, impiegate nella cura di bambini, anziani e malati, siamo noi che teniamo a galla la società. Specialmente con scuole e asili chiusi, il peso della cura dei bambini e del lavoro domestico è sulle nostre spalle. Durante la pandemia molte di noi hanno perso il lavoro, anche perché a casa avevamo bambini da accudire e lavoro domestico da fare. Il nostro lavoro è essenziale, a casa e nei luoghi di lavoro, eppure è costantemente squalificato.

L’8 marzo scioperiamo contro l’intensificazione della violenza patriarcale! I governi nazionali stanno usando la pandemia come un’occasione per rafforzare la presa del patriarcato: in Polonia, con il tentativo di limitare ulteriormente la libertà di aborto; in Turchia, con la proposta di ritirarsi dalla convenzione di Istanbul; in Ungheria, con le restrizioni dei diritti delle persone transgender e un’agenda anti-LGBTQ. Mentre ci è stato detto di “stare a casa, al sicuro”, molte e molti di noi non hanno affatto una casa. E per molte altre le loro case sono tutto tranne che uno spazio sicuro, perché vivono con partner violenti, lottando contro la violenza domestica aumentata durante il lockdown. Un attacco diretto è stato sferrato per farci rimanere nel ruolo di serve della società, subordinate in casa e sfruttate nel mondo esterno.

L’8 marzo scioperiamo contro i regimi razzisti e di sfruttamento della mobilità! Come lavoratrici e lavoratori migranti dell’Europa dell’Est, impiegati nei lavori di cura e stagionali, ci è stato “permesso” di raggiungere i paesi occidentali per svolgere qui il lavoro essenziale, ma abbiamo dovuto farlo a nostro rischio e pericolo, senza protezioni o sicurezza sociale. Il nostro lavoro sostiene l’assistenza – sanitaria e non – in Europa Occidentale, mentre a Est i sistemi sanitari stanno crollando sulle spalle dei lavoratori sovraccarichi di lavoro e sotto-equipaggiati. Donne e uomini migranti e rifugiati all’interno e all’esterno dell’UE vengono lasciati in dormitori sovraffollati, o nei campi, o a lavorare in ambienti non sicuri, mentre viene loro negato il diritto agli stessi aiuti economici che vengono dati alle popolazioni locali. Nella mappa ineguale dell’Europa, i migranti stanno pagando il prezzo più alto della pandemia, come di solito pagano il prezzo più alto dello sfruttamento.

Ci rifiutiamo di essere considerate essenziali solo per essere sfruttate ed oppresse! Ispirate dalle lotte precedenti e in corso, ci basiamo sulle esperienze dello sciopero globale delle donne, dello sciopero delle donne polacche e delle lotte femministe in Argentina per il diritto all’aborto. Guardiamo alle proteste e agli scioperi delle infermiere, dei medici, di chi lavora con minori, dei lavoratori e delle lavoratrici stagionali o impiegati nella logistica in Bulgaria, Georgia, Austria, Romania, Regno Unito, Spagna, Italia, Germania e Francia. Impariamo dalla lotta contro la legge rumena che vieta la discussione sul “genere” nell’istruzione, dalle mobilitazioni transnazionali dei migranti e dalle manifestazioni di Black Lives Matter. Partendo da queste esperienze collettive di lotta, e dal loro potere di sfidare lo status quo, chiamiamo donne, lavoratrici, migranti e persone LGBTQI+ a unirsi a noi in uno sciopero essenziale l’8 marzo. Il nostro sciopero mira a ribaltare le attuali condizioni della nostra oppressione e a rivendicare la nostra voce nella fase di ricostruzione. Con il nostro sciopero avanziamo le seguenti richieste:

Libertà dalla violenza patriarcale in tutte le sue forme! Noi vediamo la violenza contro le donne non come un evento isolato, ma come una parte dell’intero sistema patriarcale che vuole imporci un determinato posto nella società. Ci rifiutiamo di sopportare il peso del lavoro essenziale che ci viene imposto attraverso la violenza e le molestie. Ci opponiamo agli attacchi dei governi ultraconservatori e chiediamo aborto e contraccezione sicuri, legali e gratuiti in ogni paese. Chiediamo la fine immediata degli attacchi politici contro le comunità LGBTQI+.

Salari più alti per tutte, tutti e tuttu! La nostra lotta femminista sui salari non è semplicemente contro il gender-gap, ma contro le condizioni capitalistiche che producono e riproducono tante altre gerarchie salariali tra sessi, secondo il colore della pelle, tra regioni geografiche e tra nazionalità. Mentre i ricchi hanno cercato la pandemia come un’opportunità per accumulare più ricchezza, noi siamo rimaste indietro a sopportare il peso dell’austerità. Basta! Non rivendichiamo semplicemente la parità salariale, ma salari più alti per tutte e tutti! Esigiamo la redistribuzione transnazionale della ricchezza! Cominciamo a riprenderci ciò che è nostro!

Un welfare transnazionale ben finanziato e inclusivo! Rifiutiamo i piani di ricostruzione che continuano a scaricare sulle donne e sui migranti i costi di decenni di tagli al welfare. Vogliamo creare connessioni transnazionali tra le lotte per il welfare, gli aiuti e la sicurezza sociale. Anche se i sistemi di welfare sono diversi da paese a paese, si basano tutti sulla divisione sessuale e razzista del lavoro e sulle differenze salariali che creano gerarchie tra donne di diverse nazionalità. Noi vogliamo trasformare queste gerarchie in una lotta comune contro l’organizzazione patriarcale del welfare a livello transnazionale!

Permesso di soggiorno europeo incondizionato per ogni persona migrante, rifugiata e richiedente asilo! Rifiutiamo il modo in cui i governi e i padroni ricattano le persone migranti imponendo impossibili requisiti economici e istituzionali necessari per ottenere e rinnovare i permessi di soggiorno. Questo costringe le persone migranti, specialmente se non provenienti dalla zona EU, a condizioni di lavoro altrimenti inaccettabili.

Un alloggio sicuro e migliore per tutte, tutti e tuttu! Già da marzo 2020, versavamo in una profonda crisi abitativa. Nel corso della pandemia le nostre case sono diventate ancora più politicizzate al di là della nostra volontà e del nostro consenso! Esigiamo un alloggio adeguato ed economicamente accessibile per tutte, libero dal sovraffollamento e da condizioni precarie! Chiediamo sistemazioni abitative per le persone che hanno subito violenza domestica!

Con il nostro sciopero essenziale vogliamo dimostrare che le nostre vite e le nostre lotte sono essenziali! Per questo, dobbiamo unire le nostre forze al di là delle frontiere. L’8 marzo vogliamo chiamare tutte, tuttu e tutti a unirsi per rendere visibile la forza del lavoro essenziale e usarla come arma per imporre le nostre condizioni per la ricostruzione post-pandemia!

Chiediamo a tutte, tuttu e tutti di organizzare scioperi dentro e fuori dai luoghi di lavoro, manifestazioni, marce, assemblee, flashmob, azioni simboliche, pañuelazos, ruidazos! Spingiamo i sindacati a sostenere lo sciopero delle donne! Immaginiamo insieme i modi per rendere visibili le nostre diverse lotte e collegarle attraverso le frontiere.

Il nostro lavoro è essenziale, la nostra vita è essenziale, il nostro sciopero è essenziale!

Chiamiamo tutte le donne, le persone migranti e lavoratrici che condividono le nostre posizioni e le nostre richieste ad unirsi a noi per un’assemblea pubblica il 21 febbraio dove discuteremo gli orizzonti del nostro sciopero essenziale!

Invitiamo tutte, tuttu e tutti coloro che si identificano con questo manifesto a firmarlo, condividerlo o tradurlo nella propria lingua affinché possa raggiungere più persone possibili!

Firma qui: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe54jfiPrI-dlGN9a_D9b30tVlZuL9Q7nPp5cs3RJv-tWIevw/viewform

Per contattarci:

Facebook: EAST – Essential Autonomous Struggles Transnational

Email: essentialstruggles@gmail.com

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report tavolo Scuola rete NazioAnale TFQ

Il 7 e 8 novembre la rete nazioanale tfq, nata nel contesto di Marciona2020 durante la prima fase pandemica, ha deciso di convocarsi come rete dopo l’esperienza del Coordinamento Pride tfq della scorsa estate, che ha costituito l’avvio di un percorso politico collettivo transterritoriale nazioanale attraversato da singol*, realtà organizzate, collettivi e altre reti territoriali.
Durante l’assemblea si sono tenuti diversi tavoli di discussione e tra questi un focus sulla questione Scuola, ora più che mai al centro del dibattito pubblico. Abbiamo scelto di condividere le riflessioni emerse considerata l’urgenza dell’argomento e della presa di parola transfemminista queer.

TAVOLO SCUOLA

Il tavolo scuola ha decostruito le retoriche sull’istruzione come campo “neutro” o come “servizio” identificando la sua funzione di riproduzione sociale istituzionalizzata. Abbiamo riflettuto su cosa significhi questo proprio ora nel contesto pandemico e in regime di didattica a distanza, sia dal punto di vista della “cura” che dal punto di vista delle tecnologie. Questo ci ha permesso di smascherare le iniziative “dall’alto” su genere e parità e allo stesso tempo affinare le nostre strategie per contrastare binarismo di genere, razzismo classismo nell’educazione. Sono emerse proposte operative che ci porteranno a continuare questa discussione in modo più allargato.

a) Scuola e lavoro riproduttivo: l’educazione è (anche) lavoro riproduttivo? Welfare? Lavoro di cura? Lavoro e basta? Quale è il rapporto/conflitto tra le lotte per il diritto all’istruzione e le lotte delle soggettività femminilizzate messe al lavoro dal sistema educativo?

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ASSEMBLEA BSIDE PRIDE 5/12/2020 ORE 16:00

Evento online

https://discord.gg/jzC53QGR

Sabato 5/12/20 ore 16:00

Assemblea pubblica della rete transfemminista queer BSide Pride.
A partire dalle importanti giornate che abbiamo vissuto insieme nelle ultime settimane, dalla piazza #TDOR, a #NonUnaDiMeno, al 1 Dicembre #HIVisible, , supporto alla Consultoria de #LaMalaEducacion, il festival di cinema trans #Divergenti e le discussioni su #migrazione e #transizione… e dal bisogno di connettere i nostri bisogni e desideri, di dare spazio e visibilità a chi è spesso invisibilizzatu… TADAAAAAAAAN!
Finalmente l’assemblea che tuttu aspettavano!
Odg:
-l’esperienza trans e la migrazione
-mutualismo: Pane Paillettes e Connessione (a che punto siamo?)
-la Rete NazioAnale (eh sì! è nata! E mò ne parliamo un po’…)
Non mancare!
eng.
Transfeminist Queer Public Assembly of BSide Pride Network.
We shared many important events these last weeks, TDOR, Non Una Di Meno, December 1st HIVisible, trans film festival Divergenti and an online discussion on migration and transition… starting from our needs and desires in order to make space for the people who is often invisibilized… TADAAAAAAAN!
Finally the assembly we were waiting for!
Themes:
-trans experience and migration
-mutualism through the project Pane Paillettes e Connessione (what’s the deal?)
-NatioAnal Network (yes! it’s born and now let’s talk about it a little bit…)
TRANSLATION AVAILABLE IN English, Arabic. Please contact us through the facebook page for more INFO!

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TDOR Transgender Day Of Remembrance a Bologna

Quest’anno il TDoR (Transgender Day of Remembrance) verrà commemorato durante una pandemia che ci ha trovat* impreparat* e che ha accentuato le distorsioni del sistema in cui siamo immers*. Sistema che obbliga i lavoratori e le lavoratrici ad anteporre la priorità della produzione alla sicurezza sanitaria. Con l’emergenza Covid le disuguaglianze sociali si sono acuite e accentuate, portando all’isolamento sociale e all’esclusione dai sostegni al reddito oltre che dalle possibilità di incontro, scambio e mutuo aiuto.

La violenza di genere contro le persone trans non è cessata. L’Italia è sempre al primo posto nelle classifiche europee per il numero di donne trans uccise dalla violenza sistemica di genere. È una violenza intrisa di transfobia, misoginia, razzismo.

La violenza è sistemica e il TdOR si pone in continuità con la giornata internazionale contro la violenza di genere del 25 Novembre, nella prospettiva transfemminista che Non Una Di Meno da anni porta nelle strade e nelle piazze.

Per questi motivi chiamiamo in piazza la comunità trans tutta e i/le su* alleat*, non solo per commemorare le vittime, ma per avere un momento assembleare dove poter parlare insieme dei bisogni materiali della nostra comunità e mettere in rete le azioni concrete di mutualismo che diverse associazioni e collettivi della città stanno mettendo in atto. Durante l’assemblea sarà dato modo a tutt* di poter dare il proprio intervento. Come organizzatrici vi chiediamo di preparare interventi che mettano in risalto i bisogni concreti e le azioni mutualistiche che vorreste proporre o che già state realizzando. Crediamo che il TDoR sia l’occasione per la comunità T* di rompere l’isolamento forzato dalla pandemia di questi mesi e per dare risposte concrete, oltre al denunciare la violenza patriarcale che non solo ci uccide ma che impedisce di avere pari diritti e dignità.

In piazza sarà possibile contribuire alla raccolta alimentare lanciata dal MIT la raccolta di pc e tablet per persone LGBTIQ+ lanciata da B-Side Pride.

Inoltre come organizzatori vi chiediamo di contribuire alla raccolta fondi per le compagne trans detenute presso il carcere di Reggio Emilia. Sarà possibile donare direttamente all’evento.

L’appuntamento è per sabato 21 novembre 2020 alle ore 16.30 in piazza dell’Unità (zona Bolognina) a Bologna.

Saranno predisposte tutte le misure per il distanziamento fisico per prevenire il contagio covid e sarà richiesto l’uso della mascherina.

Organizzatori
MIT
BSIDE PRIDE
CASSERO LGBT CENTER
LAB SMASCHIERAMENTI
UNILGBT
LA MALA EDUCATION
MUJERES LIBRES
ELASTICO FA/ART
OMBRE ROSSE
Per adesioni scrivete a info@mit-italia.it

Evento facebook qui

 

Pubblicato in eventi, General, Trans | Contrassegnato , | Commenti disabilitati su TDOR Transgender Day Of Remembrance a Bologna

Assemblea Rete nazioAnale TFQ // 7&8 Nov 2020

La pandemia globale da coronavirus e la crisi economica che ha generato hanno mostrato le vulnerabilità e l’interdipendenza dei corpi, dei territori, delle specie e delle popolazioni. È necessario costruire reti di mutualismo a favore delle comunità di chi ha subito maggiormente le conseguenze della crisi. La ricaduta delle misure di sicurezza e igiene pubblica, infatti, è stata fortemente asimmetrica e ha segnato ancora di più le gerarchie e le divisioni neoliberali di classe, di razza, di genere e di sessualità. Come lesbiche, frocie, bisex, persone trans, intersex, asessualx, madrx, femministe e transfemministe queer abbiamo sempre lottato mettendo al centro la riproduzione sociale e mai come in questo momento è emersa la sua rilevanza rispetto alla produzione. Tuttavia, nonostante la centralità della salute degli individui nel discorso pubblico, il diktat della produzione, dell’estrazione e del profitto si è imposto sulla cura, che ora come non mai si dimostra terreno di lotta politica.

Già nel contesto del percorso Marciona 2020 avevamo affrontato questi temi, dando priorità alla presa di parola queer nello spazio pubblico attraverso la critica alla forma “Pride” mainstream. Dopo l’inizio della pandemia, ci siamo riunit* in diverse assemblee trans-territoriali e ne abbiamo evidenziato le ricadute sulla materialità delle vite queer, punto di partenza imprescindibile per costruire le nostre pratiche.

Abbiamo agito secondo un principio di autoresponsabilizzazione collettiva per il contenimento del contagio e di autogestione critica del distanziamento fisico, scegliendo di porre al centro il mutualismo. Agire mutualismo e solidarietà queer, oltre che rispondere alla necessità materiale di scambiare risorse, cibo, denaro, ha una forte valenza politica: rendere visibili forme di relazioni “altre”, reti di affetto e sociali non familistiche e non di sangue.

Infine, siamo finalmente sces* in piazza numeros*, da Milano a Bologna, Torino, Rimini, Firenze, Bergamo, Messina, Roma, Genova, dando vita ad un Coordinamento Pride transfemminista queer, in una cornice comune (https://marciona.noblogs.org/…/verso-un-pride…/). Queste le nostre rivendicazioni: la lotta alla violenza di genere e dei generi e allo stigma che colpisce sex worker e persone sieropositive, per la depatologizzazione delle transizioni e delle vite trans e non binarie, in solidarietà con il movimento Black Lives Matter e con tutte le resistenze queer, femministe, antirazziste, anticolonialiste, antispeciste, antifasciste globali.

La discriminazione non è un fatto meramente culturale, produce disuguaglianza sociale e materiale, per questo chiediamo reddito di autodeterminazione e accesso a salute, casa, istruzione per ognun*: per transitare fuori dai vincoli famigliari, patriarcali e omosociali. A partire da questa lettura della violenza strutturale e eteropatriarcale abbiamo preso parola anche sulle proposte legislative a contrasto dell’omolesbobitransfobia.

Abbiamo scelto di convocarci tutt* per due giorni come nuova rete transfemminista queer per confrontarci sul percorso compiuto fino ad ora e rilanciare la nostra iniziativa politica.

Questi due giorni saranno strutturati online.

PROGRAMMA:

Sabato 7 Novembre 2020: WORKSHOP E TAVOLI TEMATICI

I tavoli sono organizzati in modalità World Cafè e saranno accessibili online: ogni tavolo è composto da sottogruppi, all’interno dei quali una persona volontaria terrà un resoconto e si occuperà della gestione della trasmissione online. Un’altra persona coordinerà la discussione proponendo alcune domande inerenti al tema del sottogruppo. Ogni partecipante può muoversi tra i sottogruppi per contribuire alla discussione. Alla conclusione, verranno messi a confronto i resoconti di ciascun sottogruppo per elaborare una sintesi da presentare in plenaria la domenica.

**** 10:00 Presentazione e benvenuto
https://vc.autistici.org/ReteNazioAnaleTFQ

**** 10:30-13:30
1. Tavolo SCUOLA
https://vc.autistici.org/TavoloScuola
2. Tavolo MUTUALISMO https://vc.autistici.org/TavoloMutualismo

**** 13-14 PAUSA

**** 14:30-17:30
1. Tavolo SALUTE
https://vc.autistici.org/TavoloSalute
a. Salute mentale
b. Salute trans e accesso agli ormoni
c. Consenso e COVID
d. Accesso alla Salute riproduttiva e non riproduttiva (MTS, HIV, Aborto)

2. WORKSHOP Riot porn by abrACABlab
>Il workshop sarà diviso in due:
– Quanti occhi ci guardano?: autodifesa urbana contro i dispositivi di sorveglianza (online o in presenza)
– Autoproduzione di sex toys vegan con tutto quello che abbiamo già a casa (online)
https://vc.autistici.org/WSRiotporn

****16-19
1. Tavolo Metodo e comunicazione
https://vc.autistici.org/TavoloMetodoComunicazione
a. Strumenti di comunicazione interna
b. Strumenti comunicazione verso l’esterno e grafica
c. Autodifesa digitale (Torino)

Domenica 8 Novembre 2020: assemblea plenaria

**** h11
Autoformazione Mumble https://vc.autistici.org/mediamarci

**** h15
Plenaria (Mumble)
http://farma.cisti.org

ODG
> Restituzione e confronto sui workshop di sabato
> Condivisione di pratiche locali e nazioanali
> Transfemministe queer in piazza: come prendiamo parola e agiamo nello spazio pubblico?

Evento FB

credits AthenA https://www.facebook.com/athenaoxcrew/

 

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