Il 7 giugno interveniamo al Simposio Carcere e Giustizie organizzato dal Circolo Anarchico Berneri.
Centro Sociale della Pace, Via del Pratello 53, Bologna
Organizzato da Comuni Mappe e Circolo Anarchico Berneri
Programma: Continua a leggere
Il 7 giugno interveniamo al Simposio Carcere e Giustizie organizzato dal Circolo Anarchico Berneri.
Centro Sociale della Pace, Via del Pratello 53, Bologna
Organizzato da Comuni Mappe e Circolo Anarchico Berneri
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La risposta alla nostra lettera aperta sull’assemblea del 29 Marzo al Mario Mieli di Roma
La Giornata del 17 maggio contro l’omolesbobitransfobia ha finalmente superato una soglia di
politicizzazione: da momento in cui froce e istituzioni si riunivano un solo giorno all’anno per
celebrare le differenze e denunciare le discriminazioni, si è trasformata in una giornata di lotta e
rivendicazione. Dieci anni fa accadeva lo stesso al 25 novembre, poi all’8 marzo, grazie alla spinta
dal basso e alla forza di Non Una Di Meno. Accade ora nella comunità LGBTQIA+ in nome della
rabbia, dell’insubordinazione, della richiesta di unità, giustizia e radicalità che rispondono a una
deriva patriarcale, anti-gender, post-fascista, securitaria, sovranista, militarista, razzista, colonialista
e islamofobica strettamente connessa agli aspetti intrinsecamente autoritari del neoliberismo che,
per quanto evidenti da sempre agli occhi di noi soggettività marginalizzate, in questa fase di crisi
vengono messe in primo piano e brutalmente esasperate.
Oggi più che mai è necessario coltivare e rafforzare una capacità collettiva di autorganizzazione e di
autonomia politica all’altezza della resistenza che le nostre comunità reclamano a gran voce almeno
dalle mobilitazioni attorno al DLL Zan e poi con Stati Genderali. Riconosciamo nel percorso – vale
a dire, per il momento, nell’unica assemblea del 29 marzo – promosso da La Strada dei Diritti in
vista dell’organizzazione della piazza romana del 17 maggio un tentativo di muoversi in quella
direzione. L’abbiamo attraversato e lo attraversiamo, sostendolo nella sua parzialità, così come
appoggiamo e aderiamo a ogni iniziativa di lotta lanciata in questi giorni – dal corteo del 18 di Rete
Trans Queer a Roma, a quelli di Napoli e Palermo, da cortei antifa di Milano e La Spezia, a quelli
che lo stesso 17 maggio ricorderanno la Nakba del popolo palestinese.
Rispondiamo – positivamente – alla manifestazione romana del 17 organizzando a Bologna, come
Rivolta Pride, un corteo transfemminista queer gemellato e convergente con quello dei Giovani
Palestinesi perché riteniamo che sia necessario, per comporre e ricomporre intersezionalmente le
lotte, partire dai territori e prendere in carico le istanze di tutte le soggettività in lotta attraverso
modalità partecipative, orizzontali e democratiche. Per noi, è l’unico modo di evitare che le nostre
lotte comuni vengano strumentalizzate a discapito di alcune di noi, ed è quindi l’unico modo
immaginabile per creare una piattaforma realmente condivisa di resistenza queer. Lo hanno detto
bene nella loro lettera lə compagnə del Cassero e lo ribadiamo, un mese dopo, riconoscendo e
salutando con favore l’avanzamento politico e lo scarto d’analisi prodotto da La Strada dei Diritti
dopo (e forse in risposta a) quella lettera. Infatti, nello stupore generale, la chiamata del 17 si
rivolgeva inizialmente a tutti i movimenti senza menzionare il DDL Sicurezza, la battaglia
referendaria sulla cittadinanza e sul lavoro, la resistenza palestinese e il rifiuto del riarmo,
condizioni necessarie e non negoziabili per “definire dei minimi comuni denominatori” con chi,
questa volta senza nessuno stupore, a quella chiamata non ha voluto rispondere. A oggi, tutto questo
è stato incluso – quantomeno nominalmente – nel posizionamento politico de La Strada dei Diritti, e
noi non possiamo che felicitarcene.
Allora avanti, compagnə! Non è più il momento delle parole, seppur faticosamente condivise
durante la fase di Stati Genderali: come ha sottolineato nella sua lettera Porpora Marcasciano,
cogliendo l’immediatezza della risposta internazionale agli attacchi alle persone trans* in USA e
UK, è tempo di prontezza, di azione e di lotta. Sarebbe utile ripartire da una call nazioAnale non
tanto per costruire un lessico comune, che apparentemente già abbiamo, e forse neanche tanto per
discutere dei contenuti, ma per costruire e mettere in atto le condizioni di una mobilitazione che
potrà dirsi collettiva e unitaria soltanto se sarà al contempo partecipata, aperta, decentralizzata e
ricettiva alle istanze di chiunque attraversi i vari Pride – e anche, magari, di chi da quei Pride non si
è mai, o più, sentitə né compresə né accoltə, e che non possiamo abbandonare alla frustrazione e alla rassegnazione senza rischiare di finirci dentro anche noi.
Noi ci siamo, c’eravamo, ci saremo!

Save the date: 17 maggio a Bologna scendiamo in piazza contro gli attacchi di questo governo alle vite delle persone lgbitqia+ ma soprattuto trans, in simultanea con Roma e altre città. Il corteo convergerà con il corteo per la Palestina, perchè il Rivolta Pride di Bologna è da sempre nella lotta per la Palestina libera e contro il pink washing di Israele. A breve più info.
Martedì 15 aprile / h 18
Libreria delle donne di Bologna
via San Felice 16/A
𝗦𝗔𝗟𝗔𝗥𝗜𝗢 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗟𝗘𝗦𝗕𝗜𝗖𝗛𝗘
𝗟’𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗪𝗮𝗴𝗲𝘀 𝗗𝘂𝗲 𝗟𝗲𝘀𝗯𝗶𝗮𝗻𝘀/𝗤𝘂𝗲𝗲𝗿 𝗦𝘁𝗿𝗶𝗸𝗲
Asterisco edizioni

Che genere di città stiamo costruendo? Per le lotte froce i processi, per le lobby gli spazi sociali!
Per 17 anni il Cassero di Porta Santo Stefano è stata Atlantide, la casa di froce lelle trans e soggettivita lgbtqia +, femministe, transfemministe, punk e ribell3. Nel duro scontro verso lo sgombero, il quartiere e il comune hanno sempre contrapposto ai bisogni della comunità queer l’urgenza di collocare nello spazio servizi sociali per la comunità, mentre la solerte presidente del quartiere correva in procura con un fascicolo di documenti per denunciare l3 occupant3.
A 10 anni dallo sgombero, dieci anni in cui lo spazio è rimasto inutilizzato, è sempre più urgente, improrogabile, la necessità di spazi queer e transfemministi, dove ricostruire legami sociali devastati dal neoliberismo, dalla gentrificazione, dalla speculazione edilizia e dall’impoverimento sociale, dove fare intercultura di genere e resistere al fascismo dilagante.
A 10 anni dallo sgombero, il Cassero diventerà invece la Casa dell’architettura, dando finalmente casa ai poveri architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, che notoriamente stazionavano sui marciapiedi con i loro archivi, creando polvere e degrado.
Solo due mesi fa, durante il vergognoso tentativo di pinkwashing di Art City, abbiamo chiesto conto al comune della progettualità sullo spazio: nessuna risposta. Ma forse l’assessore all’urbanistica non si occupa di queste cose, non è sua competenza, così come Art City e il Mambo non sono il comune…
Alla domanda: che genere di città stiamo costruendo? Abbiamo risposto noi tutt3, con 10 anni di lotte contro la violenza patriarcale, di progettualità mutualistiche sulla salute delle persone lgbtqia+ e sulla cura e la (ri)produzione dei saperi che da quelle lotte sono nati e che le nutrono: architetture sociali viventi che rimangono ancora senza una Casa.
Laboratorio Smaschieramenti/Atlantide ovunque

Dopo la partecipatissima assemblea del 6 febbraio al Cassero, e la manifestazione antifa del 15 febbraio, il movimento LGBTQIA+ antifascista, transfemminista e antirazzista prosegue il percorso di convergenza e di elaborazione incontrandosi in una seconda assemblea pubblica sabato 15 marzo alle 16.00 al Cassero in via Don Minzoni 18* .
Abbiamo ormai chiaro che per respingere gli attacchi dei fascisti di strada così come di quelli che oggi ci governano, a livello nazionale ma anche globale, dobbiamo mobilitarci adesso, e mobilitarci senza separare le nostre istanze, senza illuderci che qualcun* si possa salvare da sol*, lasciando qualcun altr* indietro o, peggio, offrendolo in pegno alla violenza fascista. Continua a leggere
Questa domenica 16 febbraio Atlantide va al Berneri, con djset e musichette dalle 16 alle 22! (Ci saranno beveraggi ma non assicuriamo cibo, quindi venite mangiate o con il cibo nella pochette)
Atlantide non è un museo, una storia da raccontare o da nascondere. Atlantide sono le feste che non sappiamo dove fare, la socialità lellacheccatrans rimasta senza spazi fuori dalle logiche di consumo, la controcultura e l’organizzazione dal basso di cui abbiamo disperatamente bisogno in questi tempi di fascismo al potere e sionismo in prima serata.
Il “queer” non è un brand o una corrente artistica, qualcosa che si può mettere in vetrina per dieci giorni per poi dimenticarsene. Queer, strane, froce, punk, lelle e invertite siamo noi, e al tentativo di ArtCity di cancellarci rispondiamo: Specchio riflesso! Atlantide è ovunque e oggi si specchia al Berneri. Continua a leggere
Un messaggio personale di solidarietà e cura da Gabrielle Goliath