Smaschieramenti Senza Tetto

Dopo lo sgombero di Atlantide e in attesa di una nuova casa, le riunioni del Laboratorio Smaschieramenti si stanno svolgendo grazie all’ospitalità di spazi e gruppi solidali:

MER 18 nov al Mit
MER 25 nov alla Sim (Scuola Italiano Migranti di XM24)
MER 2 dic (o un altro giorno di quella stessa settimana) a VAG61
MER 9 dic al Mit
MER 16 dic alla Sim
MER 23 al Vag61

Se volete partecipare al Laboratorio Smaschieramenti, scriveteci: infosmaschieramenti[at]inventati[punto]org

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Atlantide è ovunque: l’effetto farfalla

Gli aggiornamenti sulla mobilitazione di Atlantide (la nostra sede sgomberata il 9 ott 2015) sono su atlantideresiste.noblogs.org

Ripubblichiamo qui da atlantideresiste.noblogs.org solo l’ultimo comunicato politico delle Atlantidee.

Sabato 10 ottobre, corteo per Atlantide. Concentramento in Porta Santo Stefano, h 15.

Venerdì 9 ottobre, in esecuzione di un’ordinanza del Sindaco Virginio Merola, è stato sgomberato con la forza uno spazio autogestito da 17 anni da femministe, lesbiche, trans, gay e punk, un pezzo di cuore per migliaia di persone che lì trovavano una socialità non mercificata e non normata dall’eterosessualità obbligatoria e da pregiudizi razzisti, classisti, e una pratica politica per cercare vie d’uscita collettive dalla precarietà, dall’isolamento, dalla paura. Uno spazio relativamente piccolo, ma che significa molto e che è in rete con tanti collettivi, spazi sociali e associazioni in città, in Italia e nel mondo.
Forse chi ha pensato di sacrificarlo ai propri giochi elettorali ha sottovalutato l’effetto farfalla: un battito di ciglia di una manciata di froce a Porta Santo Stefano ha prodotto una crisi nella politica cittadina e un’ondata di solidarietà debordante.
Lo sgombero di Atlantide ha aperto uno squarcio nella città: è definitivamente caduto il velo della Bologna che si crogiola evocando il suo glorioso passato, la buona amministrazione del PCI e la sua capacità inclusiva. Quest’immagine sfocata, già costruita sulla rimozione della repressione del movimento del ‘77, è oggi del tutto svanita. Certamente, i rimasugli dell’eredità del PCI che oggi governano questa città non avrebbero il coraggio di creare il primo consultorio pubblico gestito dal movimento Trans o il primo centro di aggregazione culturale Gay e Lesbico nel Cassero di Porta Saragozza. Anzi, stanno creando le premesse per distruggerli, minacciando di mettere a bando quegli spazi e quei servizi per affidarli al miglior offerente.
Le recenti amministrazioni cittadine si sono riempite la bocca e le tasche grazie all’immagine di una Bologna fucina di produzioni culturali e musicali indipendenti: nella realtà è che parlano solamente di ciò che riescono a tradurre in moneta e non hanno la benchè minima idea dell’humus culturale che produce tutto questo. L’etica del DIY, del do it yourself, ha sempre trovato terreno fertile a Bologna a partire dai primi punx anarchici che, tra le altre cose, avevano fondato l’Attack Punk records con sede al circolo anarchico Berneri.
Le retoriche di marketing culturale e turistico hanno bisogno di cartoline della Bologna underground e gay da esporre in vetrina, ma non di punk, gay, lesbiche e trans che si autodeterminano. Questi vengono criminalizzati in nome della “legalità”, unica merce politica in circolazione, contesa dalla destra alla sinistra fino al movimento cinque stelle. Nessuna sorpresa se poi, in fatto di legalità, su tutti vince la Procura.
Respingiamo il paternalismo di Merola, che dopo aver riaffermato con la forza le sue “regole”, dice che adesso si può dialogare. Eravamo disposte a dialogare, ma sulla base di un riconoscimento reciproco e in condizioni di parità, e infatti stavamo dialogando, ma il dialogo è stato brutalmente interrotto dallo sgombero.
Respingiamo l’uso populista delle regole che cambiano a seconda dell’interlocutore o dell’umore del più forte, che serve a reprimere il dissenso, a svuotare lo spazio sociale, a trasformare le associazioni in piccole imprese in competizione per le briciole dei finanziamenti pubblici, in comitati elettorali per il padrino di turno, sotto il ricatto del rinnovo della convenzione.
In questi giorni in tanti hanno cercato invano di rinchiudere il senso di Atlantide in poche frasi fatte: non siamo un “circolo lesbico” né tantomeno una “lobby gay”, e neanche un giro di consumo di determinati generi musicali. Atlantide vive al limite della rappresentazione e già da sempre deborda e lacera le strette logiche della lottizzazione delle minoranze. Per questo, nessuno scambio politico sulla nostra esperienza sarà possibile. Non siamo una minoranza da tutelare, nè una sottoculutura a rischio di estinzione.
Oggi scendono in piazza con Atlantide femministe di tutte le generazioni, gli spazi sociali, i movimenti per la casa e i movimenti a sostegno dei migranti e dei rifugiati, associazioni lgbt, tanti singoli e singole solidali. Questa la realtà molteplice di cui siamo parte: una realtà fatta di precarietà, di bisogni sociali ineludibili, che si sta autorganizzando per rispondere alla crisi e all’involuzione nazionalista, xenofoba ed eterosessista che produce. Che risponde all’aggressione neoliberista creando spazi di autogestione, mutualismo, welfare dal basso, riprendendosi il diritto alla casa, al reddito e il diritto a passare i confini. Creando spazi di socialità non mercificata e di sperimentazione libera in una prospettiva transnazioAnale.
Ieri siamo state sgomberate, ma essere “fuori luogo” ci appartiene già: fuori dalla normalità, dalle nostre famiglie di origine eteronormate, dai centri di consumo passivo di città gentrificate. Ma invece di cercare rifugio dal mondo in mondi privati, in case silenziose che ci indebitano, in stanze private che soffocano i nostri desideri eccentrici, abbiamo deciso di debordare ovunque.

Le Atlantidee

Aggiornamenti, comunicati di solidarietà, foto, video, campagne e altro su: altantideresiste.nologs.org

#atlantideovunque

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They Want Us to Drown, They’ll Make Us Overflow

The Slumber of Politics Produces Evictions

(Posted on by atlantideresiste)

By now, it is clear how Bologna’s government has been taken over by the public prosecutor’s office. In the past few months, police have been investigating the municipal administration’s decision to grant the use of running water to residentially occupied buildings. We have witnessed an alarming  number of unjustified restraining orders placed on many local activists. The eviction notice which was scotch taped to Atlantide’s doors on Thursday October 1st gave us 5-days to clear the building. All of which fits perfectly well in this dismal picture.

Yesterday morning, Friday October 2nd, we interrupted the City Council’s Question Time meeting demanding a public and political response from the Mayor who had just signed the eviction notice. After our action, the Mayor candidly spoke to the press, admitting that, “This is no longer political. I am the Mayor, I cannot follow dreams: Now I have to evict you.”

Our needs-&-dreams are extremely different from those of an administration which practices pinkwashing by supporting civil partnerships while at the same time forcefully evicting those queers who practice autonomy and self-management (autogestione). An administration which fills its mouth with empty talk of “welcoming refugees” while at the same time beating those refugees who don’t comply with the city’s guidelines for “integration.” An administration which concedes agency to sexist, racist and homophobic subjects in public space (No 194, Northern League, Sentinelle), avoiding in each of these incidents, to face its political responsibility by hiding itself behind concepts of “legality” and “lawful procedures.” There is no such thing as a “democratic bulldozer.”

We know very well by now that “legality,” today’s rallying cry for parties left and right, is a continuation of politics “in disguise”: It is a way to hide the reactionary political aims behind the alleged neutrality of the law in order to outlaw all those forms of life which resist against the unrelenting processes of neoliberal assimilation.

In Bologna, which is an historical laboratory for privatization (sussidiarietà). For some time, the PD (Democratic Party) forced whatever kind of sprouting social initiative to become either a start-up venture or a service based on free labour. Atlantide has always refused these conditions. Our mobilization tried to unmask this logic; we forced the administration to sign a formal document in which Atlantide is acknowledged as a project based on self-management.  On this basis, one year ago, we decided to start a dialogue with the administration’s cultural sector. We saw the possibility to innovate new forms of the relationship between institutions and self-managed realities.

This dialogue has now been violently interrupted. The Mayor and his Council, whether they like it or not, will have to take responsibility for the violent closure of an historical space of fags, lesbians, trans*, and feminists. This is not going to be a smooth election for them.

Nevertheless, we are sure that whatever social services are so urgently intended to displace Atlantide will meet the same fate of those planned to replace the evicted occupation of Santa Marta, a pension and kindergarten, or of the study rooms in place of Bartleby in Via San Petronio Vecchio (to cite just a few recent examples): They will never exist. After our eviction, the building at Porta Santo Stefano will remain empty for years and years, or forever, just as has happened to all of the evicted occupations in this city.

Though they want Atlantide to be “freed from things and people” (verbatim from the eviction notice), they will find it full of free things and free people. Hordes of furious faggots, perverted feminists, warrior lesbians, unruly trans*, and unlabeled punks will flood every neighborhood.

Atlantide stays. Atlantide is everywhere.

Over the years we have come into contact with many political groups in Italy and elsewhere. We remain dedicated to fostering transfeminist, anticapitalist, d.i.y. activist networks on a national and transnational level. Whether you knew us before or you are just meeting us now your statements and expressions of solidarity with Atlantide and its fabulous, resilient inhabitants, and to the collectives that animate her, please do so by posting a statement on the Atlantide R-esiste Facebook page or by sending an email to atlantideresiste[at]gmail[dot]com. 

Needless to say, every expression of affection and solidarity is deeply appreciated and makes us stronger.

You are all invited to the upcoming events in defence of Atlantide:

Sunday Oct. 4th, “Never a last time! Party”, h 17-21, @ Atlantide, Piazza di Porta Santo Stefano 6;

Monday Oct. 5th, general assembly, h. 20.30, Palazzina della Biblioteca delle Donne, Via del Piombo 5.

Stay tuned on http://atlantideresiste.noblogs.org or Atlantide R-esiste Facebook page.

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Chi ci vuole affondare, ci farà debordare

Chi ci vuole affondare, ci farà debordare

Il sonno della politica genera sgomberi

english version here

E’ ormai evidente che il governo di Bologna è stato commissariato dalla Procura. L’avviso di sgombero con ultimatum a 5 giorni affisso con lo scotch sulla porta di Atlantide giovedì 1 ottobre si inserisce perfettamente in questo inquietante quadro, che va dall’indagine per il riallaccio dell’acqua alle occupazioni abitative alla pioggia di sproporzionate misure cautelari preventive ai danni di tante attiviste e attivisti.

Ieri mattina, venerdì, abbiamo interrotto il Consiglio Comunale per reclamare una risposta politica dal sindaco che ha firmato quell’avviso. A mezzo stampa, Merola ci ha candidamente risposto: “Qui di politico non c’è più niente. Io sono il sindaco e non posso inseguire i sogni, adesso devo sgomberare”.

I nostri (bi)sogni sono evidentemente molto diversi da quelli di chi pratica il pinkwashing sulle unioni civili e poi sgombera le froce che praticano l’autogestione. Di chi parla di accoglienza mentre manganella i rifugiati che non stanno all’interno dei suoi programmi di “integrazione”. Di chi concede agibilità a soggetti omofobi, sessisti e razzisti negli spazi pubblici (No194, Sentinelle, Salvini &co), avvallando l’accanimento delle destre contro donne, gay, lesbiche, trans e persone che cercano di attraversare i confini. Non esistono “ruspe democratiche”.

Noi infatti sappiamo che la “legalità”, ormai unica parola d’ordine da destra a sinistra, è solo la continuazione della politica con altri mezzi: è un modo per nascondere scopi politici reazionari dietro all’astratta e fittizia neutralità della legge e mettere al bando tutte le forme di vita che non si adeguano ai processi di assimilazione neoliberale.

A Bologna, laboratorio storico della sussidiarietà, il PD costringe da tempo ogni forma di iniziativa sociale a diventare o una start up o un servizio fondato sul lavoro gratuito. Prospettive che Atlantide ha sempre rifiutato. La nostra mobilitazione ha provato a smontare la logica dei bandi, conducendo l’amministrazione a sottoscrivere un documento formale in cui si riconosceva Atlantide in quanto realtà autogestita. Era proprio su queste basi che un anno fa si apriva un percorso di confronto con il settore Cultura, perché abbiamo intravisto la possibilità di un’innovazione nel rapporto tra esperienze sociali autogestite e istituzioni.

Ora questa strada è stata brutalmente interrotta. Volenti o nolenti, il sindaco e la giunta si dovranno assumere la responsabilità della violenta chiusura di uno spazio storico di froce, lesbiche, trans e femministe. Non sarà affatto una campagna elettorale tranquilla.

Siamo sicure, del resto, che gli sbandierati servizi sociali di quartiere che dovrebbero urgentemente insediarsi al posto di Atlantide avranno lo stesso destino del centro anziani e dell’asilo nell’ex convento di Santa Marta o delle aule studio negli spazi di Bartleby in San Petronio Vecchio, per citare solo alcuni recenti esempi: l’inesistenza. Dopo il nostro sgombero, il Cassero di Porta Santo Stefano resterà vuoto per anni, o per sempre, come è accaduto a tutti gli spazi occupati sgomberati in questa città.

Ma se vogliono Atlantide “libero da cose e persone”, la troveranno piena di cose e persone libere. Orde di checche furibonde, di femministe perverse, di lesbiche guerriere, di trans* indisciplinat* e di punks senza etichette deborderanno in ogni quartiere.

Atlantide resta. Atlantide è ovunque.

Invitiamo tuttu a partecipare ai prossimi appuntamenti:

questa sera, sabato 3 ottobre, dalle ore 22, concerti @ Atllantide, piazza di Porta Santo Stefano 6;

domenica 4 ottobre, “L’ultima volta non arriva mai! Fest”, dalle ore 17.00 alle 21 @ Atlantide, piazza di Porta Santo Stefano 6;

lunedì 5 ottobre, assemblea cittadina, alle 20.30 alla Palazzina della Biblioteca delle Donne, via del Piombo 5.

Le Atlantidee

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Atlantide sotto sgombero

A breve uscirtà un comunicato delle Atlantidee: seguiteci sul blog atlantideresiste.noblogs.org  Stay tuned!

Qui il comunicato distribuito ieri in consiglio comunale.

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Questo l’avviso affisso sulla porta di Atlantide il pomeriggio di giovedi’ 1 ottobre, firmato dal sindaco Virginio Merola, proprio mentre incontravamo l’assessore alla cultura Alberto Ronchi per continuare a mettere a punto il progetto per il nuovo spazio.

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Atlantide r-esiste: #Atlantide ovunque

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Leggere SCUM oggi – per una lettura transfemminista di Valerie Solanas

Il 29 Maggio abbiamo ospitato ad Atlantide il Bozza Battonz Cabaret , rivisitazione del manifesto Scum di Valerie Solanas. Durante l’estate che sta finendo ci siamo prese il tempo per riflettere, e continueremo a farlo, su cosa significa rileggere oggi il Manifesto Scum, con il suo invito a “distruggere il sesso maschile”.

Per noi le parole di Valerie Solanas sono un invito a distruggere la maschilità egemone, non certo ad uccidere – fisicamente o simbolicamente – tutti i maschi comunque intesi.

Questo non perché abbiamo particolarmente a cuore di non offendere la sensibilità dei maschi etero “feminist friendly” o dei maschi che, per la loro posizione di classe o di razza o di orientamento sessuale o altro, si trovano un po’ più in basso o anche molto più in basso nella scala sociale rispetto ai maschi bianchi borghesi.

Piuttosto, perché pensiamo che tutt* siamo implicate, in misure e in modi diversi, direttamente o indirettamente, nella costruzione della maschilità egemonica: il che vuol dire che siamo tutt* potenzialmente complici ma anche tutt* potenzialmente in condizione di fare qualcosa per decostruire questa stessa maschilità e per denaturalizzare il binarismo dei sessi e dei generi su cui si basa.

Per noi nessun* è a priori un* compagn* e nessuno è a priori un nemico solo in base al suo posizionamento strutturale nella scala dei privilegi sociali di genere, razza, classe, orientamento sessuale e quant’altro. Piuttosto, riconosciamo come compagn* coloro che sono dispost* a riconoscere la parzialità del proprio posizionamento – qualunque esso sia – e la propria implicazione nelle gerarchie di potere fra “uomini” e “donne” o fra cosiddette “maggioranze” e “minoranze” sessuali: coloro che sono capaci di rendersi conto dei privilegi di cui – anche loro malgrado – godono a causa del loro posizionamento e che, nelle varie situazioni, fanno attivamente qualcosa per smarcarsene. Qualcosa di più dell’autoflagellazione retorica.

Chiaramente, non tutti i posizionamenti sono uguali, e un maschio eterosessuale ha molta più probabilità di essere complice e molta meno probabilità di riconoscere davvero i propri privilegi e smarcarsene. Ma esistono altre forme di maschilità, altri modi di identificarsi in segni, indumenti, parole e modi di abitare il corpo che nella nostra cultura vengono convenzionalmente definiti “maschili”.

Nella nostra visione, le maschilità trans e butch non sono certo parte della maschilità da uccidere, anzi fanno parte del processo di distruzione della maschilità egemone, non fosse altro che per il fatto che sfidano il diritto di esclusiva che gli assegnati maschi pensano di avere su di essa, e la sua presunta naturalità.

Tutto questo è iscritto fin dall’inizio nella storia del Laboratorio Smaschieramenti, e per noi è parte imprescindibile di una politica transfemminista.

Tutte le soggettività che reclamano maschilità non conformi per se stess* contaminano l’immagine dell’ideale maschile egemonico e quindi sono già una risposta all’appello di Solanas. Un appello apparentemente misantropico, che risponde al contesto della sua esperienza di vita: da un lato la propria scrittura silenziata e censurata in un sistema di produzione culturale estremamente misogino, al quale S.C.U.M. risponde ad alta voce; dall’altro la vita di una soggettività che mai si è conformata al desiderio maschile egemone nonostante l’estrema violenza con cui questo ha tentato di imporsi.

Le performance di genere, come i testi, sono sempre incarnate e situate, e le maschilità vengono riprodotte secondo differenziali di poteri che creano gerarchie interne e diversi assi di dominanza. La maschilità non nasce monolitica né egemone, ma è invece continuamente sostenuta come tale attraverso un lavoro di sorveglianza dei confini che esclude non solo le femminilità ma anche le maschilità subordinate.

Per noi “distruggere il sesso maschile” significa liberare la maschilità e consentirne la riappropriazione da parte dei soggetti che di norma non potrebbero incarnarla. Una riappropriazione che è spesso anche una risignificazione, se non altro per il fatto di essere incarnata da corpi non autorizzati a farlo, con tutto quello che questo comporta, oltre che per la scelta consapevole fatta da tant* compagn* butch, ftm e ft* di non riprodurre il modello maschile dominante.

Bozza Battonz Cabaret è un lavoro teatrale prodotto da attiviste che si riconoscono nell’ambito del transfemminismo: pur avendo apprezzato lo spettacolo, molto divertente e ben fatto, ci chiediamo come mai non nomini e non riconosca il valore dei percorsi di costruzione di maschilità altre che i nostri compagni trans ftm e ft* hanno pagato e continuano a pagare a un cosi’ alto prezzo di discriminazione, infantilizzazione e patologizzazione.

Per di più sappiamo che gli ftm e le lesbiche portatrici di “maschilità femminili” troppo evidenti hanno incontrato ostilità e rifiuto non solo nel mondo eteronormativo, ma a volte anche in ambienti femministi e lesbofemministi: per questo rischia di diventare particolarmente problematico, volendo rileggere il manifesto SCUM oggi, tacere proprio su questo punto.

E per questo scriviamo questo post, che rappresenta un contributo e una riflessione critica che vogliamo condividere con le Battonz, con le spettatrici e gli spettatori passati e futuri di questo spettacolo e con tutte le compagne/u/i/*/#/° transfemministe e queer.

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29 luglio – 2 agosto 2015: Campeggia queer

Qui il programma, i materiali e le informazioni pratice per partecipare alla Campeggia queer dal SomMovimento NazioAnale.

Il ricavato della festa del 17 luglio ad Atlantide servirà a finanziare la Campeggia.

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Sempre e ovunque, favolosamente antifa!

Il Laboratorio Smaschieramenti aderisce al presidio lanciato dal Nodo Sociale Antifascista, per sabato 11 luglio, alle ore 9, in piazza del Nettuno. Saremo in piazza per ribadire che nessuna agibilità politica può essere concessa alle formazioni neofasciste e denunciare il complice silenzio delle istituzioni cittadine. 
La preoccupante riorganizzazione delle destre cattofasciste, fenomeno in espansione in tutta Europa, si radica nella cronicizzazione della crisi economica e delle misure di austerity. Politiche che, creando un terreno fertile per retoriche sessiste, razziste e nazionaliste, tendono alla frammentazione e alla divisione dei soggetti marginalizzati. Nei fatti, i tentativi di riorganizzazione neofascisti si fondano sull’attacco all’autoderminazione di migranti, donne, froce, lesbiche e trans e al nostro diritto di scegliere sui nostri corpi e i nostri piaceri. Negli scorsi mesi, prima le Sentinelle in piedi e poi i No194 ci hanno mostrato la saldatura tra le destre neofasciste e i tentativi di reimposizione di un modello di famiglia naturalizzato, fondato sull’eterosessualità normativa e riproduttiva in una cornice nazionalista e razzista.
 
Le  lotte transfemministe queer sono da sempre impegnate a contrastare  l’avanzata delle destre neofasciste e a smascherare tutte le forme di  fascismo che ogni giorno opprimono le nostre vite. In questi mesi, anche a Bologna, abbiamo saputo rispondere alle provocazioni agendo pratiche di frivolezza tattica che hanno reso visibile un altro modo di concepire la politica, di vivere le relazioni, i generi e la sessualità.
Desideriamo continuare a sperimentare collettivamente strategie di resistenza a questi attacchi razzisti e transomofobi, attivando immaginari e coltivando pratiche che sostengano i nostri percorsi di autodeterminazione, consapevoli che questa riguarda sia le possibilità di trasformare e abitare il nostro corpo come vogliamo, sia la libertà di dimorare dove abbiamo scelto e di spostarci altrove. 
L’urgenza di articolare una nuova e gioiosa grammatica politica antifascista che sappia essere inclusiva e che possa creare inedite e transnazionali alleanze tra i vari movimenti sociali sarà al centro dei dibattiti che animeranno la prossima campeggia transfemministaqueer estiva, a cui invitiamo tutte/i.
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#moltopiùdi194 – domani mattina di buon’ora in piazza contro gli antiabortisti

Sabato 13 giugno scenderemo in piazza contro le iniziative dei no-choice, in difesa del diritto a interrompere una gravidanza e della possibilità per ogni donna di decidere della propria vita, per la libertà delle scelte riproduttive, sessuali, affettive di tutte e tutti.
I molestanti del Comitato No194 hanno annunciato che non manifesteranno più davanti all’Ospedale Maggiore, ma hanno confermato la loro presenza in città rilanciando il loro appuntamento nazionale in una piazza non ancora specificata, ma che sarà certamente nel pieno centro di Bologna.

L’abbiamo già detto e lo ribadiamo: ci saremo anche noi e saremo ovunque!

L’appuntamento per tutte le favolose surfiste dell’autodeterminazione è per sabato 13 giugno 2015, in piazza del Nettuno, alle ore 7.30.
Da lì, ci muoveremo insieme, a cavallo delle nostre scope, pardon, delle nostre onde, per dire che vogliamo molto di più della 194!

::: vogliamo :::

♥ autodeterminazione

♥ salute sessuale

♥ abolizione dell’obiezione di coscienza alla 194

♥ consultori sempre aperti e laici

♥ accesso alla pillola del giorno dopo e alla RU486

♥ no-choice fuori dagli ospedali e dalle farmacie

♥ un’educazione non binaria

♥ una cultura che vada oltre l’obbligo alla riproduzione della famiglia eterosessuale

Consapevoli che le lotte di autodeterminazione riguardano il diritto a trasformare e abitare il nostro corpo come vogliamo, così come la libertà di dimorare nel luogo che abbiamo scelto e di spostarci altrove,
sabato saremo anche alla manifestazione regionale delle e dei migranti che partirà alle 14 da piazza dell’Unità, contro il razzismo istituzionale, per il permesso di soggiorno minimo europeo di due anni.
https://www.facebook.com/events/1431445237165066/

Siamo una favolosa coalizione antifascista di gruppi, associazioni, collettivi e singole femministe, queer, trans, lesbiche, gay e transfemministe.
Unisciti a noi!

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