TimeOut: Finché il bosco continuerà a camminare non saremo contaminati dalla paura.

comunicato di solidarietà e complicità della rete TimeOut con il popolo No Tav

Apprendiamo dai giornali che è stato un risveglio difficile per il popolo notav, fatto di arresti e perquisizioni dal cuore della valle fino a Palermo.
Un’autentica resa dei conti nei confronti di chi da anni lotta per difendere il proprio territorio e si schiera apertamente contro un’opera inutile e dannosa.
Lo schema è quello già visto altre volte: criminalizzare una parte del movimento per cercare di dividerlo e indebolirlo.
Ma la Valle e le migliaia di no tav in questo paese sanno che il movimento è uno solo, senza distinzioni.

I “violenti” hanno la faccia della studentessa, della madre, del barbiere del paese, dell’insegnante che fa lo sciopero della fame e porta i suoi studenti alle reti del cantiere per insegnare loro quanto uno stato può essere violento e sordo e cieco nei confronti di un popolo che si ribella, sono donne in prima fila, sono anziani e ragazzi che lottano insieme.

Questi sono gli uomini e le donne che il 3 luglio erano in valle a subire la violenza di una repressione feroce, con gli occhi alle reti e la voglia, nel cuore, di sradicarle.

La lotte della valsusa sono un esperimento di legami sociali che si saldano nella ribellione, di decisione aperta ed orizzontale, superando i confini del territorio senza alcun rigurgito di rancore xenofobo, come avviene in altri contesti, nel nostro Paese.

I toni da forca dei giornali non riusciranno a coprire la verità in valle. Il dato politico è che non c’è spazio per chi costruisce percorsi aperti e orizzontali e che vuole decidere, cooperando, del proprio destino.

Quello della valle è un bosco che si muove tutto insieme, che decide quando e come agire, senza avanguardie o cattivi maestri. Un movimento che, dopo anni di repressione, ha ancora la stessa rabbia e la stessa dignità di sempre.

L’operazione di polizia messa in  campo questa mattina non riguarda solo la valsusa: basta guardare la mappa dei bliz delle forze dell’ordine ed è facile capire come la lotta notav ci riguarda da vicino, non solo perchè molti di noi, quel 3 luglio, erano in valle, ma anche perché la lotta notav parla di una crisi profonda, sia economica che politica.
Una crisi che vede partiti trasversalmente assoggettati ai dettami della BCE e di quelle che i valsusini chiamano “mafie”: corporazioni imprenditoriali e lobbystiche che sono pienamente inserite nel sistema capitalistico.
Una crisi che è sistemica, perché è su progetti inutili e disastrosi, odiati dalla gente, su queste bolle speculative che i governi fondano la loro politica economica.

La lotta notav, è la dimostrazione che i movimenti sono incompatibili con il volto feroce del capitalismo e del suo braccio armato.

Proprio da questa incompatibilità ripartiamo per dire che eravamo lì 3 luglio e se ci sarà bisogno, se il popolo della Valle ci chiamerà, ritorneremo.
Se vogliono fermarci devono prenderci tutti ma che si sappia: siamo in migliaia.
Per le donne e gli uomini arrestati la solidarietà non basta, siamo complici.

Non è una frase che appartiene ai nostri dialetti, ma l’abbiamo imparata bene, per questo la urliamo tutti insieme: a sarà dura!

E adesso provate ad arrestare un bosco che cammina.

Cominciamo dal presidio di Bologna, h.17, Piazza Nettuno.

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Il gioco delle parti. Aperitivo e presentazione ad Atlantide.

Il gioco delle parti. Travestimenti e paure sociali tra Otto e Novecento di Laura Schettini, Le Monnier, 2011.
Storie di donne e uomini che, nell’Italia tra Otto e Novecento, manipolavano audacemente il loro destino assumendo gli abiti e il ruolo sociale dell’altro sesso. I travestimenti di genere diventano un’emergenza sociale per l’opinione pubblica, la stampa, gli scienziati, la Pubblica sicurezza, ma anche, dall’altra parte, un esercizio di libertà per nuovi gruppi sociali e una sfida simbolica ai modelli di mascolinità e femminilità dominanti.

Converseranno con l’autrice: Luki Massa, Beatrice Busi, Porpora Marcasciano, Michele Lamedica.


Vi aspettiamo venerdì 20 gennaio dalle ore 19 ad Atlandide di Porta Santo Stefano
+ aperitivo mangereccio/immagini/musica

Fuoricampo Lesbian Group
Laboratorio Smaschieramenti
MIT (Movimeto Identità Transessuale)
AntagonismoGay
Some Prefer Cake- Bologna Lesbian Film Festival
Divergenti Festival Internazionale di Cinema Trans



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sab 19/11/11 – Trans sull’orlo di una crisi di nervi

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Aggiornamenti da Santa Insolvenza…

Troppo occupate per occuparci di questo blog, speriamo ci perdonerete.

Meglio tardi che mai, ecco i principali e più recenti comunicati dell’assemblea di Santa Insolvenza, alla quale come laboratorio Smaschieramenti e rete PutaLesboNeraTransFemministaQueer stiamo partecipando.

Essendo state sgomberate questa mattina all’alba dall’ex cinema arcobaleno, stasera alle 19 assemblea in Sala Borsa. Accorrete!!!

Comuncati:

15/10/2011 – Figli di una santa minore

Comunicato dell’assemblea del Community Center Santa Insolvenza.

Questa sera come Community Center Santa Insolvenza abbiamo incontrato il Sindaco Virginio Merola, e gli assessori Matteo Lepore e Amelia Frascaroli, che dopo quattro giorni hanno risposto alla nostra richiesta pubblica di ottenere un confronto per continuare a far vivere il percorso e le attività che dall’11.11.11 hanno riempito il Nuovo Cinema Arcobaleno.

Durante l’incontro il Sindaco non ci ha fatto alcuna proposta concreta, né ha tracciato un percorso o una tempistica per rispondere al bisogno di partecipazione che in questi giorni si è espresso con forza in città.

Si tratta evidentemente di una scelta politica, tanto più che poche ore prima, nei confronti di una occupazione analoga e di una analoga disponibilità al dialogo, è stata presa una decisione diametralmente opposta.
In un caso è stato immediatamente proposto uno spazio alternativo con dei tempi immediati. Al contrario, a noi è stato detto che la fuoriuscita dal Nuovo Cinema Arcobaleno è la condizione perché le nostre istanze vengano genericamente recepite.

Il Nuovo Cinema Arcobaleno è stato un luogo in cui in questi giorni ha preso vita e si è reso visibile alla città il bisogno di partecipazione e la voglia di costruire assieme, fra tant* e divers* , percorsi concreti di uscita dalla crisi, a partire dal riaprire gratuitamente alla città un cinema abbandonato da anni e destinato a restare tale.

Un bene comune attraversato da centinaia di persone ogni sera, che anche di fronte alla minaccia di uno sgombero hanno continuato fino al mattino a vivere questo spazio.

Rimaniamo disponibili al dialogo con l’amministrazione nel caso avanzasse proposte concrete che consentono di proseguire questo percorso.

Tuttavia quando leggerete questo comunicato, noi potremmo già essere stati buttati fuori dal Nuovo Cinema Arcobaleno e questi spazi potrebbero essere già stati chiusi e sottratti nuovamente alla cittadinanza e riconsegnati alla polvere.

Nonostante questo continueremo a far vivere negli spazi necessari e nella città il percorso che abbiamo intrapreso.

Community Center “Santa Insolvenza”

 

12/11/2011- Un laboratorio collettivo contro la crisi

comunicato dell’assemblea Santa Insolvenza

Ieri, venerdi 11 novembre 2011, con un corteo di duemila persone che ha sfilato per le strade della città di Bologna guidato da Santa Insolvenza, abbiamo occupato l’ex Cinema Arcobaleno in Piazza Re Enzo, al culmine di una giornata di mobilitazione internazionale di lotta.
Ci stiamo impegnando a rendere questo luogo materialmente fruibile perché auspichiamo che l’ex cinema Arcobaleno possa diventare una vera e propria piazza coperta, dove tutta la cittadinanza venga ad informarsi e a mettere a disposizione competenze e idee che sfocino in iniziative politiche, artistiche e culturali.
Siamo un gruppo eterogeneo composto da indignati e indignate di questa città, studenti/esse medi e universitari, precari/e, lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e, che ha preso forma nelle assemblee aperte organizzate nelle settimane scorse in Sala Borsa. Dalle competenze e dalle idee emerse in queste assemblee sono nati progetti che avevano bisogno di un luogo fisico per essere concretizzati e condivisi con la città; perciò abbiamo deciso di liberare questo cinema che, come tanti altri luoghi, è abbandonato alla polvere e all’incuria. Il movimento nato dalla rete Time-Out è andato ben oltre i confini delle sigle, e per questo l’assemblea ha deciso di metterle da parte in favore di un percorso inclusivo e partecipativo. La nostra lotta si connette più che idealmente con le esperienze di resistenza alla crisi e riappropriazione degli spazi pubblici tuttora in atto in Italia e nel resto del mondo che trovano la loro radice comune a Puerta Sol a Madrid.
Abbiamo scelto di professare il verbo di Santa Insolvenza perché riteniamo che oggi sia necessario affermare e mettere in pratica il diritto all’insolvenza di fronte a un debito che non siamo stati noi a contrarre. A partire dalle piccole lotte locali contro chi come Hera continua a lucrare sull’acqua a dispetto del risultato del referendum del giugno scorso, fino a mettere in discussione un sistema globale le cui storture frustrano le nostre capacità e soffocano i nostri desideri. Siamo consapevoli del fatto che le nostre capacità messe in comune possono fare miracoli.
In quest’ottica stiamo già organizzando laboratori di riflessione e analisi su come poter declinare il tema dell’insolvenza: attraverso l’autoriduzione delle bollette, campagne contro il lavoro gratuito, per la costruzione di un nuovo welfare che includa le fasce più deboli. Non sono i partiti che possono darci un nuovo modello di società, questo modello può solamente essere costruito da chi questa crisi la vive tutti i giorni. A questo aggiungeremo dei momenti di comunicazione: il nostro obiettivo è arrivare ovunque, parlare a chiunque, vogliamo che tutti possano sentirsi inclusi nel miracolo che stiamo costruendo.
Invitiamo pertanto tutta la cittadinanza a venire in questo spazio comune per costruire insieme e sperimentare nuove forme di partecipazione diretta a partire dall’assemblea di stasera, prevista alle ore 21.
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Santa Insolvenza 11.11.11 – Occupy everything, make miracles!

Occupy everything, make miracles!

Venerdì 11 novembre
h16 @ piazza Ravegnana, sotto le Due torri

CON SANTA INSOLVENZA SAREMO OVUNQUE!

CON SANTA INSOLVENZA OCCUPEREMO TUTTO!

CON SANTA INSOLVENZA NON PAGHEREMO IL DEBITO!

11.11.11, giornata di mobilitazione transnazionale lanciata dagli
occupanti di Zuccotti Park, a Wall Street. Ci ritroveremo nel cuore di
Bologna, sotto le Due torri, per muoverci in processione sotto il
segno di Santa Insolvenza. Sappiamo che partiremo da lì, non dove
andremo. Sarà la Santa che toglie i debiti dal mondo ad indicarci il
cammino, per andare a maledire quei luoghi in cui si decide di far
pagare la crisi a noi che non l’abbiamo prodotta e si rende la
precarietà miseria. La Santa raccoglierà le preghiere di chi non
riesce a sostenere il mutuo, a permettersi l’autobus, a liberarsi
della cartella esattoriale, a pagare le bollette. Ascolterà, la Santa,
l’invocazione di chi ha bisogno di uno spazio pubblico e libero per
incontrarsi, conoscersi e discutere, una piazza coperta per decidere
insieme quali pratiche sperimentare per tracciare vie di fuga dalla
crisi economica e da quella della rappresentanza politica. La Santa ci
accompagnerà in una processione che si fa frocessione, contro lo
sfruttamento del corpo, dell’affettività, della capacità di relazione
e per fare irrompere uno spazio pubblico di riappropriazione dei
corpi, dei piaceri e di affettività altre.

Di tutto questo abbiamo nuovamente discusso in Salaborsa, il 3
novembre, ribadendo la voglia e la necessità di dar vita a dei
laboratori che traducano questa urgenza in percorsi concreti e
partecipati. Il primo di questi laboratori, che servirà a decidere
collettivamente le modalità della processione dell’11.11.11, si
svolgerà

LUNEDI’ 7 NOVEMBRE
h21 @ Bartleby, in via San Petronio Vecchio 30/a

Invitiamo tutt* a partecipare per dare corpo e cuore alle tante idee
emerse dalla discussione in Salaborsa (un report dell’assemblea,
realizzato in diretta, è disponibile al link
http://titanpad.com/f8BuNVsocS) e per far sì che, dopo quella data, il desiderio di nuove pratiche e nuove forme di vita oltre la crisi
diventi comune.

L’11.11.11 portiamo Santa Insolvenza per le strade della città!

Prepariamoci a fare miracoli!

ORA TOCCA A NOI

BE EVERYWHERE, OCCUPY EVERYTHING

Time Out

Facebook: Time Out
Twitter: TimeoutBologna
Mail: timeout.bolo@gmail.com

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Nuda e illegale contro il capitale – un articolo di Smaschieramenti sul 15 ottobre

L’articolo è stato pubblicato su ZeroViolenzaDonne il 25/10/2011

Il 15 ottobre a Roma era presente anche uno spezzone di corteo PutaLesboTransFemministaQueer. Il documento con il quale queste femministe, froce, lesbiche, puttane e altre favolosità sono scese in piazza parla di precarietà in maniera sessuata. L’iniziativa è partita da Antagonismogay e Laboratorio Smaschieramenti di Bologna, a cui hanno aderito molteplici realtà italiane fino a formare un cospicuo spezzone fucsia, presente e visibile nelle sue forme e nei suoi contenuti.

Il precario non è sempre maschio, il precario non è neutro, la precarietà colpisce in maniera differente le donne, le trans e gli uomini, le italiane e le migranti, le eterosessuali, le omosessuali e quelle dall’orientamento sessuale polimorfo, le famiglie nucleari e le persone in assetti affettivi meno convenzionali. Continua a leggere

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Ripartiamo dalla Sala Borsa

Venerdì scorso il Laboratorio Smaschieramenti ha partecipato all’assemblea pubblica promossa dal coordinamento TimeOut a Bartleby…. Ma nel corso della serata molte e molti hanno detto: assemblee come questa andrebbero fatte in un luogo pubblico! Ecco perchè abbiamo pensato – visto che fa anche un po’ freddo – alla piazza coperta della Sala Borsa.

Ci vediamo sabato 27 ottobre alle 21 in Sala Borsa. Lucidate le vostre paillettes e preparate i vostri migliori tacchi a spillo… Elaborato lo shock di Roma, la protesta riparte dalla Sala Borsa.

Domani sarà pubblicato su ZeroViolenzaDonne un ariticolo del Laboratorio Smaschieramenti sul corteo del 15 ottobre. Non perdetelo.

Vedi anche Appello di Smaschieramenti e altre realtà bolognesi per uno spezzone PutaLesboTransFemministaQueer alla manifestazione del 15 ottobre.

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Con/Sens/(U)/Ale! domenica 16 ottobre@Atlantide, piazza di p.ta Santo Stefano 6 (BO), ore 16

domenica prossima, 16 ottobre, è il compleanno di ale e vorremmo in qualche modo festeggiare. è qualche settimana che pensiamo a cosa scrivere in questo invito. e allora ci scuserete se usiamo parole molto scarne e un pò didascaliche, perchè davvero nel frattempo non ne abbiamo trovate altre e si sta facendo tardi. moltu già lo sanno. a fratelle e sorelli, vicinu e lontanu, a chi la conosceva da sempre e a chi la conosceva da poco ma già l’amava. a chi con ale ha condiviso la vita, la politica, la ricerca, lo studio, un pezzo di strada.
incontriamoci domenica pomeriggio dalle 16 in poi ad atlantide.
per chiaccherare, fare un balletto, mangiare e/o bere qualcosa. (ri)vedere immagini, fantasie, progetti. ascoltare e suonare, leggere e discutere, raccontarci e raccontarla. per mettere in comune e riconnettere qualche pezzetto di quel favoloso irripetibile puzzle che è, era e sarà sempre ale!
a un pò di cose abbiamo già pensato, ma ognunu davvero porti quel che le/gli va e ha nel cuore (foto, musica, poesie, idee, e chi più ne ha più ne metta).
vi aspettiamo tuttu con gioia.
le smaschie e le Sue derivate

per qualunque cosa: infosmaschieramenti@inventati.org
per le non bolognesse: se avete bisogno o desiderio di ospitalità per la notte fateci sapere!

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Appello per uno spezzone putatransfemministaqueer nella manifestazione del 15 ottobre

“Veniamo dal femminismo radicale, siamo le lesbiche, le prostitute, l* trans, le immigrate, le sfortunate, le eterodissidenti… siamo la rabbia della rivoluzione femminista e vogliamo mostrare i denti: uscire dagli uffici del “genere” e delle politiche corrette e che il nostro desiderio ci guidi, sempre politicamente scorrette, sempre disturbando, ripensando e risignificando le nostre mutazioni.
Ormai non vale niente essere solo donne. Il soggetto politico femminista “donne” ci è ormai troppo stretto, ed è escludente in se stesso – lascia fuori le lesbiche, l* trans, le prostitute, quelle col velo, quelle che guadagnano poco e non vanno all’università, quelle che gridano, le clandestine, le frocie…”^^^

Siamo stanche di essere carine e comprensive, di stare a casa, di fare lavori di merda, di chiedere il permesso, di sorridere, di avere stile, di farci toccare il culo…

Per troppi anni abbiamo chiesto un cambiamento sociale e istituzionale, l’uguaglianza e i diritti civili come donne e come lesbiche, gay, trans. Ci hanno risposto che i tempi non erano maturi, che sua santità non era pront*, oppure che qualche concessione poteva essere fatta, per le italiane, purché ci prestassimo al gioco delle retoriche e delle politiche nazionaliste, razziste, securitarie, normalizzanti. Purché ci prestassimo a dire che il pericolo per le donne e per le frocie sono gli immigrati. Purché dimostrassimo di essere donne e omosessuali per bene.

Di fronte all’esplodere sulla scena pubblica di scandali sessuali che hanno reso evidente la contraddizione di genere, ci siamo dette: se non ora, quando? Ma non era ancora il momento per poter rigettare in blocco il capitalismo pedo-pornografico-farmacologico che produce e regola questo regime di sessualità.

Oggi, di fronte alla crisi che investe, oltre alle nostre vite, la sovranità statuale, la rappresentanza, le forme della politica, è venuto il momento di agire pratiche comuni a partire dalla complessità e dalla molteplicità delle nostre collocazioni e situazioni, e di convergere verso le lotte precarie per il reddito e per il diritto all’insolvenza.

E’ venuto il momento di portare dentro di esse la critica all’eterosessualità obbligatoria e alla violenza maschile, la ricerca di immaginari postpornografici e di pratiche contrasessuali, per produrre localmente momenti in cui saltino simultaneamente tutte le stratificazioni del biopotere e del potere. Il neoliberismo è intrecciato al biopotere e i nostri corpi, le nostre storie, e le convergenze e alleanze che costruiamo, sono le pratiche che possono sovvertirlo.

A partire dalla giornata di mobilitazione internazionale del 15 ottobre, che vedrà in piazza contro la crisi e la precarietà student*, lavorat*, immigrat*, scenderemo in lotta per le nostre condizioni di vita materiali.

Il soggetto precar* non è una figura astratta della produzione postfordista: è un corpo parlante che comincia a esigere il suo “habeas corpus”.
Sappiamo di cosa parliamo quando nominiamo la ricattabilità politica, sociale e sessuale sul luogo di lavoro; conosciamo bene lo sfruttamento del corpo, dell’affettività, della capacità di relazione 24 ore su 24. Lo sappiamo come donne, gay, lesbiche, trans, queer, da sempre, da molto prima che diventasse una condizione generalizzata.

Il 15 non è che un passaggio: costruiremo uno spezzone che dia visibilità alla presenza inter-trans/lesbo/femminista/queer, in cui ci sia spazio per le pratiche anche diverse che ci caratterizzano.
Vogliamo uno sciopero precario in cui bloccare, assieme ai flussi materiali e immateriali della produzione, anche i flussi di desiderio sostenuti dal capitale, per fare irrompere uno spazio pubblico di riappropriazione dei corpi e dei piaceri, di relazioni e affettività altre.

“Siamo una realtà, operiamo in diverse città e contesti, siamo conness*, stiamo generando alleanze e strutture proprie: non ci farete tacere mai più.”^^^

^^^ dal Manifesto per un’insurrezione PutaLesboNeraTransFemminista

Appuntamento sabato 15 alle 13.30 in Piazza Esedra@Roma

Per adesioni, prenotazione bus o comunicare altri spezzoni queer: infosmaschieramenti@inventati.org
Partenze pullman da Bologna: appuntamento ore 5.30 in autostazione, partenza ore 6.00!

antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti

Frangette estreme

Fuoricampo Lesbian Group

MIT Movimento Identità Transessuali

Sexyshock

Circolo PINK – Verona

Riprendiamoci la politica – Roma (aderisce con suo documento)

Valentina Vandilli

Etichette Stupide

Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute

Universinversi

Maria Grazia Negrini – Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza nella città (Bologna)

Facciamo Breccia

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Se n’è andata Alessandro Zijno, attivista transfemminista e queer

Bologna, 17 settembre 2011
Oggi alle 13.15 all’Hospice dell’Ospedale Bellaria di Bologna se n’è andata Alessandro Zijno (l’Ambigua), attivista transfemminista e queer. Era una delle fondatrici del Laboratorio Smaschieramenti – Atlantide di Bologna. Continua a leggere
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