All’assemblea trans del 23 novembre 2019 a Roma c’eravamo. Per questo possiamo dire con certezza che l’evento Transvisioni convocato per il 29 febbraio a Bologna non è in continuità con quell’assembla come dichiara, anzi ne tradisce abbastanza clamorosamente gli intenti.
In quell’assemblea ci siamo assicurate a vicenda il mutuo riconoscimento nella diversità delle nostre scelte di attivismo, constatando il fatto che le persone trans oggi non fanno attivismo solo nelle associazioni (storiche o meno storiche) che si occupano di diritti trans, ma anche in collettivi queer e transfemministi, nelle assemblee locali di Non Una di Meno, nelle consultorie transfemministe autorganizzate, nel movimento studentesco ecc., e abbiamo salutato positivamente questo dato. Abbiamo persino affermato che, data la grande diverstià di visioni circa il grado di compromesso strategico da praticare con le istituzioni mediche e politiche e circa la possibilità di sabotarle dall’interno, eravamo pronte a rispettare le scelte di ciascuna realtà, purchè fosse finalmente riconosciuta la possibilità di discuterne.
Transvisioni in modo diametralmente opposto afferma che saranno ammesse solo persone facenti parte di organizzazioni o gruppi che si occupano specificamente di questioni trans, dunque escludendo chi fa politica con altre soggettività lbgtq e femministe e chi non fa parte di alcun gruppo (salvo concedere eccezioni per i territori più “sfigati”, con gli organizzatori che si autoinvestono di questo potere discrezionale).
Ognuno è libero di costruire le proprie reti politiche come meglio crede. Se le relatà organizzatrici dell’evento Transvisioni – chiunque esse siano – preferiscono questo metodo, sono naturalmente libere di seguirlo. E’ il tentativo di appropriarsi dell’assemblea del 23 e di travisarne i metodi e gli intenti che ci sembra molto grave.
A Roma abbiamo concordato sul fatto che quella doveva essere un’assemblea aperta e orizzontale in cui confrontarsi e non un coordinamento o un parlamentino delle organizzazioni che delibera una linea o peggio investe qualcuno del ruolo di rappresentarla, e ancora la convocazione di Bologna appare andare in senso opposto.
Infine, a Roma ci si era lasciate dicendo che sarebbe stata aperta una mailinglist che includesse tutt* coloro che erano presenti all’assembleae, e attraverso questa sarebbe stato organizzato un nuovo incontro in estate. Dunque quella assemblea si era già riconvocata per l’estate e si è già data uno strumento per riconvocarsi, che è appunto la mailinglist, che al momento della creazione dell’evento Transvisioni non esisteva ancora, e che è stata creata proprio ieri. Sicuramente anche questo ritardo (e questo tempismo) non sono un bel segnale.
Speriamo di cuore che il processo iniziato a Roma continui e che lo spazio di confronto orizzontale che tutt* insieme avevamo appena iniziato a creare venga curato e coltivato come tale, perchè ci sembra che ne abbiamo davvero bisogno tutt*: singol@, gruppi, collettivi, associazioni, consultori con diversi gradi di compromesso con le istituzioni, transfemministe, attivist* radicali, tutt* abbiamo tutto da guadagnare da questo spazio di confronto e di costruzione di pensiero, e abbiamo tutto da perdere se qualcuno – chiunque – tentasse di autoeleggersi unico garante/rappresentante di quel percorso.