data ora e luogo: 2 aprile 2023 ore 16 Piazza Maggiore Bologna
Organizzata da Rivolta Pride e Famiglie Arcobaleno-Emilia Romagna – vedi sotto per adesioni in aggiornamento
“L’azione di questo Governo e la generale incapacità di leggere la realtà da parte della politica non colpisce solo i bimbɜ delle famiglie arcobaleno, ma nega tutela e valore alle famiglie monogenitoriali o cogenitoriali omolesbobitransqueer, disconosce i ragazzɜ gender variant, nega l’autodeterminazione deɜ ragazzɜ neurodivergenti e condiziona l’accesso alla cittadinanza italiana aɜ bimbɜ e ragazzɜ di famiglie migranti. […] Rivendichiamo non solo gli stessi diritti delle famiglie eterosessuali, ma molti più diritti per tutt3, all’anagrafe, sui documenti ma anche nella materialità dei diritti sociali. Perché vogliamo un mondo in cui tutt3 possano costruire e vivere i propri affetti senza essere oppressi dai pregiudizi, dalle discriminazioni, dalla mancanza di casa, dalla stanchezza estenuante prodotta dallo sfruttamento lavorativo o dalla mancanza di servizi a sostegno del lavoro di cura delle persone non autosufficienti di tutte le età”
I gravissimi attacchi che le famiglie omogenitoriali stanno ricevendo in questi ultimi giorni da rappresentanti del Governo e delle Istituzioni sono inaccettabili.
Il Governo Meloni non solo non ha intenzione di emanare una legge per il riconoscimento delle figlie e dei figli e figliɜ delle famiglie omogenitoriali o di uniformarsi alle proposte europee in tal senso, ma sta facendo pressione su quei pochi sindaci responsabili perché interrompano i riconoscimenti e le trascrizioni deɜ nostrɜ bambinɜ e per annullare quelle già effettuate.
Non avere o perdere la registrazione o la trascrizione degli atti di nascita deɜ bimbɜ con due mamme o due papà significa cancellare uno dei due genitori, che ha desiderato, che ama e che si prende cura quotidianamente dellə suə bimbə, esattamente come ogni altra mamma o papà.
Ma non avere il riconoscimento significa soprattutto non tutelare e negare dignità aɜ bambinɜ.
Ad esempio, non garantire che entrambi i genitori siano formalmente responsabili di loro fin dal primo giorno di vita; esporl* al rischio di rimanere legalmente orfani nel caso di morte dell’unico genitore riconosciuto; non tutelarl* in caso di separazione conflittuale della coppia. Significa esporl* al pregiudizio e alla discriminazione, alimentati e legittimati dai discorsi agghiaccianti di molti esponenti politici, carichi di insulti o che addirittura tentano di negare la stessa esistenza delle famiglie omogenitoriali. Significa farl* crescere in una condizione in cui la loro realtà quotidiana, fatta di due genitori, di fronte alla burocrazia diventa improvvisamente contestabile, soggetta all’onere della prova, e fin nelle più piccole cose viene intralciata senza motivo da ostacoli amministrativi che i loro coetanei non hanno.
Il 2 aprile vogliamo scendere in piazza contro tutto questo, ma anche perché vediamo che questa è solo la punta di un iceberg. L’azione di questo Governo e la generale incapacità di leggere la realtà da parte della politica non colpisce solo i bimbɜ delle famiglie arcobaleno, ma nega tutela e valore alle famiglie monogenitoriali o cogenitoriali omolesbobitransqueer, disconosce i ragazzɜ gender variant, nega l’autodeterminazione deɜ ragazzɜ neurodivergenti e condiziona l’accesso alla cittadinanza italiana aɜ bimbɜ e ragazzɜ di famiglie migranti.
Tutte queste realtà costituiscono la nostra società e si incrociano generando infiniti tipi di sfamiglie i cui diritti sono negati.
Forse al governo qualcuno potrebbe chiedersi cosa sono le sfamiglie?
Le sfamiglie sono le nostre, sono quelle dei compagni di scuola dei nostri figli, sono quelle dei nostri colleghi di lavoro, sono quelle che ci costruiamo con le nostre relazioni di amicizia, affetto, cura, nella migrazione interna ed esterna in un Paese e in un mondo segnati dall’omofobia e dalla disuguaglianza economica.
Le sfamiglie sono la realtà vera.
Rifiutiamo la rappresentazione edulcorata e antiquata della famiglia che il governo vuole promuovere nella sfera pubblica e politica, quando proprio loro, la presidente del Consiglio e tanti dei suoi ministri e alfieri, nella sfera privata vivono relazioni e famiglie del tutto al di fuori delle insulse e violente norme morali che vorrebbero imporre.
Rivendichiamo con orgoglio la favolosa imperfezione delle nostre sfamiglie, libere, vere, felici, aperte a ogni contaminazione culturale e sociale. E non permettiamo a nessuno di farci la morale, tanto meno a questo governo di estrema destra.
La nostra morale non si professa a parole, ma la pratichiamo ogni giorno negli affetti, nel rispetto, nel sostegno, nel prenderci cura delle persone a noi care, di chi ha bisogno, delle comunità allargate in cui viviamo. Per questo rivendichiamo non solo gli stessi diritti delle famiglie eterosessuali, ma molti più diritti per tutt3, all’anagrafe, sui documenti ma anche nella materialità dei diritti sociali. Perché vogliamo un mondo in cui tutt3 possano costruire e vivere i propri affetti senza essere oppressi dai pregiudizi, dalle discriminazioni, dalla mancanza di casa, dalla stanchezza estenuante prodotta dallo sfruttamento lavorativo o dalla mancanza di servizi a sostegno del lavoro di cura delle persone non autosufficienti di tutte le età.
Le cattiverie e gli insulti che stiamo ricevendo da indegni rappresentanti delle istituzioni non scalfiscono la nostra determinazione ad andare avanti per ottenere un riconoscimento pieno delle nostre (s)famiglie. Nonostante le nostre preoccupazioni, combattiamo questa battaglia con il sorriso, cercando di mantenere la serenità deɜ nostrɜ bimbɜ che è minata dalle gravi mancate scelte politiche presenti e passate.
In questo triste panorama, alcunɜ sindacɜ della nostra regione si stanno distinguendo e si sono espostɜ. Tra di essi Matteo Lepore, Giancarlo Muzzarelli, Isabella Conti, Massimo Bosso, Alice Parma; ci auguriamo che questa lista si allunghi perché, in questo contesto, schierarsi politicamente e personalmente significa avere consapevolezza del proprio ruolo e avere il coraggio di farlo in una battaglia politica in cui si rinnovano i valori della Resistenza.
Vogliamo che la piazza del 2 aprile serva anche a questo: convincere ɜ sindacɜ dei comuni della nostre regione a riconoscere gli atti di nascita deɜ bambinɜ nati nelle famiglie omogenitoriali. Abbiate il coraggio di stare dalla nostra parte, dalla parte giusta!
Quando il governo vuole impedirvi di riconoscere i diritti deɜ bambinɜ e la condizione di fatto di tante famiglie, è il governo che disobbedisce e tradisce la Costituzione, che all’articolo 3 dice che tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali di fronte alla legge senza discriminazioni: in questa situazione, la vostra disobbedienza civile è un atto di responsabilità e di fedeltà alla legge fondamentale dello Stato.
L’Associazione Famiglie Arcobaleno, tutta la collettività del Rivolta Pride Bologna e tutte le associazioni della regione che aderiscono a questa chiamata continueranno a lottare fino a che tutte le nostre famiglie, ɜ bambinɜ, tutte le mamme e tutti i papà avranno pieno riconoscimento in tutto il paese e da ogni punto di vista: legislativo, ma anche sociale e culturale.
La vita che le nostre (s)famiglie vivono è una realtà fatta di nonni, amici, compagni di scuola, famiglie allargate, colleghi, medici, insegnanti che condividono la felicità e le preoccupazioni di qualunque genitore. La nostra meravigliosa e imperfetta quotidianità vi ha già sconfitto, la realtà ha già dimostrato che noi siamo dalla parte giusta della storia, i nostri figli sono la speranza e il futuro che questa società merita.
Vi aspettiamo in piazza il 2 aprile!