Manifestazione nazionale: Le nostre vite valgono Unitə contro la violenza di Stato

Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato

Al grido “Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato”, come realtà e singol* che attraversano o si sono avvicinate al percorso di Stati Genderali, invitiamo tuttə a scendere in piazza il 20 maggio a Bologna in occasione della mobilitazione nazionale contro i violenti attacchi di questo governo a lesbiche, trans, gay e a tutte le persone che non si conformano alle aspettative binarie di genere, al modello unico familista basato sulla coppia eterosessuale composta da un uomo e una donna e alla morale sessuale tradizionale. Il 17 maggio, nella giornata internazionale contro l’omolesbobitransafobia, saranno tante e diverse le iniziative nei territori, ma sentiamo il bisogno di un momento unitario per contrastare una violenza istituzionale che legittima e fomenta la violenza e l’oppressione che già subiamo nella vita di tutti i giorni.

La nostra piazza orgogliosa e resistente in contrapposizione alla piazza dell’odio organizzata a Roma dai movimenti anti-scelta, sarà l’occasione per far sentire forte la nostra voce e rivendicare le istanze che come movimento LGBTQIA+ abbiamo elaborato nel corso di un anno e mezzo di assemblee convocate a seguito della bocciatura del ddl Zan.

Sono rivendicazioni che riguardano l’autodeterminazione di genere, che necessita di una nuova legge che risponda realmente, al di là dei protocolli medici, ai bisogni e ai desideri delle persone trans* e non binarie. Riguardano il diritto di famiglia, che necessita dell’approvazione del matrimonio egualitario, del riconoscimento di forme di affettività e relazione altre rispetto alla coppia, del riconoscimento alla nascita dei figli di tuttə, della possibilità per tuttə di adottare e di accedere alle tecniche di riproduzione assistita. Riguardano l’abitare, ormai diventato un lusso in moltissime città italiane e ancor di più per le persone discriminate per genere, orientamento sessuale, razzializzazione e abilità fisica o neurodivergenza. Riguardano l’educazione nelle scuole e università, il diritto a ricevere informazioni adeguate fin dagli anni della formazione sull’affettività, sulla sessualità, sull’identità di genere e sul consenso liberi da bigottismo ed erogati da soggetti formati e competenti. Riguardano i diritti sul lavoro connessi alle nostre situazioni affettive, alla nostra condizione di discriminazione, ma anche alla nostra condizione di persone sfruttate che pretendono migliori condizioni contrattuali e salariali.

E sono la risposta più efficace alla violenza di Stato che subiamo da un governo fascista che nei nostri confronti ha una vera ossessione e che contro di noi agisce una autentica persecuzione. Noi non siamo l’arma di distrazione di massa di questo governo, non siamo l’argomento utilizzato per nascondere l’evidente inadeguatezza di chi è alla guida del Paese. Le nostre comunità non stanno inseguendo l’agenda politica del governo: è l’agenda politica del governo che sta inseguendo noi, e non per caso. Da anni la nostra visibilità, i nostri diritti sono sotto attacco. Un attacco che non riguarda solo noi persone LGBTQIA+. Con lo spauracchio dell’ideologia gender già da anni vengono cancellati progetti nelle scuole e nelle università, viene limitato il diritto ad abortire, vengono ostracizzati i percorsi di affermazione di genere delle persone trans* e non binarie e i/le figliə delle famiglie arcobaleno vengono privatə del diritto ad avere entrambi i genitori riconosciuti dallo Stato. Con la criminalizzazione delle persone migranti e l’invisibilizzazione delle persone razzializzate (entrambe le misure unite nella teoria del complotto della cosiddetta “sostituzione etnica”) un enorme numero di persone non può esercitare il proprio diritto di cittadinanza, o è imprigionata in strutture di accoglienza che in realtà si sono rivelati sistemi semi-carcerari spacciati per inserimento sociale, è esposta alla violenza costante della società circostante, delle forze dell’ordine e delle istituzioni; viene lasciata morire in mare.

Lo stigma sulla comunità LGBTQIA+ e sulle persone razzializzate era già sotto gli occhi di tuttə. L’avevamo già detto lo scorso autunno, lo ribadiamo: questo governo ci odia. La noncuranza che ha contraddistinto la maggior parte dei governi precedenti a questo, i giochetti parlamentari fatti sulla nostra pelle e sui nostri diritti, hanno avuto come risultato quello di creare un clima favorevole a questo attacco frontale e diretto. Alla crisi del sistema economico si fa fronte ricorrendo a politiche securitarie, aumentando la precarietà, non garantendo la sicurezza sul lavoro, non fornendo adeguati supporti a chi è senza reddito, aumentando il tempo di lavoro e riducendo quello di vita e di cura, depotenziando il welfare che si basa sempre di più sul lavoro non retribuito delle donne. Questa è la realtà che si nasconde dietro la becera morale nazionalista propagandata da questo governo, che colpisce chi lavora ma spacciando i propri provvedimenti come “bonus” emargina ancora di più i soggetti minorizzati, ci divide e ci spinge alla competizione invece che alla cooperazione.

L’obiettivo di questo governo non è distrarci, ma dividerci. Per questo motivo ci siamo unit3 alle piazze delle famiglie arcobaleno, alla mobilitazione dal 28 aprile convocata dalle persone migranti unite nel  coordinamento antirazzista #nonsullanostrapelle, al primo maggio delle realtà in lotta per il reddito, al corteo “Interruzione volontaria di patriarcato” del 6 maggio ad Ancona  organizzato da Non Una di Meno per difendere il diritto all’aborto, alle street rave parade contro la repressione del tempo libero, e abbiamo dato tutta la nostra solidarietà contro la criminalizzazione dell’attivismo ambientalista.

Per questo stesso motivo invitiamo chiunque a continuare questo percorso di costruzione di un’opposizione al governo plurale ma compatta, e a partecipare con noi alla manifestazione nazionale del 20 maggio.

Siamo noi, la vita.
Siamo i movimenti ambientalisti che pretendono la cessazione immediata delle attività inquinanti.
Siamo i movimenti transfemministi ed LGBTQIA+ che tessono relazioni e rivendicano autodeterminazione
Siamo i movimenti antirazzisti che abbattono le frontiere interne ed esterne agli stati
Siamo le mobilitazioni sindacali che pretendono dignità economica, sicurezza sul lavoro e diritto a lavorare meno.

Le nostre vite valgono, o non verrebbero così ferocemente attaccate. È tempo di lottare per riprenderci quel valore.

Ogni attacco a soggetti specifici, per dividerci e frammentarci, non ci troverà impreparatə: risponderemo con un’unica voce. È tempo di rivolta contro la violenza di Stato.

PER LE ADESIONI SCRIVERE A lenostrevitevalgono20m@gmail.com

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