Queers4Palestine #2 – Riunione per organizzare una proiezione di Queer Cinema for Palestine

Organizziamo anche a Bologna una proiezione di Queer Cinema for Palestine! C’è poco tempo: ci vediamo a Hex in via di Corticella 56 martedì 28 novembre alle 19:00 puntuali. Incontro aperto a singole persone, collettivi e associazioni che si riconoscono nell‘Appello liberatorio da parte delle persone queer in Palestina.

 

 

 

 

 

 

Scendi in piazza al grido di Queers for Palestine!

Denuncia chi si permette di sventolare la nostra bandiera mentre va a sterminare un popolo!

Boicotta i prodotti israeliani, inclusa la sua finta immagine gay-friendly!

Dai spazio alle voci dei movimenti palestinesi!

Organizza con noi una proiezione di Queer Cinema for Palestine!

Sabato scorso abbiamo partecipato al corteo per la Palestina marciando dietro lo striscione “Queers for Palestine”.  Uno dei nostri slogan è stato “No pride in genocide”, visto che da anni Israele cerca di vendersi come uno stato democratico promuovendo il turismo gay e finanziando iniziative lgbit,  quando in realtà è uno stato militarizzato, colonizzatore, responsabile di gravissimi crimini contro l’umanità, esportatote di tecnologie di morte.

Proviamo indignazione e raccapriccio davanti alle immagini diffuse dal governo israeliano, quelle di soldati che sventolano la bandiera arcobaleno stando in piedi sulle macerie di Gaza, forse letteralmente calpestando i corpi senza vita delle persone rimaste sotto quelle macerie.

Intanto è in corso sui media italiani una clamorosa campagna di disinformazione e delegittimazione nei confronti del popolo palestinese e della sua lotta contro l’occupazione. Una lotta che dura da 75 anni e non dal 7 ottobre. Chi esprime solidarietà a questa lotta viene delegittimato e criminalizzato, e un tassello di questa campagna è l’idea che le persone lgbitqia+ dovrebbero stare naturalmente dalla parte di Israele: come se l’omofobia fosse una malattia solo degli arabi, e comunque come se ci si dovesse augurare lo sterminio in massa degli omofobi.

Ma alla faccia dei nostri stereotipi coloniali, in Palestina c’è un attivismo femminista e queer che da sempre lotta contro l’occupazione israeliana e contro la discriminazione che le organizzazioni femministe ed lgbitqia+ palestinesi subiscono da parte delle istituzioni israeliane. Oggi quest3 attivist3 dichiarano  in 20 lingue: “Rifiutiamo la strumentalizzazione della nostra identità queer, dei nostri corpi e della violenza che subiamo per demonizzare e disumanizzare le nostre comunità. […] Rifiutiamo che la sessualità palestinese e gli atteggiamenti palestinesi verso le diverse sessualità diventino parametri per confererire umanità a qualsiasi società colonizzata”

Accogliamo il loro appello e per questo continueremo a scendere in piazza; per questo invitiamo tutte le froce a boicottare i prodotti israeliani,  inclusa la sua immagine gay friendly grondante sangue e ipocrisia, fino al giorno in cui Israele non farà fronte all’obbligo di riconoscere il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione e non rispetterà completamente le norme del diritto internazionale.

Martedì prossimo chiamiamo a raccolta l3 attiviste queer e transfemministe della città per organizzare a brevissimo anche a Bologna una visione del festival Queer cinema for Palestine/No pride in genocide, un festival che promuove il lavoro de* regist* che hanno disertato il festival di cinema lgbit di Tel Aviv e di cineast3 lesbiche e gay palestinesi. Dare visibilità alle voci e alla produzione culturale de3 palestinesi, e delle frocie palestinesi in particolare, sarà un modo per contrastare il tentativo di disumanizzazione islamofobica e omonazionalista dei palestinesi e degli arabi, per sensibilizzare la comunità lgbitqia+ locale e per costruire una solidarietà e una protesta sempre più ampia contro questo genocidio coloniale.

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