Molto più di 194!

Pubblichiamo  il comunicato stampa della partecipata assemblea #Moltopiùdi194, che si è svolta lo scorso mercoledì sera al Centro delle donne di via del Piombo, per discutere del percorso di mobilitazione contro l’arrivo del comitato NO194 a Bologna e dell’ordinanza che la Prefettura sta preparando a questo proposito. I prossimi appuntamenti sono assemblea organizzativa martedì 9 giugno alle 21 al Centro delle donne di via del Piombo 7 e il laboratorio creativo in piazza Nettuno mercoledì 10 giugno alle 18.30.

I messaggi apparsi questa notte in alcuni luoghi "sensibili" della città, come consultori e ospedali e la sede del Movimento per la vita.

I messaggi apparsi questa notte in alcuni luoghi “sensibili” della città, come consultori e ospedali e la sede del Movimento per la vita.

 

Siamo una Favolosa Coalizione di gruppi, associazioni, collettivi e singole femministe, transfemministe, queer, trans, lesbiche e gay. Il 19 aprile, in piazza Santo Stefano, le abbiamo cantate alle sentinelle in piedi, ed ecco che una nuova sortita degli ultracattofascioconservatori ci spinge a tornare in piazza.

Il comitato “no194” ha annunciato l’intenzione di manifestare il 13 giugno, per nove ore, davanti all’ospedale maggiore di Bologna contro il diritto di interrompere una gravidanza non desiderata.
Abbiamo poi appreso che, per impedire questa iniziativa, la prefettura sta preparando un’ordinanza che vieterà indiscriminatamente qualunque manifestazione politica in prossimità di luoghi ritenuti “sensibili”, come ospedali pubblici e privati, ma anche campi sinti e rom (!). Non ne siamo affatto felici, né consideriamo questa ordinanza un successo politico. Questo provvedimento ci sembra invece funzionale a ridurre le pratiche del dissenso, a normalizzare le tensioni sociali, a costruire uno spazio pubblico apparentemente liscio e pacificato, a trasformare le questioni politiche in questioni di ordine pubblico.

Da femministe e transfemministe sappiamo bene che gli ospedali non sono affatto un luogo neutro perché la salute è da sempre un terreno di scontro politico.

Gli ospedali sono già abitati dal conflitto: lo sono ogni volta che una donna che vuole abortire incontra un medico obiettore, ogni volta che le viene negata la pillola del giorno dopo, ogni volta che una persona trans deve sottostare a un protocollo medico e burocratico deciso da altri, ogni volta che un* bambin* intersex viene sottoposto a interventi chirurgici inutili e dannosi per “normalizzare” i suoi genitali o per rimuovere le sue gonadi, ogni volta che qualunque paziente, per qualunque ragione, viene infantilizzat* e privat* del diritto a scegliere e autodeterminarsi.

Non faremo battaglie di retroguardia nel campo della libertà delle scelte riproduttive, sessuali, affettive. Scenderemo in piazza contro l’iniziativa dei prolife, in difesa del diritto a interrompere una gravidanza e della possibilità per ogni donna di decidere della propria vita. Ma vogliamo molto di più della legge 194.

Vogliamo combattere la piaga dell’obiezione, che consente a medici e infermieri di sottrarsi al dovere di erogare assitenza sanitaria alle donne che decidono di abortire, vogliamo parlare della difficoltà di accedere alla contraccezione di emergenza e all’aborto farmacologico – la pillola RU486, è al momento disponibile solo in alcune parti d’Italia -, vogliamo riattivare un discorso pubblico sulla sessualità e la salute ripensando la funzione dei consultori e avviando nuove sperimentazioni di neomutualismo.

Insieme combattiamo l’imperativo morale e sociale della riproduzione cosiddetta “naturale”, l’idea che il nostro destino sia riprodurci e che se non lo facciamo non siamo complete, l’idea che l’unico luogo legittimo per fare figli sia la famiglia nucleare eterosessuale, che l’unica sessualità “normale” sia quella etero e penetrativa, e che comunque è sempre meglio non parlarne apertamente, specialmente alle/ai più giovani. In questo senso vediamo una chiara continuità, che vogliamo sottolineare, nel tipo di società propagandato dalle varie sentinelle, manif pour tous, nogender, vogliolamamma e no194.

Non vogliamo sopravvalutare la capacità di proselitismo o di orientamento del dibattito pubblico da parte di questi gruppi, ma non possiamo non re-agire agli attacchi che le donne, le lesbiche, le trans, i trans e le froce ricevono costantemente da più fronti. Tentano di patologizzarci, di “sequestrarci” i corpi, di negare la nostra stessa esistenza, ovvero l’esistenza di tutte le forme di vita e soggettività che eccedono l’eterosessualità obbligatoria, schiacciando di nuovo, dopo quarant’anni di lotte, il ruolo della donna sulla figura della madre e della moglie “sottomessa”, da mettere sotto tutela, negandoci la possibilità di compiere scelte autonome sulla nostra vita e il nostro corpo.

Questo era l’incubo totalitario della società fascista, questo è l’immaginario degli attuali ultracattofascioconservatori, questa è la tentazione che si ripropone in un momento di crisi e di ristrutturazione anche dei ruoli di genere.

Il 13 giugno avremmo voluto organizzarci per partecipare alla manifestazione regionale delle e dei migranti per il permesso di soggiorno minimo di due anni, alla quale aderiamo attivamente, consapevoli dei nessi razzisti e nazionalisti che legano la Bossi-Fini e il delirio dei no194, i quali sostengono che “la 194 è peggio delle leggi razziali” per relativizzare la gravità storica del nazifascismo e legittimare il razzismo di ieri e di oggi. Consapevoli che le lotte di autodeterminazione riguardano il diritto a trasformare e abitare il nostro corpo come vogliamo, così come la libertà di dimorare nel luogo che abbiamo scelto e di spostarci altrove.

Invitiamo tutti e tutte all’assemblea organizzativa martedì 9 giugno alle 21 al Centro delle donne di via del Piombo 7 e al laboratorio creativo in piazza Nettuno mercoledì 10 giugno alle 18.30 per costruire insieme delle pratiche gioiose, autodeterminate, desideranti che consentano anche il 13 giugno, davanti all’ospedale Maggiore, un protagonismo delle soggettività che sono direttamente sotto attacco, in continuità con le pratiche creative e comunicative che hanno caratterizzato decenni di lotte contro le strumentalizzazioni politiche sul corpo delle donne, dalla mobilitazione contro l’ingresso degli antiabortisti nel consultorio di Zola Predosa ai presidi contro i seguaci del fu Don Benzi al sant’Orsola, fino alla piazza contro le sentinelle del 19 aprile scorso.

Assemblea ‪#‎Moltopiùdi194‬ del 3 giugno 2015

 

per info: coalizionelgbtbologna[chiocciola]gmail.com

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Assemblea pubblica verso il 13 giugno, contro l’iniziativa degli antiabortisti a Bologna

Sabato 13 giugno gli ultracattolici “no 194” si ritroveranno all’Ospedale Maggiore per chiedere l’abrogazione della legge 194/1978, con nove ore di preghiera contro la libertà di scelta, contro l’aborto libero, sicuro, gratuito.
Dicono che verranno a Bologna “perché agevole da raggiungere” e noi renderemo disagevole la loro presenza. Rivendichiamo una storia di lotte femministe e frocie a favore dell’autodeterminazione dei corpi, delle scelte procreative (e non), delle forme di relazione che desideriamo.

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Bologna non sarà mai agevole per i no 194, per preti-controllori medici-obiettori e no choice, e per qualunque tipologia di formazioni di estrema destra.
Rifiutiamo la provocazione di chi vuole abolire la legge 194/78 e di chi invade luoghi essenziali per la salute e l’autodeterminazione.
Rifiutiamo la presenza di fondamentalisti che molestano le donne, ostacolando di fatto la libera scelta di abortire.

La Coalizione trans-femminista invita tutt*/e/i/ù, all’assemblea pubblica che si terrà mercoledì 3 giugno alle 21 c/o Centro delle Donne, via del Piombo 5.

#Moltopiùdi194
Coalizione trans-femminista, lgbt, queer, antifascista

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Statement of solidarity with Andrea, queer comrade in Budapest

Pubblichiamo di seguito,  in inglese e in italiano, il nostro comunicato di solidarietà all’attivista queer Andrea Giuliano, minacciato di morte da gruppi neonazisti. Qui, potete vedere un’intervista ad Andrea.

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Lab Smaschieramenti (Bologna) sends solidarity to our comrade activist Andrea Giuliano who is living with daily death threats by Hungarian nazi groups. Such threats are supported by a complicit justice system. We support radical and performative forms of protest, like the one Andrea enacted during the 2014 Budapest Pride, when he dressed as a priest with a satirical anti-nazi sign in his hands while carrying a bear flag.
After Andrea’s Pride performance, public death threats were issued on nazi websites. These threats clearly showed photos of his home and work addresses. They even put a price on his head! Some nazis went to his workplace to threaten him in person. He reported them, obviously. But, unexpectedly, the group Nationalist Hearted Motorcyclists––whose motto is the antisemitic “Give Gas”––reported Andrea for defamation, after he defined them as “cock-suckers” with his sign at Pride. We very well know the difference between threatening somebody’s life and the desire to spread fellatio practices among your enemies. The Hungarian justice system seems to be aware of that difference and decided to accelerate the trial against Andrea while deliberately evading a trial against the nazis.
We have been in Budapest for transnational queer meetings; some of us have even lived there and collaborated with Andrea. We are very aware of the general homophobic, xenophobic and far right-wing context, where queer people, Roma people, people of colour, and homeless people resist daily verbal and physical violence.
Andrea’s story is representative of the everyday life our comrades in Hungary. We express our full solidarity with Andrea, with all non-conforming people in Hungary, and with all those targeted by nationalist violence in Hungary: You are not alone, the transnational feminist and queer community is present and we are ready and willing to counteract.
Fewer nazis! More queers!

Lab Smaschieramenti

Solidarietà ad Andrea, compagno queer a Budapest

Il Laboratorio Smaschieramenti, da Bologna, esprime la propria convinta solidarietà all’attivista gay Andrea Giuliano, che vive ogni giorno sotto la minaccia di morte da parte di gruppi nazisti anche grazie alla complicità del sistema giudiziario ungherese.
Supportiamo le forme di protesta radicali e performative, come quella che Andrea ha scelto per il Pride di Budapest nel 2014, vestendosi da prete e sventolando un cartello antinazista satirico e una bandiera degli orsi.
Per questo, Andrea ha ricevuto minacce di morte attraverso siti internet nazisti che hanno pubblicato il suo indirizzo e sue foto personali, della sua casa e del suo posto di lavoro, mettendo persino una “taglia” sulla sua testa!
Alcuni nazisti si sono già presentati sul suo luogo di lavoro per minacciarlo di persona. Lui li ha ovviamente denunciati.
Inaspettatamente, ha però ricevuto a sua volta una denuncia per diffamazione da parte del gruppo Motociclisti dal cuore nazionalista – il cui motto antisemita è “dai gas” -, a causa del cartello che aveva con sé al Pride, in cui si riferiva ai nazi chiamandoli “succhia-cazzi”. Inutile sottolineare la differenza tra minacciare di morte qualcuno e aggredirlo e l’augurare la pratica della fellatio anche ai propri nemici. Anche il sistema giudiziario ungherese sembra comprendere questa differenza, ma come in un mondo alla rovescia, ha deciso di accelerare vorticosamente il processo a carico di Andrea, ostacolando invece il processo contro i neonazi.
Conosciamo Budapest, abbiamo sia partecipato ad assemblee queer transnazionali, sia vissuto in quella città e collaborato personalmente con Andrea nel recente passato. Siamo ben consapevoli del contesto omofobico, xenofobico e di estrema destra, in cui le persone queer, le persone rom, di colore e le/i senza tetto resistono quotidianamente ad attacchi verbali e fisici da parte di neonazisti. La storia di Andrea è estremamente esemplare della vita quotidiana delle nostre compagne e compagni in Ungheria, così come delle altre soggettività eccentriche. Desideriamo raggiungere Andrea e tutt* le altr* con tutta la nostra vicinanza.
Non sei solo, la comunità transnazionale femminista e queer c’è ed è pronta all’azione.
Basta nazi, queer forever!

Lab Smaschieramenti

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Fica Potens – Diana J. Torres ad Atlantide lun 27/4/2015

locandina27lun 27 aprile 2015, ore 19 @ Atlantide, Piazza di Porta Santo Stefano 6, Bologna

Incontro con Diana J. Torres, autrice di

Fica Potens. Un manuale sul suo potere, la sua prostata e i suoi fluidi (Golena Edizioni)

Scarica la locandina

“Il nostro corpo [è] l’unica casa che abiteremo per tutta la nostra esistenza, un luogo dal quale possono cacciarci solo uccidendoci o lasciandoci morire. […] Immaginiamoci questa casa che il sistema patriarcale si è incaricato di trasformare in un carcere. Immaginiamo di abitare in una casa nella quale non sappiamo nè dove sia l’uscita secodaria nè dove si ripongano i cucchiaini. Assurdo vero? E’ cosi’ che la maggioranza di noi vive il proprio corpo: senza sapere dove sono le cose nè a cosa servono. Questo testo mira fondamentalmente a cambiare questa percezione” (p. 5)

“Ci hanno raccontato che per natura noi sentiamo tutto interiormente, non abbiamo diritto a schizzare in nessun modo. Una donna che grida o che mostra emozioni intense è un’isterica; una donna che eiacula è una porca malata con difetti congeniti. E, al di là della sfera sessuale, ci hanno detto che noi non sporchiamo. Di base nasciamo per pulire la merda degli altri, non per lasciare pozzanghere nei letti” (p. 6)

Incontro a cura di Smaschieramenti e Betty ‘n Books

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Noi dei generi ne facciamo coriandoli

Qui sotto il testo del gran finale dell’iniziativa Lesbiche femministe froce e trans in libera posizione contro le sentinelle in piedi del 19/4/2015… Grazie a tutt* noi, siamo state favolose!

Qui il canzoniere sentinelle 19 aprile

Ci vogliono vere donne
Ci vogliono veri uomini
Ci vogliono tutte eterosessuali
Ci vogliono tutte monogame
Ci vogliono tutti ammogliati e maritate
Mamma e papà devono decidere di che sesso è il bambino intersex
Dicono che le trans, i trans, le lesbiche, i gay sono malati

Noi siamo il vostro incubo
Siamo lesbiche, butch, femmes, froci, checche, travestite, puttane, maschiacci, femminucce, transex, ambigue, immorali
Noi dei due sessi naturali ce ne vogliamo liberare
Noi dei generi ne facciamo coriandoli!

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Domenica 19: froce lesbiche trans femministe antifasciste in libera posizione!

Se le Sentinelle stanno in piedi, noi froce lesbiche trans femministe antifasciste amiamo tante posizioni! Distese in relax, in piedi a cantare, chiaccherare, gioire e limonare! Continueremo a prendere parola nonostante chi si ostina a negare la nostra stessa esistenza. Porta trucco parrucco, rossetti, ombretti, ciprie e matite per giocare con le identità. Porta cartelli, teli da mare, cuscini, ombrelloni e libri!

Domenica 19/04/2015

tutt* in Piazza Santo Stefano

alle 14.30

Siamo invitate ad agire il nostro dissenso. Siamo chiamate a portare in piazza i nostri percorsi di liberazione. Accettiamo l’invito per contro-informare, per godere delle nostre complessità nello spazio pubblico, spazio che qualcuno vorrebbe costringere al silenzio.

Ci vogliono maschi o femmine eterosessuali per forza, e non solo! Dobbiamo anche aderire alla loro morale relativa e religiosa, essere monogam*, procreare, lavorare, e…that’s it! Ma lo sanno quel che fanno? Usano il “bambino” come un fantasma della morale religiosa: gli negano l’immaginazione e un futuro all’altezza dell’universo che scorre e cambia. Usano la “donna” come uno spauracchio monodimensionale, che deve solo e solo riprodurre la loro “specie”.

Le vite che ci raccomandano non solo ci stanno strette ma negano l’esistenza stessa delle diversità, dei colori, della gioia, dell’organizzazione collettiva, dei nostri modi di fare famiglie, di prenderci cura, di stare in relazione, di amare.

Gay, lesbiche, persone transgender, agender, queer, sono per loro un’invenzione teorica che si annida tra i banchi delle scuole. Si sbagliano. Noi non siamo teorie astratte. La “libertà d’espressione” non può spazzarci via perché noi non siamo un “discorso”: noi siamo corpi, desideri incarnati, favolosi ed eccentrici.

E domenica cantiamo, balliamo e limoniamo per la nostra autodeterminazione.

Coalizione trans-femminista, queer, LGBT, antifascista

evento FB https://www.facebook.com/events/443738579121780/

La Corale sei tu! Impara i testi e vieni a cantargliele con noi!

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San Valentino 2015 – La crisi del settimo anno

Il Laboratorio Smaschieramenti vi invita a leggere “San Valentino 2015 – La crisi del settimo anno” sul blog del SomMovimento NazioAnale. SV_3

 

english versionversión española

 

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All out – Dancing in Dulais con sottotitoli in italiano!!

Pubblicata la versione con sottotitoli in italiano del documentario All out – Dancing in Dulais, girato nel 1985 dalle/dagli attivist* lesbiche e gay a sostegno dei minatori gallesi in sciopero. Per intenderci, la storia vera cui è ispirato il film Pride, di cui abbiamo discusso ad Atlantide il 24/1/15.

Buona visione!

https://www.youtube.com/watch?v=DOd–T40c-A

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Sab 24/1/2015 – “Pride” o dell’intersezionalità delle lotte

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Il film “Pride” (2014), di Matthew Warchus, al di là di alcune semplificazioni e stereotipi, ha emozionato ma soprattutto fatto discutere sulla storia di LGSM (Lesbian and Gay Support the Miners), i gruppi LGBT che nel 1984 hanno appoggiato la dura resistenza dei minatori contro il governo di Margaret Thatcher, impegnata, agli albori dell’attuale fase di ristrutturazione neoliberista, a “spezzare le reni al sindacato”.

Per saperne di più e ragionare sull’intersezionalità delle lotte queer di allora e di oggi, il Laboratorio Smaschieramenti invita alla visione collettiva di: “All Out! Dancing in Dulais” il documentario del 1985 realizzato dai gruppi LGSM (sottotitoli in italiano a cura di Smaschieramenti).
Ne parleremo con attiviste impegnate nella ricerca storica sui movimenti LGBTQI, nelle mobilitazioni dello sciopero sociale/sciopero dai generi e nella rete di donne, froce e queer verso il NoExpò Pride 2015.

sabato 24 gennaio @ Atlantide R-esiste

dalle 18.00 alle 21 (circa) ::: Proiezione e discussione
dalle 21 ::: chiusura per allestimento
dalle 23.30 ::: Pits&Perverts party (di autofinanziamento) con distribuzione gratuita con(fem)dom #safersex

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Gender Crash – finalmente l’opuscolo è on line!

E’ finalmente pronta la versione stampabile del dibattito con il collettivo ZarRaiot – Rachele Borghi, Marie Helene Bourcier,  Olivia Fiorilli, Lou Shone della tre giorni Gender Crash – frocizzare lo spazio pubblico.

Scarica l’opuscolo Gender Crash_ versione stampa.

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