Venerdì 14 maggio ad Atlantide “Rieduchescional Gender”

Laboratorio Smaschieramenti e Antagonismogay  

presentano

Rieduchescional gender

 

Presentazione di progetti cittadini sulla didattica e l’educazione di genere

 

Atlantide, Porta Santo Stefano, Bologna, Italy

venerdì 14 magio 2010

h. 19.30 aperitivo – h 21 presentazione

 

Per gli aperitivi deside(li)ranti Analeasy del testò, Atlantide ospita le operatrici e gli operatori della “didattica di genere”.

 

Leggere, scrivere e fare di conto. Non solo: la scuola è anche uno dei luoghi principali dove i ragazzi e le ragazze sperimentano quotidianamente il loro essere maschi e il loro essere femmine. Ma che Genere di educazione è? La scuola è in grado di svelare i modelli di genere dominanti, riesce a dare voce alla pluralità di esperienze maschili e femminili, o piuttosto ripropone e rafforza ruoli e stereotipi sessuali rigidi e preconfezionati? Scuola: luogo dove si recita a soggetto o trovano espressione le soggettività? Temi centrali nella formazione di tutti e tutte e che hannno sempre più visibilità all’interno dei programmi scolastici. Sebbene rimangano problemi e ostacoli di ogni tipo…

 

Ne parliamo con educatori e educatrici di:

 

Progetto Alice

Fiocco Bianco

Progetto Scuola Cassero

Etichette Stupide

Biblioteca vivente

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Venerdì 7 maggio ad Atlantide Intersex pride 2.0


Laboratorio Smaschieramenti & Antagonismogay
sono liete di presentarvi: 
 
Intersex pride 2.0

la quinta puntata di Analeasy del testò – l’aperitivo deside(li)rante

venerdì 7 maggio 2010
Atlantide, Porta Santo Stefano, Bologna

h 19.30 aperitivo
h 21 presentazione dell’esperienza fiorentina: primo punto di accoglienza italiano
per persone intersessuali e i loro famigliari e amic*


È possibile immaginare un mondo in cui le persone sessualmente ibride possano essere accettate e amate senza doversi trasformare in una versione del genere conforme alla norma?” (Butler, 2004)


A due anni dall’intersex Pride 2008, la lettera I ha inserito formalmente la soggetività intersessuale nel movimento LGBTIQ* del nostro scalcinato paese: siamo lontani  dall’emersione di un movimento, ma l’iniziativa di Firenze è un primo punto di visibilità della questione intersessuale, che ci riguarda tutt*…..

Ne parliamo con: Michela Balocchi (ricercatrice precaria)
e Beatrice Busi (precaria ricercatrice)

prossimi appuntamenti di Analeasy del testò:

venerdì 14 maggio
Rieduchescional gender
Presentazione di progetti cittadini sulla didattica e l’educazione di genere, con Progetto Alice, Fiocco Bianco, Cassero, Etichette Stupide


 
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Venerdì 30 aprile ad Atlantide “Maschile, genere ecoinsostenibile”

Laboratorio Smaschieramenti & Antagonismogay
sono liete di presentarvi:
 
Maschile: genere ecoinsostenibile
la quarta puntata di Analeasy del testò – l’aperitivo deside(li)rante

venerdì 30 aprile 2010
Atlantide, Porta Santo Stefano, Bologna

h 19.30 aperitivo
h 21 presentazione del libro “Essere maschi. Tra potere e libertà” di Stefano Ciccone

Che rappresentazione e uso facciamo del corpo maschile? Zucchina, fallo o territorio della soggettività? Cos’è e com’è il piacere maschile?
E’ possibile una soggettività critica e conflittuale che si fondi sull’esperienza maschile eterosessuale? E in quale relazione può stare con l’esperienza maschile gay e con il movimento lgbtqi?
Ne parliamo con: Stefano Ciccone (Maschile Plurale) e Matteo Cavalleri (Collettivo Millepiani)

prossimi appuntamenti di Analeasy del testò:

venerdì 7 maggio
Intersex pride 2.0
Presentazione del primo sportello di accoglienza per le persone intersessuali in italia, a cura del Centro lgbtq Ireos di Firenze, con Michela Balocchi

venerdì 14 maggio
Rieduchescional gender
Presentazione di progetti cittadini sulla didattica e l’educazione di genere, con Progetto Alice, Fiocco Bianco, Cassero, Etichette Stupide

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Venerdì 23 aprile ad Atlantide “Il tranquillo calduccio della paura”

Laboratorio Smaschieramenti e Antagonismogay presentano

 

Il tranquillo calduccio della paura

 

 

messa in (o)scena di un testo di Daniele Barbieri

Atlantide, piazza di porta S. Stefano 6

23 aprile 2010

h. 19.30 aperitivo – h 21 spettacolo

 

con Francesco Bruno e Gabriella Penna (from Frangette Estreme)

 

Il Laboratorio Smaschieramenti, attivo a Bologna dall’aprile 2008, con la sorellanza di Antagonismogay, ospita un reading teatrale del giornalista e scrittore Daniele Barbieri, nell’adattamento creato per l’occasione su misura per Atlantide.

Paura e desiderio sono da sempre i poli intorno ai quali noi esseri umani oscilliamo; ma perché prevale l’una o piuttosto l’altro?

E’ finito il ‘900, secolo delle speranze e degli incubi, della scienza liberatrice che si trasforma in tecno-vudù (tecnologia ovunque ma perlopiù incomprensibile). Ora può essere utile scrutare in quel magazzino di storie che nel ‘900 è stato definito fantascienza: incrociando il futuro prossimo (Ballard, Brown, Dick) con notizie, riflessioni, storie dell’oggi e del più recente passato (i nostri terrori, reali e immaginari, gli 11 settembre che abbiamo conosciuto e quelli che ignoriamo)

Paura delle leggi o del caos, degli alieni o piuttosto del troppo simile, dei mostri o invece dei normali. Esiste un alieno razziale, uno sessuale, uno sociale, uno mentale… Si può incontrare chi è affetto da manie da persecuzione e chi è perseguitato davvero e magari non lo sa…

L’evento è parte della rassegna Analeasy del Testò leggi il programma completo

Scarica la locandina di questo evento in formato pdf: http://smaschieramenti.noblogs.org/resource/generale/view/PRESENTAZIONE%2023%20APRILE.pdf

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AnalEasy del testò – l’aperitivo del venerdì

Le categorie M/F ti fanno venire la cervicale?

Dicono che sei una tipa tosta, ma non ami la rigidità?

Non sei un duro e sei stufo di chi ti dice che dovresti esserlo?

Non riesci più a confrontarti con il reale o è il reale che non vuole più confrontarsi con te?

Lo sforzo di fare un uso consapevole del testosterone ti sfinisce?

Sei stufo/a di raccogliere saponette senza che accada nulla?

allora sei pront* per

analeasy del testò

l’aperitivo deside(li)rante a cura di Antagonismogay e Laboratorio Smaschieramenti

video, libri, sogni, chiacchiere

Atlantide @ Porta Santo Stefano, Bologna

ogni venerdì, dalle 19.30 alle 23

scarica il volantino in grafica

La farcitura di analeasy del testò

9 aprile

Ore 21 La storia proibita degli Ottanta. Storia del movimento lgbt in Italia

Presentazione del documentario di Daniele Ongaro,”L’amore al tempo dell’AIDS”, con Nerina Milletti e Cristian Loiacono

16 aprile

Rigeneriamo culture, territori e immaginari: per una Mayday contro la violenza di genere

Presentazione dell’inchiesta curata da Laboratorio Smaschieramenti, Antagonismogay, Sexyshock, Frangette estreme e Comunicattive per la Mayday 2010

23 aprile

Ore 21 Il tranquillo calduccio della paura messa in (o)scena di un testo di Daniele Barbieri

30 aprile

Ore 21 Maschile: genere ecoinsostenibile

Presentazione del libro “Essere maschi. Tra potere e libertà” di Stefano Ciccone (Maschileplurale)

Con l’autore e Matteo Cavalleri (Millepiani)

7 maggio

Ore 21 Intersex pride 2.0

Presentazione del primo sportello di accoglienza per le persone intersessuali in italia, a cura del Centro lgbtq Ireos di Firenze

Con Michela Balocchi e Lollette (attivista intersex)

14 maggio

Ore 21 Rieduchescional gender

Presentazione di progetti cittadini sulla didattica e l’educazione di genere

con Progetto Alice, Fiocco Bianco, Cassero, Etichette Stupide.

scarica il volantino in grafica

www.antagonismogay.org http://smaschieramenti.noblogs.org infosmaschieramenti[chiocciolina]inventati[punto]org

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Arrestata una femminista a Perugia

Il Laboratorio Smaschieramenti è solidale con le/gli arrestati e con i loro compagni e invita tutte/i a diffondere la notizia e a partecipare alle numerose inziative in corso a Perugia.

Pubblichiamo il comunicato del Collettivo Femminista Sommosse di Perugia e il comunicato di CommonsLab, CSOA Ex Mattatoio e Collettivo Femminista Sommosse.

In fondo i link su cui è possibile trovare aggiornamenti.

 

12/4/10 

Care compagne tutte vogliamo denunciare un fatto gravissimo che è avvenuto
nella nostra città e che ha coinvolto tra gli altri una nostra compagna
del collettivo femminista sommosse e del gruppo del wendo.
Sabato sera era con altri compagni nel centro storico di Perugia a prendere
un aperitivo prima di partire per un concerto verso Fabriano.
Il gruppo di compagn* stava conversando quamdo si sono avvicinati 7 figuri,
che senza dare nessun segno di identificazione hanno chiesto loro i
documenti. Mikela ha rifiutato di darli, i "poliziotti" erano in borghese e
non mostravano alcun distintivo. Mikela è stata aggredita verbalmente e
fisicamente, è stata spintonata. Un compagno si è frapposto tra lei e un
poliziotto ed è stato immediatamente ammanettato: nel giro di pochi
minuti è nato un parapiglia in cui diversi compagni sono stati picchiati e
tra questi due compagni, Riccardo e Lorenzo, infilati dentro le volanti
prontamente sopraggiunte ed insieme a loro Mikela.
Chi di voi ha conosciuto Mikela, sa che Mikela è un piccola grande
compagna, straordinaria ed appassionata, sempre in prima fila, pronta a
mettersi in gioco e a lavorare con e per gli altri.
Abbiamo costruito insieme il nostro collettivo femminista ed insieme
lavorato sulle battaglie per il reddito, contra la violenza maschile e
contro il securitarismo.
In una città, Perugia, sempre più piena di telecamere e in cui i
controlli o meglio i "rastrellamenti" sono diventati all’ordine del giorno.
Una città che si è trasformata in un carcere all’aperto.
Oggi ci sarà il processo in direttissima, oltraggio,e restistenza
aggravata son i capi di imputazione. Mikela sta facendo la sua tesi sulla
città e la sicurezza da un punto di vista di genere. Abbiamo fatto insieme
una video-ricerca: "Safety or security? Quale genere di sicurezza per la
mia citta?" che proietteremo presto ovunque: abbiamo provato a decostruire
il concetto ideologico di sicurezza che per le donne significa stare tutte
a casa magari a farsi picchiare dal marito.
Mikela ha detto no. Ed insieme a lei, arrestata senza alcun motivo,o per
non essere rimasta a casa nella prigione sua prigione domestica, Noi
diciamo no. Non resteremo a casa e non ci faremo intimorire: dall’avanzata
delle destre, dalla gestione securitaria della crisi economica, dal
razzismo, dal sessismo.
Noi non abbiamo paura!

Sommosse Perugia

 

LA CITTA’ E’ DI CHI LA VIVE

12/4/10 

Alle ore 21: 00 di sabato sera alcuni ragazzi si trovavano in Piazza IV Novembre a Perugia a bere una birra insieme prima di cena.

Un gruppo di persone si è avvicinato chiedendo loro i documenti, senza identificarsi o mostrare un distintivo. Uno dei ragazzi ha chiesto quale fosse il motivo del riconoscimento e in una frazione di secondo è stato ammanettato. Chiunque si avvicinasse veniva malmenato e allontanato violentemente.

Sul posto sono immediatamente arrivate due volanti, che ne hanno portati via tre. Successivamente sono stati arrestati.

Vogliamo denunciare questo grave episodio che riteniamo di sopraffazione e di violenza nel clima sempre più irrespirabile di questa città, in cui sembra vigere una sorta di coprifuoco dove i vigilanti hanno un potere di discrezionalità pressochè assoluta.

Sabato è successo a tre persone le cui reti di amicizia e di relazioni hanno provocato una risposta immediata, ma sappiamo anche che questo tipo di comportamento da parte delle forze di polizia è all’ordine del giorno, tollerato, quando non deliberatamente richiesto, dal governo della città in nome della sicurezza.

Quale sicurezza?

Decine di posti di blocco ogni sera sulle strade del centro storico, poliziotti in borghese, vigilanti e pattuglie a presidiare le piazze e le vie principali, ordinanze comunali che, limitando l’orario di apertura dei locali del centro, credono di rendere la città sicura mandando tutti a letto presto.

Non è la città deserta dopo l’una di notte, a renderci sicuri. Non è la città svuotata di spazi di socialità e di cultura a renderci sicuri. Non è la città vetrina per turisti a renderci sicuri.

L’unico effetto di questa politica per la ‘sicurezza’ è criminalizzare i comportamenti e i differenti stili di vita!

A Perugia sembrano avere legittimità solamente massoni, costruttori, faccendieri e narcotrafficanti. Loro si che si sentono sicuri!!!!

Perugia puzza di deserto. Un deserto che mira ad entrare nelle nostre esistenze per saccheggiarle e svuotarle.

La sicurezza, invece viene dalla tranquillità di poter vivere la propria città a seconda dei bisogni e desideri di ciascuno. Tutto questo non può prescindere da un’agibilità sociale che naturalmente avviene in uno spazio cittadino che è e deve rimanere comune!

Al contrario in questi ultimi anni gli spazi cittadini, dai parchi alle piazze del centro e non solo, sono stati sottratti alle persone, svenduti agli interessi privati e di conseguenza posti sotto controllo.

In quanto persone che vivono la città rivendichiamo il diritto a riprenderci gli spazi comuni per poter vivere liberamente le nostre vite!!!!

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Smaschieramenti aderisce a No Vat 2010

 

ROMA – sabato 13 febbraio 2010

Manifestazione Nazionale NO VAT

Autodeterminazione laicità antifascismo antirazzismo liberazione

Il 13 Febbraio 2010 per il quinto anno scendiamo ancora in piazza contro il Vaticano per denunciarne l’invadenza nella politica italiana: è infatti uno degli attori che agiscono nelle complesse dinamiche di potere sottese a un sistema autoritario e repressivo.

L’11 febbraio 1929 i Patti Lateranensi sancivano la saldatura tra Vaticano e regime fascista, oggi le destre agitano il crocefisso per legittimare un ordine morale in linea con l’integralismo delle gerarchie vaticane, lo strumentalizzano per costruire un’identità nazionale razzista e una declinazione della cittadinanza eterosessista e familista.

Da una parte le destre criminalizzano immigrate ed immigrati, istigano a una vera “caccia all’uomo”, li/le rappresentano come la concorrenza nell’accesso alle risorse pubbliche mentre nessuno affronta il problema di un welfare smantellato e comunque disegnato su un modello sociale che non c’è più. D’altra parte la chiesa cattolica  legittima esclusivamente questo modello di società, basato sulla famiglia eterosessuale  tradizionale, sulla divisione dei ruoli sessuali, dove un genere è subordinato all’altro e lesbiche, gay e trans non hanno alcun diritto di cittadinanza.

Su un altro fronte, destra moderata e sinistra riformista attuano il tentativo di procedere ad un’assimilazione selettiva dei soggetti minoritari sulla base della disponibilità espressa a offrirsi docilmente a legittimare discorsi razzisti, eterosessisti e repressivi. E’ prevista l’inclusione solo di quelle soggettività che non mettono in discussione il potere: c’è un piccolo posto anche per gay, lesbiche e trans e per altre figure della diversità, purché confermino l’ordine razzista, sessista e repressivo.

In questo quadro, nel movimento lgbtq, abbiamo assistito alla comparsa di “nuovi” soggetti che ne usano le parole d’ordine per produrre un ribaltamento della realtà: a protezione delle soggettività supposte deboli pongono i loro carnefici. Chi legittima questi “nuovi” soggetti, contribuisce a produrre un ulteriore spostamento a destra, a normalizzare la presenza delle destre radicali nel dibattito pubblico.

Fuori da queste lotte interne al potere,  dobbiamo constatare la diffusa e asfissiante presenza di un’etica cattolica, un modello di politica che propone come uniche alternative di “rinnovamento” il moralismo e il giustizialismo. Sappiamo che se oggi  il Vaticano appare meno interventista è solo perché non ne ha bisogno: già nel nostro paese possiede il monopolio dell’”etica” che abbraccia indistintamente governo e opposizione parlamentare che fanno a gara – come sempre – ad inginocchiarsi all’altare del giustizialismo e del buonismo ipocrita.

Respingiamo il tentativo di  espropriare anche i movimenti di lesbiche, gay, trans e femministe, di categorie fondamentali quali l’antifascismo, altrimenti l’ambiguità politica finirebbe per rendere le nostre soggettività complici di quest’ordine morale e politico che concede una legittimazione vittimizzante e minoritaria in cambio dell’assuefazione alla repressione.

Contrastiamo questo potere che, dove non addomestica, reprime e, attraverso l’ordine morale vaticano, assume dispositivi di disciplinamento e controllo sociale che negano qualunque tipo di autodeterminazione: l’autodeterminazione sociale ed economica dei e delle migranti, l’autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita di donne, gay, lesbiche e trans,  ogni percorso di autorganizzazione, di dissenso e di conflitto.

Denunciamo che quando il  processo di addomesticamento non si compie viene utilizzato il carcere, il CIE (centri di identificazione ed espulsione), la repressione, la paura, la noia, la solitudine, l’intimidazione e la criminalizzazione per neutralizzare gli elementi di dissenso non previsti e non gestibili: migranti, movimenti, studenti, lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e.

Riaffermiamo che antirazzismo, antifascismo, antisessismo sono  lotte, necessarie l’una  all’altra, da condurre anche contro l’uso strumentale delle libertà di donne e lgbt per rafforzare e legittimare un modello razzista.

Portiamo in piazza i nostri percorsi di autodeterminazione nell’acutizzarsi della crisi economica e dello smantellamento dello stato sociale – in particolare della scuola e dell’università –  che tanto spazio lascia alle imprese private e  confessionali.

Riaffermiamo le diversità e le differenze sociali, sessuali, culturali, contro l’identità nazionale razzista e eterosessista che ci vogliono imporre e contro l’ordine morale vaticano.

Portiamo in piazza i nostri percorsi di liberazione per ribadire la nostra volontà di agire nello spazio pubblico per produrre trasformazione sociale e culturale.

Per adesioni: adesioni(at)facciamobreccia.org – www.facciamobreccia.org

 

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da King kong theorie, di Virginie Despentes

"Questa immagine della prostituta, che si ama tanto esibire, privata di tutti i suoi diritti, della sua autonomia … ha molteplici funzioni. In particolare: far vedere agli uomini che hanno volgia di andare a puttane fino a che punto devono abbassarsi per farlo. Anche loro vengono ricondotti nel matrimonio, direzione cellula familiare: tutti a casa. E’ anche un modo di ricordare loro che la loro sessualità è necessariamente mostruosa, fa delle vittime, distrugge delle vite. Infatti la sessualità maschile deve restare criminalizzata, asociale e mincciosa. … Quando si impedisce alle puttane di lavorare in condizioni decenti, è evidentemente con le donne che ce la si prende, ma si controlla anche la sessualità degli uomini. … La questione non è solo di nascondere agli occhi di quanti abitano sul lungofiume in centro, ai più ricchi di noi, questa popolazione povera. Passando attraverso il corpo della donna, strumento decisamente essenziale all’elaborazione politica della mistica virile, il governo decide di deportare fuori dalle citta il desiderio bruto degli uomini. … Le donne sono lacerate fra queste due opzioni incompatibili (madre o puttana). E gli uomini sono bloccati di fronte a quest’altra dicotomia: quo che li eccita deve restare un problema. Soprattutto, nessuna riconciliazione, è un imperativo. Perchè gli uomini hanno questo di particolare, che tendono a disprezzare ciò che desiderano, così come a disprezzare se stessi per la manifestazione fisica di questo desiderio. Fondamentalmente in disaccordo con se stessi, si eccitano per ciò di cui hanno vergogna.

Una frase mi ha segnata, ripetuta varie volte dai clienti, uomini diversi, dopo sedute diverse fra loro. Mi dicevano, con un tono dolce e un po’ triste, comunque rassegnato: "E’ a causa dei maschi come me che delle femmine come te fanno quello che fanno". Era un modo per ricollocarmi al mio posto di ragazza perduta, dal momento che non davo abbastanza l’impressione di soffrire per quello che facevo. Era anche una frase che esprimeva quanto confrontarsi con il proprio piacere sia doloroso per i maschi: quello che mi piace fare con te è necessariamente portatore di sventura. Faccia a faccia con il loro senso di colpa. Necessità di vergognarsi del proprio piacere, anche quando trovasse soddisfazione in un contesto che non fa del male e che soddisfa in egual modo entrambe le parti. Il desiderio degli uomini deve ferire le donne, macchiarle. E, di conseguenza, colpevolizzare gli uomini. Non è una fatalità, ancora una volta, ma una costruzione politica. Gli uomini attualmente non danno segnali di volersi liberare da questo genere di catene. Anzi.

…. 

Nei film, l’attrice hard ha una sessualità maschile. Si comporta esattamente come un omossessuale in una back room. Viene messa in scena nei film come una che vuole del sesso, non importa con chi, che ne vuole attraverso tutti i buchi, e ne gode ogni volta. Se si guarda un film a luci rosse eterosessuale, ci si rende conto ch è sempre il corpo femminile a essere valorizzato, mostrato, sul quale si punta per fare effetto. … Lo spettatore si identifica soprattutto con lei, più che con il protagonista maschile. Così come ci si identifica spontaneamente con chi viene messo in valore, in qualsiasi tipo di film. Il porno è anche il modo in cui gli uomini immaginano ciò che farebbero se fossero delle donne, come si applicherebbero per soddisfare altri uomini, per essere delle gran zoccole, delle mangiatrici di cazzi.

… 

Piace parlare delle donne, agli uomini. Così possono evitare di parlare di sè. Come si spiega che in trent’anni nessun uomo abbia prodotto il più piccolo testo innovativo rispetto alla mascolinità? Loro che sono così chiacchieroni e così competenti quando si tratta di concionare sulle donne, perchè questo silenzio su ciò che li riguarda? Infatti sappiamo che più parlano, meno dicono. Dell’essenziale, di quello che hanno veramente in testa. Vogliono che parliamo di loro, a nostra volta? per esempio, volgiono sentirsi dire a cosa assomigliano, visti dall’esterno, i loro stupri collettivi? Si direbbe che vogliono vedersi scopare, guardarsi reciprocamente il cazzo, essere insieme mentre hanno l’erezione, si direbbe che ahnno voglia di metterselo nel culo. Si direbbe che hanno paura di confessare a se stessi che ciò di cui hanno veramente voglia, è di scopare gli uni con gli altri. Agli uomini piacciono gli uomini. Ci spiegano ogni momento quanto amano le donne ma sappiamo tutte che ci dicono delle frottole. Si piacciono, tra di loro. Si scopano attraverso le donne, molti di loro pensano già agli amici quando sono dentro a una fica. Si guardano al cinema, si affibiano dei bei ruoli, si trovano potenti, fanno gli spacconi, non smettono di compiacersi di essere così belli, forti e coraggiosi. Scrivono gli uni per gli altri, si congratulano, si sostengono. Hanno ragione. ma a forza di sentirli lamentarsi che le donne non scopano abbastanza, che non amano il sesso come dovrebbero, non capiscono mai niente, non si può fare a meno di chiedersi: cosa aspettano per incularsi? Su, coraggio. Se vi può rendere più sorridenti, vuol dire che va bene. ma, tra le altre cose che sono state loro inculcate, c’è la paura di essere una checca, l’obbligo di essere attratti dalle donne. Allora, rigano dritto. Sbuffano, ma obbediscono. Di sfuggita, prendono a sberle una ragazza o due, furiosi di doverci avere a che fare.

… 

Lo stupro, d’accordo, è triste, ma bisogna andarci piano con i vagiti, signore. Troppo poco dignitosi. … Nascondete le vostre ferite, signore. Potrebbero dar fastidio al torturatore. Essere una vittima dignitosa. Cioè che sa tacere

Vuoi che tutti ti vedano come una donna cui è successo questo? E come puoi esserne uscita viva, senza essere una zoccola patentata? Una donna che avesse tenuto alla propria dignità avrebbe preferito farsi ammazzare. La mia sopravvivenza, in quanto tale, è una prova che parla contro di me. Il fatto di essere più terrorizzata all’idea di essere ammazzata che di essere traumatizzata dai colpi di reni di tre balordi, appariva come una cosa mostruosa"

Virginie Despentes, King kong girl, Einaudi, 2007 (King kong theorie, Edition Grasset & Fasquelle, 2006)

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Cinture di castità, di Diane di Prima

"Sì, era bello essere la donna di tre uomini, ciascuno col suo trip, ciascuno voleva una cosa diversa, in modo che il mondo si allargava, e interagiva, com una foto impresionata tre volte, creando uno spazio infinito. Da allora ho scoperto che di solito è bene essere la donna di molti uomini, o essere una delle molte donne sulla scena di un uomo, o essere una delle molte donne in una casa con molti uomini, con una situazione complessiva mutevole e ambigua. Quello che non è bello, quello che è claustrofobico e mortale, è il solito rapporto a due. Va bene per un fine settimana, o un mese in montagna, non va bene per il lungo periodo, non va bene una volta che entrambi vi siete detti che così deve essere tutta la vostra vita. Allora inziano innumerevoli pretese, e inganni per evitare la noia, e la lenta inesorabile chiusura dell’infinito orizzonte divino, come i muri incandescenti che si stringono intorno al protagonista nel Pozzo e il pendolo di Poe, muri che si chiudono implacabili a soffocare completamente la vita nel vostro modno.
Nel Medioevo c’erano le cinture di castità ma quelle, almeno, si potevano affrontare, con un seghetto se non altro. Ai tempi dei nostri genitori c’era il matrimonio, e a volte c’è anche oggi, e anche quello è abbastanza brutto, ma è una formula legale, e si può risolvere con un altro po’ della stessa roba, di altre carte. E’ spiacevole, ma è solo un aspetto del mostro. Il vero orrore, l’incubo in cui la maggior parte di noi trascorre la vita adulta, è l’insidiosa e ben radicata fede nel mondo a due. Il mondo di "questo è mio marito". Vivi con un uomo, e cominci ad avere delle pretese nei suoi confronti. Vivi con cinque, e hai le stesse pretese, ma allargate, ambigue, indefinite. Ciò che non è soddisfatto da uno, verrà facilmente soddisfatto dall’altro, nessuno si sentirà frustrato dai sensi di colpa e di inadeguatezza, e nessuno verrà messo con le spalle al muro da richieste che non può esaudire…"
 
(Diane di Prima, Memorie di una beatnick, 1969)

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Da Scontro di civiltà per un ascensore a piazza vittorio, di Amara Lakhous

Decimo ululato (L’incubo di Amedeo)

da Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a piazza vittorio, ed. E/O, 2006 

 

Mi ha svegliato poco fa l’ospite delle tenebre, lo stesso incubo che viene a trovarmi ogni tanto. Non torno a dormire. Che cos’è l’incubo? L’incubo è un cane feroce. Mio nonno era un contadino, non ha mai abbandonato il suo villaggio nelle montagne di Djurdjura e mi diceva sempre: “quando un cane ti annusa non scappare, rimani fermo e fissalo negli occhi. Vedrai, farà un passo indietro. Invece se scappi ti correrà dietro e ti morderà.” Io non fuggo di fronte agli incubi. Li guardo in faccia ricordando tutti i dettagli. Li sfido senza paura, perché il cesso è la tomba dell’incubo. Eccolo l’incubo in versione integrale:

Vedo… vedo me stesso uscire dal buco della vita coperto di sangue. I cuori dei parenti battono molto forte. Avanti, mamma! Mia madre lotta contro i dolori del parto e alza la testa con difficoltà. Prima di asciugarmi le lacrime e di stampare i primi baci sulle mie guance rosse, mia madre dà un’occhiata con angoscia e ansia al di sotto dell’ombelico. Adesso tira un lungo sospiro. Dio e santi hanno accolto la sua implorazione.

– Dhakar! Dhakar! Dhakar!(1)

– Yuuuuuyuuuuuuyuuuuuuuuuuu…

Così accolgo la vita con le lacrime e lei, la vita, mi accoglie con gli zagharid (2). Non importa se il neonato dhakar sia bello o brutto. Non importa se il neonato sia sano o malato. Non importa se il nascituro… non importa… non importa. Ciò che importa è che è un dhakar. Anzi, ciò che conta alla fine non sono io. Quello che conta veramente è il mio dhakar.

Vedo… Vedo il mio dhakar o il dhakar della mia famiglia crescere fino al momento della circoncisione. Vedrò il mio sangue scorrere e maledirò gli zagharid che soffocherano il mio singhiozzo. Ricorderò gli zagharid della nascita un’altra volta e vedrò il mio sangue cadere a gocce per terra. Perchè hanno sgozzato il dhakar? La chiamano la festa della purificazione! A loro il canto, il ballo e la gioia e a me il dolore, le lacrime e la sofferenza: quello che mi fa male è di non essere stato consultato. Ma a chi appartiene il dhakar, a me o a loro? Vedrò il dhakar crescere e militare in clandestinità. E in fretta la piccola testa rossa entrerà nella vita pubblica con il matrimonio. Così il mio dhakar si sposa e io mi trovo nei guai. La prima notte di matrimonio il mio odio per chi mi ha ingannato aumenterà.

Vedo… vedo me stesso di fronte al muro della verginità. La muraglia cinese! Le montagne dell’Himalaya! Quanto sono triste per gli anni perduti. Mi hanno detto che l’adulterio viene punito con cento frustate. Mi hanno combattuto con tutte le armi: Dio, i profeti, i santi, la religione, la consuetudine, la buona condotta, il giudizio della gente, l’Aids. Così saliamo sul ring come due pugili al loro primo match. Lei ha paura e anch’io. I consigli, le raccomandazioni rimarranno fuori dalla nostra camera da letto. Però lei ha più paura di me. Mi faccio coraggio con un bicchiere o due e con qualche sigaretta. Cosa le dico? Non le dirò nulla. Le mie parole la incoraggeranno e mi indeboliranno. Vittima o carnefice! No c’è altra scelta. Non alza gli occhi. Ha paura più di me. La bacerò? La carezzerò? Cos’è questo tira e molla? Tutti aspettano dietro la porta. Le bocche delle donne sono piene di zagharid. Maledetti zagharid! Deve penetrare il muro. Questo è fuori discussione. Potrebbe tradirmi all’ultimo minuto, e pagherei un prezzo troppo alto. Io non mi fido di lui. Non mi fido di nessuno. Potrei cadere nella trappola della magia delle donne cattive che rubano la virilità ai maschi. E sarei colpito dalla maledizione di marbout (3). Ma è il signor dhakar a salvarmi da questa notte folclorica. Dai, avanti! Non si sentiranno zagharid se non scorrerà il liquido sacro. Il dhakar è il coltello che sgozza la verginità. Avanti! Sangue! Sangue! Sangue! Sangue! Sangue! Sangue!

– Yuuuuuuyuuuuuuyuuuuuuuu….

Vedo… vedo me stesso uscire dalla camera coperto di sangue. La mia famiglia, quella della sposa e gli ospiti mi assaltano come vespe che si accaniscono su una carogna. Dopo un po’ sento dei denti dentro la mia carne, vedo il mio sangue per terra, apro gli occhi con difficoltà e vedo tanti lupo che mi circondano da tutte le parti…

 

 

  1. In arabo significa sia maschio che pene

  2. Acuto ululato tipicamente femminile che sottolinea particolari momenti di gioia.

  3. Stregoneria femminile che causa l’impotenza sessuale.

Pubblicato in Citazioni | Commenti disabilitati su Da Scontro di civiltà per un ascensore a piazza vittorio, di Amara Lakhous