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Presentazione di “Tenetevi il matrimonio e dateci la dote”
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Molteplici corpi, generi e sessualità, un’unica classe – dichiarazione congiunta Stati Genderali – GKN
Siamo etero-, omo-, bi-, trans-, disabili, neurodivergenti, siamo classe, con la sua irrefrenabile voglia di vita. E la vita non si compone solo di ciò che ti permette di arrivare alla fine del mese. La vita è dispiegare la tua identità. È ciò che mangi, dove vivi, l’aria che respiri, ciò che ami, chi ami, come ami. Difendiamo il lavoro non solo come mera riproduzione dei nostri bisogni economici, ma come attività umana finalizzata alla realizzazione armoniosa di ogni bisogno umano.
Lo sfruttamento è una oppressione dalle mille facce, funzionali l’una all’altra, che si alimentano e si sostengono. La massimizzazione del profitto sulla nostra pelle si avvale anche dell’esistenza di ruoli di genere, di identità e orientamento sessuale.
Siamo classe e per dominarci è necessario dividerci. E per dividerci, niente è lasciato intentato.
La discriminazione sessuale e di genere ci attraversa, isolandoci. Non a caso i lavori più precari e sottopagati, le forme contrattuali più deboli, sono anche quelle più sessualizzate e razzializzate.
A questa ghettizzazione brutale, se ne aggiunge una più sottile. Il lavoro viene stereotipato sessualmente: il gay ed effemminato ben si accosta alla moda, al lavoro di cura, la lesbica ai lavori mascolini, gli uomini trans non sono nemmeno contemplati e le donne trans sono sempre sex workers da criminalizzare o stigmatizzare se non addirittura patologizzare. Che avvenga attraverso la discriminazione aperta o la ghettizzazione sottile, è sempre il corpo al servizio del lavoro. E non il contrario.
In un mondo in cui tutt* siamo espost_ al rischio di cadere nella disoccupazione, nella precarietà, in cui soffriamo la totale assenza di sanità, cure, tutele, chi soffre una doppia o multipla oppressione, rischia di cadere prima, rischia di cadere peggio.
Chi deve lottare quotidianamente per i propri diritti civili, contro il pregiudizio omofobico e transfobico, fatica doppiamente a lottare per salario e contratto, per i propri diritti sociali.
Al contempo i diritti civili, in presenza di discriminazioni sociali, risultano fruibili soltanto dalla parte privilegiata della società.
Siamo classe. E soffriamo dell’assenza di diritti civili ma anche della loro presenza ipocrita e parziale. Nessun diritto civile è realmente universale quando cade in un mondo diviso tra sfruttati e sfruttatori, tra precari e precarizzatori, tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.
Con questa dichiarazione bandiamo ogni contrapposizione formale tra lotta per i diritti civili e quella per i diritti sociali. La lotta per i diritti civili unifica e libera la radicalità della classe. La radicalità della lotta di classe rende i diritti civili veramente universali. Non si tratta quindi di sommare due lotte, di appiccicare un tema all’altro. Si tratta di prendere atto che la lotta è una ed è intersezionale.
È per questo, per altro, per tutto.
Siamo classe e non ci nascondiamo quanto ancora bassa e insufficiente la nostra consapevolezza, quanto i “nostri” siano attraversati da ogni forma di arretratezza omofobico e sessista.
Ma a maggior ragione, questo percorso di convergenza deve cominciare, senza timidezze e paure.
L’oppressione per genere e orientamento sessuale è sicuramente più antica del capitalismo, e così anche la discriminazione verso la disabilità fisica o la neurodivergenza. E in teoria, superficialmente e nella sua versione presuntamente progressista, questo sistema rigetta tali discriminazioni. Nella pratica, il binarismo forzato e il patriarcato sono un ingranaggio fondamentale e inscindibile dell’oppressione sociale. Non solo sono utile strumento del “dividi e comanda”. Sono anche elementi imprescindibili della disciplina sociale, di una vita dove la soggettività si adatta alle forme economiche e non viceversa.
Le leggi antidiscriminazione sul luogo di lavoro in Italia sono tremendamente insufficienti, e i percorsi per attuarle sono sempre tortuosi, burocratici, avvilenti: delle corse a ostacoli spesso insormontabili e spesso anche economicamente insostenibili. Chiediamo una piena loro attuazione ed estensione. Ma questo è il minimo sindacale.
Chiediamo nuovi diritti civili, nuove leggi e nuove norme contrattuali che aderiscano alla molteplicità di bisogni e soggettività. Chiediamo formazione dentro i luoghi di lavoro, come parte integrante della salute e sicurezza sul lavoro, e dentro le stesse organizzazioni sindacali.
Chiediamo tutto ciò che è necessario perché nessuna soggettività debba più nascondersi dentro un luogo di lavoro. E proprio per questo in verità vogliamo riconquistare e conquistare diritti per tutta la classe: abolire il precariato e gli appalti, che sono le forme principe della paura e del ricatto, abrogare il jobs act e reintrodurre l’articolo 18, tutela principe contro ogni discriminazione politica, di genere, religiosa, sindacale, di opinione ecc.
Vogliamo salario e reddito adeguati, un numero congruo di ore di lavoro, i permessi necessari per malattie, ferie. Vogliamo una sanità pubblica, gratuita ed efficiente.
Oggi ribadire questi concetti è ancora più vitale. Con l’arrivo delle elezioni e lo spettro della vittoria della Meloni, il rischio è che si contrapponga all’avanzata della destra una generica difesa dei diritti civili. I diritti civili diventerebbero così il volano di un amorfo movimento democratico, slegato da questioni sociali, salariali e sistemiche.
Noi andiamo nella direzione opposta, nella totale convergenza e intersezionalità delle lotte. Ci avete affossat* bocciando il Ddl Zan, tanto quanto approvando il Jobs Act. Ci avete attaccato sui diritti sociali e siete stati immobili sui diritti civili. Non avete diritto a farvi paladini né degli uni né degli altri.
E i nostri corpi non sono arruolabili nel gioco delle parti. Per quanto ci riguarda l’alternativa non è tra Governo vecchio e Governo nuovo, ma tra mondo vecchio e mondo nuovo.
Dalle lotte per la giustizia climatica e dal processo che si è attivato attorno alla Gkn, sono arrivate indicazioni e ispirazioni. Lo stato di emergenza in cui viviamo è la regola; tocca a noi far esplodere la vera l’urgenza delle nostre rivendicazioni e di un cambiamento dell’intero sistema. Insorgere per convergere, convergere per insorgere. Per cambiare i rapporti di forza, qui e ora. Non c’è ribaltamento di rapporti di forza sociale se non cambiano rapporti di forza fra generi.
Dentro questa convergenza, possiamo aspirare a combattere insieme le arretratezze interne alla nostra classe. Dentro questa convergenza, il movimento transfemminista LGBTQIA+ può coltivare l’estremo bisogno di essere sempre meno rituale, più radicale e di massa.
In un mondo che affonda nella guerra, nella crisi idrica e nello sfruttamento, chi è doppiamente oppresso affonda due volte e più rapidamente. Non sappiamo quanto tempo ci rimane.
A monte il capitalismo ci divide, a valle lo sfruttamento e l’oppressione ci accomunano.
Teniamoci liber*, teniamoci pront* per quest’autunno.
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Solidarietà a Porpora
Esprimiamo solidarietà alla nostra compagna Porpora Marcasciano, consapevoli che non basta. Troppe volte proviamo a chiederci cosa ci salvi e cosa ci condanni, e quasi sempre la rabbia e il dolore sono le risposte che restano addosso e dentro. Sappiamo quale sia la radice dell’odio che ci investe come persone queer, la stessa che opprime donne, persone razzializzate, disabili e lottiamo ogni giorno che ci è dato, con il solo sostegno dei nostri mezzi e delle nostre comunità. Di una società che non si ferma mai a interrogarsi, delle istituzioni che lavorano alacremente solo per peggiorare le condizioni materiali delle nostre vite, portiamo il peso senza avere nulla più delle nostre voci, inascoltate, derise, minimizzate, ma mai dome. Della nostra rabbia facciamo bagaglio per diffondere cura, amore, gioia, cultura, e finché ci sarà dato di lottare continueremo a voler vivere, e non solo sopravvivere. Il nostro abbraccio collettivo ci dà forza ma abbiamo bisogno di coltivare antidoti al bullismo, alla violenza, alla presunzione di essere migliori e di poter esercitare la forza e il sopruso su chi esprime la propria diversità.
Con orgoglio andiamo avanti, ci stringiamo e diamo il meglio di noi stessx, e con i nostri corpi sfacciati di fronte a quelli “normali”, continuiamo a chiedere ogni giorno: è questo il mondo che volete?
Laboratorio Smaschieramenti
Questo è il post in cui Porpora denuncia quanto accaduto (dalla sua pagina facebook, 30 agosto 2022):
LA VIOLENZA CHE CI SOMMERGE: NOI SAPPIAMO
Questa volta il “grido” non è un semplice slogan di denuncia, contro qualcuno o qualcosa, ma un grido di dolore personale e intimo perché mi riguarda, perché mi ha toccato personalmente, in maniera assurda, inaspettata, disumana. Il 24 Agosto, l’indomani dell’ennesimo femminicidio a Bologna, proprio mentre interrogavo la mia coscienza sul cosa fare dopo quel terribile gesto è toccato a me.
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E’ uscito “Tenetevi il matrimionio e dateci la dote. Il lavoro riproduttivo nelle relazioni di intimità, solidarietà e cura oltre la coppia nell’Italia urbana contemporanea”
E’ uscito “Tenetevi il matrimionio e dateci la dote. Il lavoro riproduttivo nelle relazioni di intimità, solidarietà e cura oltre la coppia nell’Italia urbana contemporanea“, il libro che racconta l’autoinchiesta del Laboratorio Smaschieramenti sulle relazioni, la riflessione condotta nel SomMovimento NazioAnale sulle altre intimità e il neomutualismo, e la genesi del concetto di “lavoro del genere” e di “sciopero dai generi” a partire dalla rilettura queer del dell’analisi dei Comitati per il salario al lavoro domestico.
Vai alla pagina del libro sul sito dell’editore – Leggi l’indice
Il libro è basato sulla tesi di dottorato di Ale/Leo Acquistapace ed è stato pubblicato grazie al premio studi lgbit del circolo Maurice di Torino (il ricavato finanzierà la pubblicazione della prossima tesi vincitrice del premio).
Grazie alle To/Let per l’immagine in copertina, che riprende un momento del loro wall painting ad Atlantide nel 2010.
Ci vediamo in autunno per presentazioni e dibattiti!
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Contrassegnato altre intimità, autoinchiesta, relazioni, relazioni senza nome
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Accessibilità Rivolta Pride
Per venire incontro alle diverse e varie necessità dei nostri corpi e favorire una migliore accessibilità e attraversabilità del Rivolta Pride di sabato 25 abbiamo pensato ad alcune cose:
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Contrassegnato accessibilità, rivolta pride, Rivolta Pride Bologna
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Comunicato del Rivolta Pride su Polis Aperta
A pochi giorni dal Rivolta Pride ci teniamo a sgomberare il campo da qualsiasi fraintendimento rispetto alla partecipazione dell’associazione Polis Aperta alla manifestazione che attraverserà le strade di Bologna il 25 giugno.
Il Rivolta Pride nasce da un percorso assembleare dal basso che coinvolge decine di associazioni, singole e realtà LGBTQIAP+, nato in occasione della mobilitazione #moltopiudizan. Abbiamo scelto di chiamarci Rivolta in connessione con la notte del 28 giugno 1969 allo Stonewall Inn, quando un gruppo di trans e frocie si rivoltarono contro l’ennesima retata della polizia di New York ai danni della comunità queer che animava il quartiere Greenwich, dando vita al primo Pride della storia.
Quello spirito è quello che anima ancora il Rivolta Pride, la volontà di ribellarsi a tutti i sistemi di potere, portata avanti dalle fasce più marginalizzate della società: le persone trans, le travestite, le persone nere e latine, le sex worker, le phroci3, le lesbiche, le persone senza documenti, le soggettività che maggiormente subivano e subiscono ancora oggi la repressione violenta della legge.
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Contrassegnato polizia lgbit, rivolta pride, Rivolta Pride Bologna
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22 giu 2022: S-beauty Farm verso il Rivolta Pride
Non sai cosa mettere al pride perché il tuo armadio è vuoto… oppure troppo pieno? Vuoi cambiare taglio di capelli ma i parrucchieri uomo/donna non fanno per te? Non sai con chi andare al pride perché sei appena arrivatə e/o non parli italiano? Sai dipingere divinamente labbra, unghie, capelli, striscioni rivoluzionari per il pride? Anche se non lo sai fare, vieni lo stesso! Ci vediamo per scambiare/regalare vestiti, fare trucco e parrucco, cartelli e striscioni, cena, drinks, socialità multilingue antirazzista. Il ricavato servirà a pagare le spese di viaggio a persone LGBTQIA+ rifugiatə che vogliono partecipare al pride da altre città.
Dalle 17 raccolta vestiti e cosmetici, dalle 18.30 apre la Sbeauty Farm.
A cura di Queers Against Borders e B-Side Pride
نحو ثورة الفخر . لا تعلم ماذا ترتدي في الفخر لأن خزانتك فارغة ؟ او ممتلئة جداً !
تريد تغير قصة شعرك لكن مصففي الشعر رجال / نساء غير مناسبين لك؟ لا تعرف مع من تذهب للفخر لانك وصلت للتو او لا تتحدث الايطالية؟ تحتاج لرسم الشفايف وقص وصبغ الشعر وطلاء الاظافر؟
حتى لو كنت لا تعرف ان تفعل هذا ، تعال نلتقي لتبادل الملابس والمكياج و الشعر المستعار وكتابة اللافتات مع العشاء والمشروبات و التواصل الاجتماعي متعدد اللغات والثقافات المناهض للعنصرية مع افراد مجتمع الميم.
سيتم استخدام عائدات الدفع لصالح اللاجئين اللذين يرغبون في المشاركة من مدن اخرى.
برعاية ” مثليين ضد الحدود ”
بي_سايد برايد
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Contrassegnato b-side pride, queers against borders, Rivolta Pride Bologna, scuola italiano
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RIVOLTA PRIDE 2022: perché la rivolta è desiderio!
Anche il 2022 è Rivolta Pride!
Siamo una rete di attivist*, collettivi e associazioni che a partire dalle mobilitazioni per #moltopiudiZan ha portato nel 2021 più di 30 mila persone nelle strade di Bologna. Si tratta di un percorso orizzontale e assembleare che vuole portare a un reale cambiamento della società, costruendo un’alleanza tra soggettività e soggetti politici diversi. Questa rete è parte del movimento “Stati Genderali” e contribuisce alle lotte sul livello nazionale, scaturite dal dibattito parlamentare sul ddl Zan e dal suo affossamento: un provvedimento non basta. Abbiamo deciso insieme di riprendere parola e spazio contro la violenza sistemica: rimettiamo al centro le nostre vite materiali e i nostri bisogni!
Per Cloe, per Sasha, per tutt*
Uno studente, un ragazzo trans di nome Sasha, non attraverserà più le aule della sua scuola. Un’insegnante, una donna trans di nome Cloe Bianco, si è tolta la vita con un gesto che ha drammaticamente definito una “liberazione”, da tempo ormai non poteva esercitare il suo lavoro.
Tutto questo fa male.
Stando alle motivazioni del tribunale presso cui aveva fatto ricorso, Cloe è stata sospesa dall’insegnamento perché non aveva preparato abbastanza l* student* alla sua affermazione di genere. I soliti pretesti: la “protezione” moralista di bambin* e ragazz*. Una morbosa attenzione verso le giovani “coscienze” che – nel mentre che tutto il mondo è in fiamme – risuona come un espediente trito e ritrito.
Il tentativo è quello di “contenere” corpi e pensieri che esulano dalle norme patriarcali attraverso lo spauracchio dell’ideologia gender. Il risultato è una scuola che troppo spesso agisce vere e proprie forme di violenza istituzionale. È anche attraverso un sistema educativo ancora poco attento alle differenze e all’inclusività che questi confini sono infatti imposti e regolati fin dalla più giovane età. Ma la scuola è altro, attraversata da generi, classi sociali, provenienze e diverse abilità, la scuola è nel mondo.
Sono le e gli student* a gridare oggi sempre più forte il loro desiderio di sapere, di essere accettat*, di conoscere le differenze, le esperienze non eterosessuali, il consenso, la sessualità e l’affettività. E insieme a molt* di noi, a domandarsi come si difendono questi corpi e questi pensieri.
Proviamo rabbia e dolore nel trovarci una volta ancora a contare le e gli assenti. Possiamo solo promettere che non ci fermeremo, che non vogliamo lasciare indietro nessun*. Ci uniamo in un abbraccio a tutta la comunità trans e queer, consapevoli che serve molto più di una politica delle alleanze.
Priorità alla scuola
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Contrassegnato cloe bianco, scuola, transfobia
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L’amicizia come modo di vita
E’ stata pubblicata su “Machina” la trascrizione e in parte la rielaborazione della tavolta rotonda “L’amicizia come modo di vita” tenutasi a Bologna, presso il Centro sociale della pace, il 5 marzo 2022, nel contesto del seminario “Latenze: Seminario disperso sui modi di nascondersi” organizzato dal gruppo di ricerca Dalla Ridda con la partecipazione, tra gli altri, di Leo del Laboratorio Smaschieramenti che parla della nostra autoinchiesta sulle altre intimita’.
Il testo e’ a cura di Carolina Gervasi. Buona lettura!
https://www.machina-deriveapprodi.com/post/fare-e-disfare-l-amicizia?fbclid=IwAR1ssdMKqQqnumlImjZdYoqpukbF9fe0TaxczmiguocAEcpDtT0T21I3fWs
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