Appunti su una città che torna indietro, solidali perchè
autogestione è resistenza e trasformazione
Cambia il protagonista, non la trama. Dallo sceriffo al commissario,
al cinema Bologna va in scena il solito vecchio film. Il Comune ha
deciso che l’esistenza dello spazio libero autogestito Vag61, da sei
anni in via Paolo Fabbri 110, ancora una volta debba essere messa in
discussione. Film già visto, questa volta tocca a Vag61 ma come
sempre
nel mirino non c’è solo questa o quell’altra esperienza: c’è
un’idea
e una pratica, una realtà ed un orizzonte. Per uno spazio che
quotidianamente produce cultura, libera socialità, elaborazione
politica ed informazione in questa città non c’è posto. O così
vorrebbero gli occhi bendati di chi l’amministra, naturalmente. Chi
la
vive, invece, sa che Vag61 e gli altri spazi autogestiti
rappresentano
una ricchezza, una via di fuga, una freccia all’arco del mutamento.
Sullo schermo scorrono scene già viste. Normalizzazione di tutto
ciò
che in città sfugge alla triste macchina del dominio, della
speculazione, dello sfruttamento. Espulsione, soprattutto dal salotto
buono del centro, di tutto ciò che sabota gli ingranaggi della
governance costituita e dissente dall’asfissia del pensiero unico.
Altre scene, in parte nuove, si aggiungono in questo periodo di tagli
indiscriminati alla cultura e ai servizi sociali. Dal Governo
all’amministrazione comunale si declina un disegno tanto semplice
quanto devastante: far pagare la crisi, fino all’ultimo euro e
all’ultima lacrima, a chi è più esposto e debole.
Sul piano della cultura, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
L’impoverimento e l’appiattimento, a suon di decurtazioni e grandi
non-eventi, avanzano. Di fronte a questa realtà, ciò che gli spazi
autogestiti mettono in campo offre un porto franco che, pur restando
spesso giù dal palco dell’ufficialità, ricama un tessuto
insostituibile di produzioni, sperimentazioni, contaminazioni. Dentro
le mura degli spazi ma anche fuori, carburante di qualcosa di più
che
alternativo.
Per accorgersi delle rovine che stanno prendendo il posto dei servizi
socio-assistenziali, invece, bisogna addentrarsi tra le pieghe della
città perchè tutto sembra avvenire sotto una cortina di pura
omertà.
Il decentramento dei servizi e la gestione affidata alle Asp si sono
rivelati un fallimento, mentre proprio attorno a Vag61 si può
registrare cosa avviene quando i tagli passano dai freddi calcoli di
palazzo alla realtà quotidiana: chiude il Drop In di via Fabbri e si
stravolge la funzione del dormitorio di via Sabatucci, tanto per fare
due esempi. Discutere sui giornali del “piano freddo”, una volta
all’anno, proprio non basta.
A fare da set è una città che continuano ad alimentare di paura.
Tanto
dal centrodestra, che ripropone su scala locale il razzismo e
l’autoritarismo su cui costruisce le proprie basi il Governo. Tanto
dal centrosinistra, che dopo aver brandito selvaggiamente la clava
della legalità si è trovato con un sindaco inquisito ma prosegue
sulla
strada della “fermezza” nascondendo tutto sotto un tappeto di
primarie
e campagne elettorali. Non a caso ieri come oggi questa è la città
in
cui si protrae all’infinito la triste commedia della campagna
antigraffiti e si ripropongono le crociate contro i lavavetri, la
città del carcere più sovraffollato d’Italia e dei migranti prima
sfruttati e poi gettati in un Cie, degli sgomberi, del centro vietato
alle manifestazioni e della criminalizzazione del dissenso. La
città,
allo stesso tempo, degli eserciti di precari e dei licenziamenti, dei
posti di lavoro che svaniscono e del welfare tradizionale che mostra
tutta la propria inattualità, delle migliaia di famiglie sotto
sfratto
e degli immobili lasciati vuoti.
Navigando in queste acque agitate gli spazi autogestiti affiancano
alla promozione del conflitto sociale, leva indispensabile per
un’indispensabile trasformazione dell’esistente, la proposta di
progetti per sostenere i lavoratori colpiti dalla crisi, scuole di
italiano per migranti, corsi di formazione, palestre
popolari,sportelli o altre forme di autotutela, socialità
demercificata ed iniziative di solidarietà.
E’ questo ciò che si vorrebbe colpire. E’ questo che ancora una
volta
sfuggirà alla trappola senza sottrarsi alla sfida.
Vag61
Bartleby
Tpo
Xm24
Atlantide
Crash!
Circolo Berneri
Lazzaretto
Livello 57
Circolo Iqbal Masih
Nuova Casa del popolo di Ponticelli