MANIFESTAZIONE NAZIONALE A BOLOGNA: CORTEO SABATO 28 OTTOBRE – ORARI E INFO LOGISTICHE –

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A BOLOGNA: CORTEO SABATO 28 OTTOBRE
– ORARI E INFO LOGISTICHE –
Ⓐ CONCENTRAMENTO: Piazza dell’Unità ore 15.00
 ➞ passaggio del corteo vicino a Piazza XX settembre: punto di ingresso accessibile
Ⓑ Via Indipendenza
Ⓒ Via Dei Mille
Ⓓ Piazza dei Martiti
Ⓔ Via Marconi
Ⓕ Piazza Malpighi
Ⓖ ARRIVO: Piazza San Francesco: qui si terranno gli interventi dalle 18.00 fino alle 20.00 circa.
 Il giorno dopo, 29 ottobre, è inoltre prevista l’assemblea nazionale di Stati Genderali (a breve info dettagliate e ODG).
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Raccolta fondi per la manifestazione del 28.10 a Bologna!

Abbiamo bisogno del tuo aiuto!

👉https://www.produzionidalbasso.com/project/le-nostre-vite-valgono-unit-contro-la-violenza-di-stato-manifestazione-nazionale-bologna-28-ottobre-2023/

🩵Fai una donazione per sostenere la manifestazione in modo che sia più aperta, accessibile e attraversabile per tuttə.

Non abbiamo sponsor, siamo noi le nostrə sponsor

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28 e 29 ottobre – Manifestazione e assemblea nazionale degli Stati Genderali

A Bologna mobilitazione nazionale con corteo il 28 ottobre ed assemblea nazionale il 29 ottobre. Per info e adesioni scrivere a lenostrevitevalgono[punto]sg@gmail.com – in fondo la lista delle adesioni in aggiornamento – sui social di Stati Genderali, le info aggiornate sul corteo e l’assemblea.

Al grido “Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato”, le realtà e le persone lgbtqiapk+ e disabili riunite negli Stati Genderali, invitano tuttə a scendere in piazza il 28 ottobre a Bologna in una mobilitazione nazionale contro gli attacchi di questo governo a tutte le persone che non rientrano nella loro idea di famiglia mamma-papà-bambino e di sessualità etero, monogama e morigerata. Dagli attacchi alle famiglie con due madri o due padri, alla propaganda “anti-gender”, questa violenza istituzionale legittima e fomenta le oppressioni che già subiamo nella vita di tutti i giorni, e si traduce sempre più spesso in violenza verbale e fisica. Continua a leggere

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Il 22 Ottobre saremo in piazza a fianco del popolo Palestinese

Il 22 Ottobre scendiamo in piazza insieme ai giovani p4l3stinesi di Bologna per chiedere il cessate il fuoco, la fine della rappresaglia israeliana sui civili di Gaza e dell’occupazione illegittima dei territori. 
Saremo in piazza per esprimere la nostra vicinanza alle attiviste lesbiche, femministe e frocie p4l3stinesi, con le quali più volte abbiamo collaborato fin dai tempi della missione di diplomazia dal basso “Queer for peace”
Scendiamo in piazza insieme alla società civile di mezzo mondo che in questi giorni non si è fermata nemmeno di fronte al divieto di manifestazione in USA, Francia, Germania, insieme alla sinistra israeliana e addirittura ai parenti delle vittime degli attacchi di Hamas che chiedono la fine dei bombardamenti e dicono “basta” al drammatico spargimento di sangue. Rivendichiamo il diritto a manifestare in Europa e nel mondo, chiediamo il rilascio immediato dell’attivista palestinese Mariam Abou Daqqua a Marsiglia, e riteniamo che la messa al bando delle iniziative pro-Palestina e addirittura dell’espressione artistica e letteraria di scrittrici palestinesi che sta avvenendo in molti paesi europei sia estremamente ingiusta e pericolosa.

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Coming Out Day con PLUS

Partecipiamo all’evento di PLUS APS “Coming Out Day – Soggettività desideranti”

Ci hanno chiesto di condividere un coming out “collettivo” e questo è quello che ci è venuto in mente, mettere a nudo la realtà tragicomica di stare in assemblea online/offline!

  • Ciao ame
  • ciao
  • A: Chi siamo?
  • B: Noi e poi c’è X online
  • C: Anche Y ha chiesto di fare online,ha detto che si è rotta un’unghia e non se la sente di uscire
  • B: Anche Z è online, è la prima volta che partecipa
  • A: Ok, a me non funziona discord però
  • C: Vabbè telefoniamo
  • A: A tutte?
  • C: sì abbiamo tre telefoni, poi li mettiamo vicini così si sentono
  • A: sembra una seduta spiritica così ma ok
  • B: chi prende il report?
  • A: io però non ho il computer, lo scrivo a mano e poi domani lo trascrivo e ve lo mando
  • C: Cos’abbiamo in odg?
  • B: Abbiamo un odg abbastanza snello: dobbiamo solo parlare dell’ultima assemblea di Rivolta, dell’ultima asse Stati Genderali, della prossima di Rivolta tenendo presente cosa è stato detto in Stati Genderali, della prossima di Stati Genderali tenendo presente quello che sarà stato detto in Rivolta, poi dobbiamo sistemare le ultime cosine per la manifestazione del 28 ottobre, tipo dobbiamo decidere il percorso, cosa fare per il palco, l’ordine degli interventi, ah dobbiamo scrivere un intervento, pubblicare tutte le informazioni, fare le grafiche… cosine così
  • A: ma non sono cose che deve fare rivolta o stati genderali? 
  • B: Be sì chiaro ma intanto portiamo delle idee alle prossime assemblee 
  • A: giusto
  • B: poi ci hanno invitate alla presentazione di un libro, è un libro sull’impatto di Foucault sulla popolazione delle suore… La presentazione è dopodomani a Messina, ho detto di sì perché mi sembra ci sia tutto il tempo, sono solo 750 pagine 
  • A: scusa, per il report, c’era un punto o una virgola dopo “Messina”?
  • B: Un punto e virgola
  • C: ah poi ci hanno chiesto di scrivere un pezzo per un altro libro sulla questione delle sfamiglie, la scadenza è questo fine settimana e dobbiamo scrivere minimo 300 pagine, ho detto di sì perché anche per questo c’è tempo
  • A: ah poi dobbiamo decidere cosa dire al coming out day, quello è urgente, siamo letteralmente già lì
  • B: ah giusto, magari partiamo da questo
  • C: scusate, io intanto ordino del cibo, qualcunu vuole qualcosa?
  • B: comunque abbiamo tempo no? Ci hanno detto che abbiamo 45 minuti giusto?
  • A: No no 5 minuti
  • B: aaah ok, va bene, allora magari sì partiamo da questo
  • C: cosa vogliamo dire?
  • B: Raccontiamo un po’ cos’è il laboratorio smaschieramenti e cosa stiamo facendo in questo periodo? Tipo “Nato da un’iniziativa di Antagonismogay nella primavera del 2008 e dalla necessità di lasciarsi interpellare dal separatismo strategico della grande manifestazione contro la violenza maschile sulle donne del 25 novembre 2007, il laboratorio Smaschieramenti nasce inizialmente come spazio di discussione e riflessione sul desiderio (del) maschile.”
  • C: perché sai a memoria quello che c’è scritto sul blog parola per parola? 
  • A: magari qualcos’altro? Qual è il nostro desiderio? Che coming out vogliamo portare?
  • C: Ma soprattutto: cosa direbbe Foucault di questa ingiunzione a confessare tutto,a scoprire e dire tutta la verità su di sé,la propria sessualità,il proprio desiderio?
  • B: Magari parliamo delle realtà che attraversiamo? Rivolta, Stati Genderali… e perché lo facciamo? Magari dire che vogliamo superare la falsa dicotomia tra movimenti dal basso e istituzionali perché nei fatti nel tempo questa distanza ha solo depotenziato le lotte e soprattutto di fronte all’analisi di realtà col governo neofascista che abbiamo non possiamo permetterci di avere le associazioni come nemico?
  • C: Posso dire una cosa?
  • A: Sì però va sottolineato che non è un “volemose bene” ma sono processi anche molto conflittuali e difficili da tenere insieme
  • C: volevo dire che…
  • A: ma quindi per parlare di smaschie parliamo di rivolta e stati genderali? 
  • B’ Be sì abbiamo la tendenza a “scioglierci” nei percorsi di cui facciamo parte…forse il nostro desiderio in questo momento è smettere di proteggere il nostro piccolo gruppuscolo e la sua identità e “scioglierci” in un movimento più ampio, che dia respiro a un desiderio più grande, di un mondo e una vita diversi?
  • C: Va bene dai, chi scrive questo intervento allora?
  • A: Mah,non credo sia necessario, l’abbiamo già fatto
  • C: dovremmo farlo più spesso, è più comodo così, meno sbatte
  • B: ok dai allora abbiamo finito
  • A: ma ci restano ancora 17 punti all’odg
  • B: vabbè dai quelli li sciogliamo in chat, tanto sono solo cose organizzative, poi ci vediamo comunque per le altre assemblee, questa settimana ne abbiamo 23, se serve ci vediamo prima e parliamo
  • C: questa cosa non ha mai funzionato nella storia
  • B: vabbè ma stavolta vedrai che lo facciamo davvero
  • va bene ame, ciao
  • ciao
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Con la Spezzona Criticona Pride Off

È ormai chiaro il bisogno di confronto, partecipazione e soprattutto politicizzazione degli spazi dei pride – ci sono luoghi però dove questo bisogno non solo non viene ascoltato, ma viene respinto con prepotenza.

Rimini è uno di questi luoghi, noi eravamo lì con le persone e attivist* che animano le lotte in città in modo intersezionale, così come la cultura antifascista, antirazzista, antiabilista, anticapitalista, ambientalista, antispecista e transfemminista.

La gestione “blindata” di cortei così importanti e visibili come i pride è una modalità che deve necessariamente essere superata per fare spazio invece all’allargamento del consenso e delle azioni/strategie di resistenza al neofascismo di questo governo. Non solo, siamo chiamat* ad esprimere le alternative che fino ad ora abbiamo vissuto e creato, perché un altro mondo è possibile.

La sede riminese di Arcigay ha dimostrato di non avere rispetto e riconoscimento della politica in sé, scavalcata dalla volontà di creare eventi neutri, innocui per il diletto del turismo eteronormato.

Ma a noi la città vetrina non ci abbaglia, ci vediamo ancora benissimo e siamo convint* che dentro l’associazione debba partire una riflessione su cosa e chi pensano di rappresentare, mentre spingono ai margini le minoranze, mettendo in prima linea corpi gay, cis, bianchi, abili e benestanti a provocare e ad agire violenza.

Arcigay Rimini e l’organizzazione del Rimini Summer Pride dovranno prendersi la responsabilità di essersi sottratt* sistematicamente al dialogo per poi aver creato ad hoc una situazione pericolosa per l’incolumità di tutt*.

Quando auspichiamo la costruzione di reti, assemblee aperte non ci dimentichiamo che non tutti i territori vivono le condizioni per il dialogo. Queste condizioni devono essere create, o resteremo un “tema” dei partiti che fino ad ora ben poco hanno fatto per i diritti delle persone LGBTQIAP+ e razzializzate.

Dove non è possibile continueremo a supportare le esperienze transfemministe che si impegnano per una lettura critica e non pacificata della realtà che ci circonda.

Siamo criticon*, sì, del Pride che si definisce “il più romantico d’Italia”, perché dal “romanticismo” alle botte purtroppo il passo è sempre troppo breve, e noi che lottiamo contro la violenza di genere e dei generi da molti anni lo sappiamo bene.

Un abbraccio all* compagn* che hanno saputo gestire in modo safer una situazione di aperta ostilità per permettere a tutt* di intervenire, ballare, rivoluzionare.

Ci vediamo sabato 9 settembre 2023 a Rimini e invitiamo tutt* le favolosità resistenti a portare il proprio sostegno alla Bicicheccata e a PrideOff Rimini.

Laboratorio Smaschieramenti

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Sulla violenza al Toscana Pride – la violenza istituzionale riguarda tuttu

Gli episodi di violenza avvenuti al Pride di Firenze ci dicono molto dell’attacco politico nei confronti della nostra comunità e di come i pride siano ancora oggi, e forse come non mai, occasione di espressione e di rivendicazione di questa conflittualità.

L’inquadramento e lo sfruttamento del nostro lavoro politico ed economico nella (contro)partita dei diritti civili ha favorito l’inasprirsi e il legittimarsi di una violenza non più mascherabile da operazioni di pinkwashing istituzionale e capitalista. Eppure, in questo momento di grave disgregazione, neutralizzazione e repressione dei movimenti sociali, i pride rimagono tra i momenti di lotta e di rivolta più partecipati e significativi, a dimostrazione del radicamento di questa forma di espressione e rivendicazione alla realtà conflittuale in cui le vite delle soggettività LGBTQIA+ si situano, ben al di là del conflitto che istanze politiche altre giocano sulla nostra pelle e attraverso i nostri stessi pride.

Questo ci carica di grandi responsabilità politiche nell’aprire spazi di orgoglio e autodeterminazione per la nostra comunità, nel costruire percorsi di condivisione e convergenza tra tutte le diverse componenti del movimento in una forma che unisca al conflitto (anche interno), la cura. Cura che questo spazio politico sia attraversato da tuttu in autonomia, che la sua gestione e la possibilità di un suo attraversamento non venga garantita da un patrocinio comunale o addirittura lasciata alla polizia, ma costruita collettivamente. Cura e riconoscimento dei bisogni specifici così come delle risorse reciproche, che vuol dire messa in discussione della logica dei servizi privati e delle concessioni isitutizionali così come del privilegio di chi non ne ha bisogno.

Da anni a Bologna stiamo facendo questo percorso che ha portato alla ripoliticizzazione del Pride e alla formazione di una assemblea cittadina aperta ed orizzontale che include singol* e realtà organizzate, associazioni e collettiv* in un percorso, quello del Rivolta Pride, che tende ad essere non meramente antagonista, ma contro egemonico rispetto agli standard neoliberali che si sono affermati in quasi tutti i contesti locali.

Ripoliticizzare vuol dire rimettere in discussione cosa è il pride, chi lo fa, come e perché, renderlo una manifestazione politica della comunità e del movimento nelle sue sfacettature e differenze. Costruire un’assemblea cittadina vuol dire dotare il territorio di uno spazio permanente lgbt+ e queer di confronto, elaborazione politica, intersezione delle lotte e mobilitazione, anche oltre la sola organizzazione dello stesso momento Pride. Tutto ciò non è evidentemente (ancora) avvenuto a Firenze e questo ha portato alla debolezza ed esposizione del corteo all’intrusione poliziesca.

Condanniamo fermamente la violenta repressione ai danni di una componente critica del pride, assieme a chi ad essa inneggia e la esalta e difende.

Siamo al fianco di chi è statu aggreditu e di tutta la comunità che ha vissuto con sconcerto la dinamica che si è creata. Invitiamo tutte le realtà fiorentine a reagire e a fare fronte comune: in una fase storica come questa, con il governo delle destre, l’assenza o insignificanza delle opposizioni parlamentari e sociali, abbiamo la responsabilità di superare le contrapposizioni interne al movimento e fare dei pride, e di tutte le manifestazioni politiche, dei momenti di resistenza e di avazamento delle nostre istanze e della loro connessione con altre lotte. Siamo sicure che le tante componenti critiche che si sono manifestate anche sabato scorso sapranno parlarsi e connettersi perché la violenza istituzionale ci riguarda tutt*.

#toscanapride

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Migrazioni queer: intervento di Zain al Rivolta Pride

Intervento di Zain – attivista rifugiato dalla Siria – al RIVOLTA PRIDE: LA MANIFESTAZIONE!

 VIDEO QUI

Rivolta PRIDE #rivoltapride #rivoltapride2023 #rivoltapridebologna #RefugeesWelcome #QueerMigrants

بينما نحن هنا نحتفل بالفخر في شوارع بولونيا و نطالب بحقوقنا علناً دون خوف او اختباء في الظلال، يعاني رفاقنا من مجتمع الميم – عين في بلادي العربية و في الدول الاخرى التي لا زالوا الى الان يمارسوا اقسى أنواع التعذيب في حقنا فقط لأننا ولدنا مختلفين و طالبنا بحقوق لم يفترض ان نضطر الى المطالبة بها من الاساس، و ضمن هذه اللحظات المميزة جدآ هنا في ايطاليا، تعرضت فتاة كوير للقتل على يد عائلتها التي تعاني من رهاب المثلية في فلسطين بسبب هويتها الجندرية و ميولها الجنسية. وهذه ليست اول حالة و لن تكون الاخيرة إذا ما صمدنا معاً متمسكين بأيدي بعض و حاربنا من اجل حقوقنا هنا او هناك و في كل العالم.

Mentre noi qui celebriamo il Pride per le strade di Bologna e rivendichiamo pubblicamente i nostri diritti senza paura e senza nasconderci nell’ombra, i nostri compagni/e LGBTQ stanno soffrendo, nei paesi arabi e in molti altri paesi dove ancora oggi vengono praticate le più atroci forme di tortura contro di noi, solo perché siamo nati diversi e rivendichiamo diritti che non era previsto che chiedessimo.

In questi giorni così speciali qui in Italia, una ragazza queer è stata uccisa dalla sua famiglia omofoba in Palestina a causa della sua identità di genere e del suo orientamento sessuale.

Non è il primo caso, e non sarà l’ultimo se non restiamo uniti mano nella mano e lottando per i nostri diritti, sia qui che in tutto il mondo.

ومن جانب اخر، وبعد الهروب من المعاناة و القتل الذي يحدث لنا في بلادنا و قدومنا الى اوروبا متأملين حياة افضل نجد اننا مضطرين الان لمواجهة مشاكل اخرى، مثل كوننا لاجئين في المرتبة الاولى.

D’altra parte, dopo essere fuggiti dalle sofferenze e dalla morte che dobbiamo affrontare nei nostri paesi ed essere venuti in Europa sperando in una vita migliore, ci troviamo ora costretti ad affrontare altri problemi, in primo luogo il fatto di essere persone rifugiate.

فما يحدث هنا من استغلال للاجئين غير عادل، كاضطرارنا الى العمل لساعات اكثر و رواتب اقل و توقع اصحاب العمل انه يجب علينا القبول بهذا الظلم بصدر رحب، هذا غير صعوبة ايجاد عمل اساساً.
وأيضاً مشكلة كالاجار بسبب رفض اصحاب البيوت التأجير الى اللاجئين.

Ciò che accade qui in Italia in termini di sfruttamento delle persone rifugiate è ingiusto, siamo costrette a lavorare per più ore con salari più bassi, e i datori di lavoro si aspettano che accettiamo questa ingiustizia di buon grado. Inoltre è molto difficile trovare lavoro, ed è problematico trovare una casa poiché molti proprietari si rifiutano di affittare a persone straniere.

والكثير من المشاكل الاخرى التي نواجهها هنا بعيدا عن كوننا من محتمع الميم.

Qui dobbiamo fronteggiare molti altri problemi, oltre il fatto di essere persone LGBT.

فهنا نجد مشاكل مثل عدم الاعتراف بالزواج من اللاجئين المثلييين و وعدم السماح لهم بالعيش ضمن نفس الدولة الأوربية بسبب اختلاف الاقامات او عدم امتلاك احدهم اقامة، على الرغم بأننا ضمن أوروبا، وتعديل القوانين باستمرار بما يضيق علينا حتى الحصول على الاقامة و الاوراق.

Qui andiamo incontro a problemi come il non riconoscimento del matrimonio per le persone rifugiate dello stesso sesso. Anche se ci troviamo in Europa, non ci è permesso vivere nello stesso paese europeo se abbiamo fatto i documenti in paesi diversi, oppure se uno dei due non ha il permesso di soggiorno, anche se siamo legalmente sposati con il nostro partner. E le leggi vengono modificate continuamente per rendere sempre più difficile l’ottenimento della residenza e dei documenti.

هذا غير مشاكل الطلاب الاجانب الغير لاجئين من مجتمع الميم هنا، كأعطائهم اقامة ليست اطول من سنة وتصعيب تجديدها عليهم و تجاهل انهم أيضاً ضمن مجتمع الميم و ان العودة الى بلادهم هي خطر واضح و صريح لاننا مع الاسف لم نتقدم خطوة واحدة لسن قوانين تحافظ على حياتنا و حقوقنا في بلادنا.

Poi ci sono i problemi degli studenti stranieri LGBT che non sono rifugiati politici: il loro permesso di soggiorno è valido massimo un anno ed è molto difficile da rinnovare. Viene ignorato il fatto che questi studenti e studentesse fanno anche parte della comunità LGBT e che sarebbero in grave ed evidente pericolo se tornassero nel proprio paese, perché purtroppo non abbiamo fatto un solo passo per emanare leggi che tutelino le nostre vite e i nostri diritti nei nostri paesi.

نستحق الحياة و الكرامة و المطالبة بحقوقنا بدون الاضطرار الى الموت و بدون الهرب من بيوتنا و عائلاتنا و وان نتعرض للنبذ في مجتمعنا.
ما يحدث الآن تذكير للضرورة الملحة على العمل من اجل تحسين الظروف بما يتجاوز مجرد البقاء على قيد الحياة.

Ci meritiamo la vita, la dignità e la rivendicazione dei nostri diritti senza rischiare di morire, senza fuggire dalle nostre case e dalle nostre famiglie e senza essere rifiutati dalla nostra società.

Ciò che sta accadendo in questo momento, ci ricorda l’urgenza di lavorare per migliorare le nostre condizioni della vita, al di là della mera sopravvivenza.

العنف يبقى عنف، و الجريمة تبقى جريمة و الحرية واحدة مهما اختلفت مطالبها ومهما حاولوا طمس هويتنا و اخفاء و تغيير الحقائق، نحن موجودون و باقون وعلى ناصية حلمنا بعالم افضل

La violenza rimane violenza, e il crimine rimane crimine, e la libertà è unica, anche se la rivendichiamo in modi diversi. Non importa quanto cerchino di oscurare la nostra identità e nascondere o cambiare la realtà, noi esistiamo e resistiamo, in piedi grazie al nostro sogno di un mondo migliore, perché l’amore rimane amore.

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Intervento del tavolo Relazioni e (s)famiglie di Stati Genderali al Rivolta Pride 2023

Da tre anni ormai, dopo l’affossamento della legge Zan, il movimento lgbitqiap+ si è riunito negli Stati GenDerali per inaugurare una nuova stagione. Il tempo della delega ai partiti è finito. Il tempo in cui sembrava che volessimo solo essere uguali alle coppie etero è finito.

Nella nostra comunità c’è una enorme ricchezza di relazioni di affetto, di intimità e di cura. Noi froce e trans lo sappiamo, lo abbiamo visto quando siamo scappate di casa o quando siamo emigrate: che ciò che conta non è il sangue. Ciò che conta è l’affetto, la cura, la condivisione delle sfighe e dei piaceri della vita. Nella nostra comunità ci sono famiglie fatte di amiche, di amici, di amanti poli, di coinquilin*, di lunghe catene di ex e di ex della tua ex che faranno per sempre parte della tua s/famiglia. Queste cose anche gli etero stanno incominciando a viverle , ma le hanno imparate da noi.

Di questo dobbiamo essere orgogliose: non solo abbiamo fatto figli anche senza il vostro permesso: noi abbiamo inventato nuove parentele, abbiamo inventanto nuovi valori, nuove forme di vita.

Allora noi non vogliamo soltanto “gli stessi diritti degli etero”… perchè anche gli etero ne hanno troppo pochi!

  • Noi vogliamo il matrimonio egalitario, il riconoscimento dei figli alla nascita,  l’adozione per tuttu, e molto di più.
  • Vogliamo casa e reddito per tuttu, e vogliamo spazi per la socialità e l’autorganizzazione queer. Perchè senza una tavola da apparecchiare, senza un letto dove scopare, e senza luoghi fuori casa dove socializzare non si possono costruire legami.
  • Vogliamo strumenti giuridici flessibili per modulare la condivisione di responsabilità anche con le amiche, con chiunque, non importa se scopiamo o no, non importa se siamo 2 o 3 o 10.
  • Vogliamo che in qualunque legame affettivo sia possibile assentarsi dal lavoro per prendersi cura delle persone care.
  • Vogliamo aumentare i congedi parentali retribuiti e quelli della legge 104 e vogliamo poter distribuire i giorni di congedo fra due, tre, quattro… enne care giver: non solo partner, ma amiche, nonne, nonni, zie biologiche e non.  
  • Vogliamo estendere il diritto ai congedi a tutte le categorie di lavoratori, lavoratorə e lavoratrici. E’ uno scandalo che ne siano esclus*, insieme a molte altre categorie, proprio le colf e le badanti, che per professione si prendono cura de* figli* e dei nonni di altr*.
  • Vogliamo il congedo di paternità obbligatorio e di durata uguale a quello di chi partorisce, perchè solo così si può combattere davvero la discriminazione delle donne e delle persone dotate di utero nel mercato del lavoro.
  • Vogliamo che i legami affettivi delle persone migranti siano tutelati dal rischio di espulsione: la protezione speciale per la tutela della vita personale che questo governo ha abolito, e lo ius soli che il governo precedente non ha volto fare.

Nelle nostre famiglie ci sono anche i nostri figli e le nostre figlie, i figli nostre amiche, dei nostri compagni di attivismo. Ci sono persone anziane.  Ci sono persone con fragilità emotive e di salute mentale, anche a causa dell’oppressione che subiamo. Allora noi pretendiamo un welfare che sollevi caregiver di ogni tipo e in ogni tipo di famiglia dall’estremo sfruttamento cui sono sottopostǝ, sia per l’ansia di arrivare a fine mese che per la mancanza di servizi, e lo vogliamo  non per dare più figli alla patria, ma per dare più più dignità alle persone.

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Intervento smaschie al Rivolta Pride 2023

Il nostro intervento al Rivolta Pride 2023

VIDEO QUI

Ci dicono che ci sono cose più importanti dei diritti sociali, variabili in base al caso: la crisi climatica, il lavoro, la guerra. Come se noi frocie vivessimo in un mondo parallelo popolato di unicorni arcobaleno, dove crisi climatica, guerra e tutti gli altri problemi del mondo non esistono. Come se ci fosse davvero distanza tra diritti civili e diritti sociali, come se noi non lavorassimo. Lavoriamo, e subiamo oppressioni multiple a causa proprio delle nostre identità queer dissidenti. Viviamo il costante paradosso di svanire sotto al peso delle supposte “cose più importanti”, e l’essere il centro del discorso politico sul piano internazionale: l’odio omolesbobitransafobico crea un fronte comune dagli Usa alla Russia, dove l’oppressione delle persone queer permette di superare qualsiasi divergenza politica. Negli Usa solo quest’anno sono state approvate 75 leggi contro le nostre vite, mentre la Russia di Putin pretende di considerare malate le persone queer, di guarirle con ogni mezzo e in modo coercitivo, e impedisce i percorsi di affermazione di genere.  Continua a leggere

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