Intervento smaschie al Rivolta Pride 2023

Il nostro intervento al Rivolta Pride 2023

VIDEO QUI

Ci dicono che ci sono cose più importanti dei diritti sociali, variabili in base al caso: la crisi climatica, il lavoro, la guerra. Come se noi frocie vivessimo in un mondo parallelo popolato di unicorni arcobaleno, dove crisi climatica, guerra e tutti gli altri problemi del mondo non esistono. Come se ci fosse davvero distanza tra diritti civili e diritti sociali, come se noi non lavorassimo. Lavoriamo, e subiamo oppressioni multiple a causa proprio delle nostre identità queer dissidenti. Viviamo il costante paradosso di svanire sotto al peso delle supposte “cose più importanti”, e l’essere il centro del discorso politico sul piano internazionale: l’odio omolesbobitransafobico crea un fronte comune dagli Usa alla Russia, dove l’oppressione delle persone queer permette di superare qualsiasi divergenza politica. Negli Usa solo quest’anno sono state approvate 75 leggi contro le nostre vite, mentre la Russia di Putin pretende di considerare malate le persone queer, di guarirle con ogni mezzo e in modo coercitivo, e impedisce i percorsi di affermazione di genere.  Continua a leggere

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LOTTA E CURA SENZA PAURA  – Rivolta Pride 2023

LOTTA E CURA SENZA PAURA 

Unitə contro la violenza di Stato!

Documento Politico del Rivolta Pride – Bologna, 1/07/2023 

Da quando l’attuale governo è in carica, la violenza contro lesbiche, gay, trans, bisessuali e tutte le dissidenze e le minoranze si è intensificata in tutte le sue forme: quella statale, sociale, legislativa e mediatica. Lo stop alla registrazione anagrafica deə bambinə delle coppie omosessuali, la retorica apocalittica intorno alla gestazione per altrə, gli attacchi all’educazione al genere nelle scuole sono attacchi diretti a noi, sono atti che ci designano come oggetto privilegiato dell’odio e del panico sociale. Ma questi provvedimenti sono anche un attacco alla libertà di tuttə, perché vogliono far passare l’idea che la gravidanza e la genitorialità, ma in particolare la maternità, non siano esperienze che possono essere risignificate, riorganizzate, gestite dal basso dalle persone direttamente coinvolte (come le donne hanno iniziato a fare a partire almeno dagli anni ‘60) ma debbano avere un’unica forma e un unico significato, imposto dal discorso neofascista. Continua a leggere

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Un sorriso per Valérie. Dona per le cure dentarie di una attivista trans che ha fatto la storia

  • Clicca qui https://sostieni.link/33865 per partecipare alla raccolta fondi per le cure dentarie di Valérie Taccarelli, una sorella e una compagna che ha fatto la storia del movimento frocio in Italia e che fra le tante altre cose è sempre stata al nostro fianco nelle iniziative ad Atlantide,  nelle campagne e nelle azioni di #queeringoccupy e Santa Insolvenza, nella costruzione della prima Consultoria queer, nelle assemblee, nei pride, in Facciamo Breccia e molto altro.
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Manifestiamo per Cloe e per tutt* a San Donà di Piave

Nella notte fra il 10 e l’11 giugno dell’anno scorso, Cloe Bianco ha scelto di darsi la morte; il suo corpo è bruciato insieme alla sua casa mobile in una valle delle Dolomiti del Cadore.

Cloe è l’insegnante trans che nel 2015 fu oggetto di sanzioni disciplinari e di una vera e propria gogna mediatica perchè era andata in classe con vestiti da donna, conformemente al genere che sentiva suo, spiegando semplicemente agli studenti che preferiva essere chiamata al femminile.

La sua scuola si trovava a San Donà di Piave, ed è lì che scenderemo in piazza domenica 18 giugno, per ricordare Cloe Bianco e perché non possiamo accettare che la scuola sia un luogo di violenza e di paura per insegnanti e student*.

Siamo trans, esistiamo, abitiamo le metropoli ma anche le province, lavoriamo nelle fabbriche, nelle strade e anche nelle scuole, studiamo nel sistema di istruzione di questo paese e non siamo più dispost* a nasconderci! Continua a leggere

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Tavolo (s)famiglie: diritti e welfare per tuttu

Comunicato del Tavolo (s)famiglie di Stati GenDerali verso la manifestazione del 20 maggio [rimandata per crisi climatica: seguiteci, presto uscirà una nuova data!!]

Il 20 maggio scendiamo in piazza contro la violenza di stato verso le persone lgbtqia e per difendere i valori della cura, della condivisione e della libertà nelle relazioni contro quelli della produttività, della performance, della maternità obbligatoria e della famiglia patriarcale in salsa moderna proposti da questo governo.

I momenti più bui spesso sono quelli in cui si prende più coraggio.

Non è più tempo di chiedere soltanto che le famiglie omogenitoriali abbiano “gli stessi diritti”  di quelle etero, anche perchè questi diritti sono insufficienti per tutt* i tipi di genitori. E non è più il tempo in cui le famiglie queer, da sempre esistite e fatte di amici, coinquilin*, amanti e parenti non biologici, avevano visibilità solo nei film di Ozpetek. Continua a leggere

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Comunicato di Rivolta Pride in solidarietà a Bruna, picchiata dalla polizia locale a Milano

La solidarietà e la vicinanza della comunità LGBTQIA+ di Bologna a Bruna, la donna trans picchiata dalla polizia locale di Milano lo scorso 24 maggio, sono tutt’uno con la nostra rabbia e la nostra determinazione a condannare la violenza delle forze di polizia, che da sempre si accanisce con particolare brutalità e con totale impunità quando si tratta di sex workers, di migranti, di donne trans, di gay, lesbiche e altre minoranze sessuali o di manifestanti.

Il pestaggio di Bruna è stato documentato in un video che è finito sui media, ma sappiamo che per ogni episodio che viene alla luce, altri mille restano non denunciati. Sappiamo anche che non si tratta di una brutalità commessa da soli 4 individui, ma di una situazione sistematica, ed è questa che vogliamo denunciare e condannare.

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(s)family night: ritratti di famiglie di ogni genere 12 Maggio

Mentre la destra cerca di imporre un modello di vita basato sull’eterosessualità obbligatoria e sulla famiglia nucleare, le nostre vite sono già popolate di una grande varietà di relazioni d’affetto, di intimità, di condivisione che ci permettono di resistere alla crisi e di continuare a vivere giorno dopo giorno nella nostra favolosità.
Coinquilin@ amorevoli, conquilin@ per caso, reti di amic@, famiglie con un padre di meno o uno di più, massaie critiche, parentele spurie, bambin@ con due mamme, con due papà o con più di due genitori e certamente con innumerevoli zie non biologiche… reti di affetti fatte di persone giovani e non, con persone che studiano, persone che invecchiano, persone disabili, spesso in viaggio fra Sud e Nord del paese o del mondo, in lotta nella ricerca di una casa, in lotta contro i generi tradizionali, in lotta per avere il tempo e lo spazio di vivere i propri affetti senza essere schiacciat@ dal lavoro.
Al centrosinistra che si riscopre paladino dei diritti delle famiglie omogenitoriali solo ora che non è al governo, rispondiamo “meglio tardi che mai”, ma anche che non è abbastanza. Le famiglie omogenitoriali sono una delle tantissime forme di affetto esistenti e il riconoscimento alla nascita è solo uno dei bisogni essenziali da garantire.
Verso la manifestazione nazionale lgbitquia+ del 20 maggio e verso il Rivolta Pride, un evento per riflettere sulle nostre rivendicazioni in materia di relazioni affettive, che vanno molto oltre l’omogenitorialità.

📍 h. 18:30 mostra dei ritratti di (s)famiglie realizzati in piazza l’8 marzo, + set fotografico + set video “Storie di (s)famiglie resistenti” + musica, aperitivo e birrette
📍 h. 20:00 talk “Diritti & welfare oltre la coppia”
📍 h. 21:00 djset dj Madre da v.a.k.k.a.
📍 h. 22:30 chiusura

🌈 A cura di Laboratorio Smaschieramenti, Collettiva Poliamorica, Collettivo AUT Giurisprudenza, Rete Genitori Rainbow, Rete per l’autonomia/Express Care, Famiglie Arcobaleno – È un evento del calendario Pride Rivolta Bologna.

12 maggio 2023 • ore 18-22:30 • @Centro sociale della Pace

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Manifestazione nazionale: Le nostre vite valgono Unitə contro la violenza di Stato

Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato

Al grido “Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato”, come realtà e singol* che attraversano o si sono avvicinate al percorso di Stati Genderali, invitiamo tuttə a scendere in piazza il 20 maggio a Bologna in occasione della mobilitazione nazionale contro i violenti attacchi di questo governo a lesbiche, trans, gay e a tutte le persone che non si conformano alle aspettative binarie di genere, al modello unico familista basato sulla coppia eterosessuale composta da un uomo e una donna e alla morale sessuale tradizionale. Il 17 maggio, nella giornata internazionale contro l’omolesbobitransafobia, saranno tante e diverse le iniziative nei territori, ma sentiamo il bisogno di un momento unitario per contrastare una violenza istituzionale che legittima e fomenta la violenza e l’oppressione che già subiamo nella vita di tutti i giorni.

La nostra piazza orgogliosa e resistente in contrapposizione alla piazza dell’odio organizzata a Roma dai movimenti anti-scelta, sarà l’occasione per far sentire forte la nostra voce e rivendicare le istanze che come movimento LGBTQIA+ abbiamo elaborato nel corso di un anno e mezzo di assemblee convocate a seguito della bocciatura del ddl Zan.

Sono rivendicazioni che riguardano l’autodeterminazione di genere, che necessita di una nuova legge che risponda realmente, al di là dei protocolli medici, ai bisogni e ai desideri delle persone trans* e non binarie. Riguardano il diritto di famiglia, che necessita dell’approvazione del matrimonio egualitario, del riconoscimento di forme di affettività e relazione altre rispetto alla coppia, del riconoscimento alla nascita dei figli di tuttə, della possibilità per tuttə di adottare e di accedere alle tecniche di riproduzione assistita. Riguardano l’abitare, ormai diventato un lusso in moltissime città italiane e ancor di più per le persone discriminate per genere, orientamento sessuale, razzializzazione e abilità fisica o neurodivergenza. Riguardano l’educazione nelle scuole e università, il diritto a ricevere informazioni adeguate fin dagli anni della formazione sull’affettività, sulla sessualità, sull’identità di genere e sul consenso liberi da bigottismo ed erogati da soggetti formati e competenti. Riguardano i diritti sul lavoro connessi alle nostre situazioni affettive, alla nostra condizione di discriminazione, ma anche alla nostra condizione di persone sfruttate che pretendono migliori condizioni contrattuali e salariali.

E sono la risposta più efficace alla violenza di Stato che subiamo da un governo fascista che nei nostri confronti ha una vera ossessione e che contro di noi agisce una autentica persecuzione. Noi non siamo l’arma di distrazione di massa di questo governo, non siamo l’argomento utilizzato per nascondere l’evidente inadeguatezza di chi è alla guida del Paese. Le nostre comunità non stanno inseguendo l’agenda politica del governo: è l’agenda politica del governo che sta inseguendo noi, e non per caso. Da anni la nostra visibilità, i nostri diritti sono sotto attacco. Un attacco che non riguarda solo noi persone LGBTQIA+. Con lo spauracchio dell’ideologia gender già da anni vengono cancellati progetti nelle scuole e nelle università, viene limitato il diritto ad abortire, vengono ostracizzati i percorsi di affermazione di genere delle persone trans* e non binarie e i/le figliə delle famiglie arcobaleno vengono privatə del diritto ad avere entrambi i genitori riconosciuti dallo Stato. Con la criminalizzazione delle persone migranti e l’invisibilizzazione delle persone razzializzate (entrambe le misure unite nella teoria del complotto della cosiddetta “sostituzione etnica”) un enorme numero di persone non può esercitare il proprio diritto di cittadinanza, o è imprigionata in strutture di accoglienza che in realtà si sono rivelati sistemi semi-carcerari spacciati per inserimento sociale, è esposta alla violenza costante della società circostante, delle forze dell’ordine e delle istituzioni; viene lasciata morire in mare.

Lo stigma sulla comunità LGBTQIA+ e sulle persone razzializzate era già sotto gli occhi di tuttə. L’avevamo già detto lo scorso autunno, lo ribadiamo: questo governo ci odia. La noncuranza che ha contraddistinto la maggior parte dei governi precedenti a questo, i giochetti parlamentari fatti sulla nostra pelle e sui nostri diritti, hanno avuto come risultato quello di creare un clima favorevole a questo attacco frontale e diretto. Alla crisi del sistema economico si fa fronte ricorrendo a politiche securitarie, aumentando la precarietà, non garantendo la sicurezza sul lavoro, non fornendo adeguati supporti a chi è senza reddito, aumentando il tempo di lavoro e riducendo quello di vita e di cura, depotenziando il welfare che si basa sempre di più sul lavoro non retribuito delle donne. Questa è la realtà che si nasconde dietro la becera morale nazionalista propagandata da questo governo, che colpisce chi lavora ma spacciando i propri provvedimenti come “bonus” emargina ancora di più i soggetti minorizzati, ci divide e ci spinge alla competizione invece che alla cooperazione.

L’obiettivo di questo governo non è distrarci, ma dividerci. Per questo motivo ci siamo unit3 alle piazze delle famiglie arcobaleno, alla mobilitazione dal 28 aprile convocata dalle persone migranti unite nel  coordinamento antirazzista #nonsullanostrapelle, al primo maggio delle realtà in lotta per il reddito, al corteo “Interruzione volontaria di patriarcato” del 6 maggio ad Ancona  organizzato da Non Una di Meno per difendere il diritto all’aborto, alle street rave parade contro la repressione del tempo libero, e abbiamo dato tutta la nostra solidarietà contro la criminalizzazione dell’attivismo ambientalista.

Per questo stesso motivo invitiamo chiunque a continuare questo percorso di costruzione di un’opposizione al governo plurale ma compatta, e a partecipare con noi alla manifestazione nazionale del 20 maggio.

Siamo noi, la vita.
Siamo i movimenti ambientalisti che pretendono la cessazione immediata delle attività inquinanti.
Siamo i movimenti transfemministi ed LGBTQIA+ che tessono relazioni e rivendicano autodeterminazione
Siamo i movimenti antirazzisti che abbattono le frontiere interne ed esterne agli stati
Siamo le mobilitazioni sindacali che pretendono dignità economica, sicurezza sul lavoro e diritto a lavorare meno.

Le nostre vite valgono, o non verrebbero così ferocemente attaccate. È tempo di lottare per riprenderci quel valore.

Ogni attacco a soggetti specifici, per dividerci e frammentarci, non ci troverà impreparatə: risponderemo con un’unica voce. È tempo di rivolta contro la violenza di Stato.

PER LE ADESIONI SCRIVERE A lenostrevitevalgono20m@gmail.com

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25 Aprile 2023 Intervento Smaschie al Pratello R’esiste

Oggi è l’anniversario della liberazione dal nazifascismo in Italia. Questa è una giornata oggi più che mai importante, non solo per la memoria storica, che in questo paese vacilla, ma anche e soprattutto  per la lotta attuale e futura. Il fascismo oggi è vivo e vegeto e si è reinstaurato cavalcando due onde: la comunità lgbtqiap+ e le  persone migranti.

A sinistra ci si racconta spesso che il governo fascista attacca  soprattutto frocie e migranti per sviare, per distrarre da altro, da qualcosa di ben peggiore, dai cosiddetti “veri problemi del paese”. Ebbene, non è così. Noi frocie e le persone migranti siamo al centro del discorso fascista perché la  nostra marginalità è centrale, dolorosamente centrale. La nostra  comunità non sta inseguendo l’agenda politica del governo, è  l’agenda politica del governo che sta inseguendo noi, perché questo è il fascismo: l’oppressione di quelle soggettività che abitano i margini, oggi come ieri ed un costante lavoro di egemonia culturale patriarcale e razzista iniziato nelle province ben prima dell’ascesa di questo governo.

noi lo sapevamo. Perché mentre si parlava di migranti come di schiavi, “risorse”, “capitale umano”, noi entravamo nel mondo del lavoro come “diversità” con contratti di serie b e dentro le aziende che si dicono liberal perché ci permettono di lavorare e ne fanno uno spot. lo sapevamo perché da anni la nostra visibilità, i nostri diritti sono sotto ricatto dappertutto. Con la cazzata dell’ideologia gender già da anni vengono cancellati progetti nelle scuole, nelle università, viene limitato il diritto ad abortire, ad essere informat* sulla propria identità di genere. Lo stigma sulla comunità LGBTQIAP+ e sulle persone razzializzate era già sotto gli occhi di tutt*. Per questo noi lo sapevamo mentre troppi chiudevano gli occhi di fronte all’ennesima violenza omolesbotransfobica.

 

Il fascismo oggi lo vediamo in modo lampante nei recenti attacchi alle famiglie  omogenitoriali, con le  pressioni che il governo Meloni sta  facendo su quei pochi sindaci responsabili, perché interrompano i riconoscimenti e le trascrizioni dellu bambinu delle coppie omosessuali e per annullare quelle già effettuate. Se non fosse  chiaro, il governo sta attivamente lavorando per rendere orfanu  questu bambinu, con il sostegno di sedicenti pro vita che non perdono occasione per  dimostrare quanto il loro interesse non sia mai stato difendere i  diritti dellu bambinu, ma solo controllare i corpi delle persone con  l’utero.

Questi attacchi sono in realtà attacchi a TUTTE le famiglie. Anche quelle poche persone che hanno una famiglia considerata “normale”, una famiglia “tradizionale”, qualunque cosa significhi, ciò che stanno togliendo a noi lo stanno togliendo a tuttu. Perché quello per cui stiamo lottando non è solo che ci facciano la grazia di considerare le nostre famiglie come quello che sono, cioè vere famiglie, ma vogliamo poterci prendere cura di tuttu lu nostru caru, non solo figliu, ma amanti, amicu, coinquilinu, compagnu e tutte quelle relazioni non riconosciute e quindi non tutelate e agli occhi dello stato proprio non esistenti. Vogliamo una riforma globale del diritto di famiglia che riconosca tutte quelle relazioni che già esistono ma che non sono considerate degne di tutela e riconoscimento. Non vogliamo soltanto gli stessi diritti delle famiglie eterosessuali, ma vogliamo molti più diritti per tuttu. Vogliamo che tuttu possano costruire e vivere i propri affetti senza l’oppressione delle discriminazioni, della mancanza di una casa, dello sfruttamento lavorativo e della mancanza di sostegno e servizi per le persone non autosufficienti di tutte le età.

Oltre a questi attacchi vediamo anche il recente panico sociale per la gestazione per altri come la riprova del fatto che l’Italia è cambiata: le destre hanno bisogno di usare questi mezzi viscidi e dannosi per continuare a spaventare un paese su cui evidentemente alcune vecchie retoriche non funzionano più altrettanto bene [wtf]. Dicono che la gestazione per altri equivalga a mettere in affitto il proprio utero e dicono che questo sia inaccettabile, al punto da volerlo rendere reato universale, dimostrando peraltro così la loro megalomania. Dicono che chiunque faccia la gestazione per altri deve per forza aver subito ricatti o comunque pentirsene dopo. Se vogliamo combattere lo sfruttamento e la ricattabilità, perché non partire dal combattere le disuguaglianze socioeconomiche? Se davvero il governo vuole impedire che le persone subiscano sfruttamento e ricatti, perché continua a regalare soldi pubblici alle aziende, a deregolamentare il mercato del lavoro, definanziare i servizi e a sostenere misoginia e omolesbobitransafobia?

Oltre a questo, con questa retorica il governo sedicente pro-vita schiaccia la libertà di autodeterminazione di tutte le persone assegnate donne, di tutte le persone con utero, lanciando loro il messaggio che il loro unico possibile destino è quello di essere madri e che non possono sfuggire a questo destino ineluttabile.

Attaccare la gestazione per altri è solo un altro mezzo per attaccare le persone lgbtqiap+, perché nessuno si sognerebbe di far pagare le conseguenze della criminalizzazione della gpa allu bambinu delle coppie etero, che restano la stragrande maggioranza di persone che vi accedono.

Il governo dimostra continuamente che il loro essere “pro-vita” vale solo per una vita teorica, sulla carta, non per quella reale e materiale di tutte quelle persone di cui pretendono di controllare i corpi e di tutte quelle che lasciano annegare in mare.

Quelle stesse persone che verranno ulteriormente criminalizzate e discriminate con il decreto Cutro, che vuole inasprire le pene per i cosiddetti scafisti, che per la maggior parte sono persone in fuga ricattate o costrette a svolgere questa funzione; il decreto aggiungerà altri paesi alla già aberrante lista dei paesi sicuri per le persone lgbtqia+, rendendo nei fatti impossibile l’accoglienza delle persone che scappano da questi paesi.  Abolirà la protezione speciale per come è adesso, che è uno strumento più flessibile dell’asilo politico che copre i casi di persone che non appartengono all’opposizione politica ma che sono comunque in pericolo nei paesi di origine, come appunto le persone lgbtqia+. La protezione speciale diventerà di un solo anno e rinnovabile una sola volta, dopodiché senza un lavoro le persone verranno cacciate. Anche persone ormai radicate sul territorio da anni potranno essere cacciate, ignorando la libertà di autodeterminazione e di decidere liberamente di dove vivere la propria vita. Essere froce, lesbiche e trans è pericoloso anche in Italia, lo sappiamo bene. Ma rifiutarsi di riconoscere la condizione di pericolo costante a cui la comunità lgbtqia+ è esposta in molti paesi significa negare loro la possibilità di scappare a questo pericolo e spesso a condanne a morte o a violenze di stato. Rifiutare di riconoscere il bisogno di accoglienza delle persone lgbtqia+ in fuga è un’ulteriore violenza omolesbobitransfobica di Stato.

È per questo e altro ancora che il 28 aprile saremo in piazza a Roma a fianco delle nostre compagne migranti, contro il decreto Cutro e contro il razzismo istituzionale nella manifestazione antirazzista #nonsullanostrapelle.

Ribadiamo ancora una volta che il fascismo è tornato al potere cavalcando i due cavalli della comunità lgbtqiap+ e delle persone migranti e saranno proprio queste soggettività a disarcionarlo. Uniamo le nostre lotte, vogliamo essere liberu di transitare tra generi e confini!

 

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Solidarietà alla Laboratoria Berta Caceres di Roma

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla Laboratoria Ecologista Berta Cáceres, sgomberata questa mattina.
Eravamo lì domenica a presentare “Tenetevi il matrimonio e dateci la dote” e a ballare nell’atrio della ex biglietteria rivestita di marmo e abbiamo visto e sentito con i nostri occhi e con i nostri culi quanto l* attivist* di Berta Cáceres avessero reso la stazione Prenestina, Roma e il mondo in generale un luogo più bello.
Invitiamo tutt* l* amic* e compagn* che si trovano in zona a sostenere le iniziative di Berta Cáceres e di PRiot oggi e nei prossimi giorni.
Viva la lotta fr0c1a per un pianeta migliore!
Estinguiamo l’eterosessualità obbligatoria!

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