#allrefugeesarewelcome

Abbiamo scritto insieme a Rivolta Pride il seguente comunicato #allrefugeesarewelcome

Avremmo voluto che l’afflato di solidarietà verso le persone in fuga dall’Ucraina portasse ad un cambiamento più profondo dei sistemi di “accoglienza” europei e italiani. Anche la commissione UE si era espressa incoraggiando “gli Stati membri a usare la loro discrezione e a includere categorie più ampie di persone nella loro legislazione”. Eppure il governo Draghi si è uniformato a quanto gli altri paesi già stanno facendo, cioè ha interpretato in modo restrittivo il dispositivo della protezione temporanea, limitandolo ai profughi dell’Ucraina. Continua a leggere

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Laboratorio Altre Maschilità al Bancarotta occupato

Martedì 29 marzo 2022 H. 17:30 @BANCAROTTA- Via Fioravanti 12, Bologna.
SMASCHIERAMENTI / *Altre maschilità*
laboratorio di autoinchiesta su identità di genere, binarismo, ruoli e sessualità.
Un’autoinchiesta per destrutturare le norme di genere che ancora ci opprimono e ci reprimono. Alla luce di una maschilità egemonica che non si mostra in “crisi” e, anzi, si impone con violenza in ogni luogo e in ogni tempo, noi frocie, trans, lesbiche e queerz ci prendiamo la responsabilità di smascherarla e… smaschIerare il sistema su cui si fonda. A partire da sé fino ad arrivare alle trame dell’eteropatriarcato ci impegnamo insieme a fare esplodere la maschilità dominante e a lasciar proliferare le maschilità “altre”.

laboratorio altre maschilità

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Siamo dunque liberiamo spazi

Il 24 Marzo 2022 abbiamo partecipato all’evento Siamo dunque liberiamo spazi di Di Contaminazione Spazə

 

al Bancarotta occupato con la nostra carissima Rachele Borghi

Ecco il testo dell’evento:

Negli ultimi due anni e mezzo la materialità delle nostre vite, e di tutt3 coloro che resistono nel quotidiano alla violenza strutturale continuamente (ri)prodotta dal sistema capitalista lungo le linee del dominio di razza, genere, classe e specie, ha visto acuirsi le contraddizioni circa la sua incompatibilità con il benessere sociale di tutto il vivente.
Il contesto neoimperialista attuale, attraverso il quale si sta ristrutturando una “nuova economia della guerra”, votato al riassorbimento della crisi prodotta dal sistema medesimo e dalla attuale sindemia, evidenzia come la riproduzione del sistemaegemonico comporti una capillare devastazione dei corpi-territori.
La gestione di questi eventi si costituisce attraverso l’uso di una semantica del potere che fa largo uso di metafore imperialiste, colonialiste e patriarcali, in linea con la cornice “emergenziale”.
Se dal 2001, attraverso la dottrina Bush, si è aperta una nuova fase storica della cosiddetta “economia del terrore” (shock economy) non è difficile pensare che oggi la gestione della sindemia si sia sviluppata nel conflitto contro un presunto nemico invisibile, il corpo minaccioso del virus SARS-CoV-2.
È necessario leggere questi eventi come elementi fondanti di un sistema che, a partire dalla modernità, si è imposto e ri-modellato attraverso forme violente di dominio e sfruttamento, che hanno continuamente ri-cartografato gli spazi da colonizzare.
Alla luce di ciò, ci sembra ragionevole porre la sindemia e il contesto imperiale all’interno di un ragionamento collettivo, per enfatizzare le contraddizioni e illuminare quei margini lungo i quali le nostre esperienze vissute diventano finalmente spazi di possibilità in cui bisogni e desideri siano la base di una vita liberata e autodeterminata.
Per questo motivo lanciamo uno sciopero giovedì 24 marzo concretizzato in una lezione autogestita di geografia critica a Bancarotta.
Discuteremo di queste tematiche insieme a Rachele Borghi, geografa queer e decoloniale e l3 attivist3 del Laboratorio Smaschieramenti,collettivo transfemminista queer.

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APPELLO TRANSNAZIONALE LGBTQIA+ SOLIDARIETA – UCRAINA

@SONASHKA

Condividiamo l’appello transnazionale dei movimenti LGBTQIAP+ e transfemministi

Puoi leggere il documento in tutte le lingue qui

 

Solidarietà con le persone in Ucraina e nel resto del mondo che resistono tutte le forme di occupazione, oppressione e guerra

L’invasione imperialista dell’Ucraina da parte di Putin è una catastrofe che devasta la vita di milioni di persone. Proprio mentre leggi, l’esercito russo sta bombardando civili e città in tutta l’Ucraina.

Abbiamo un disperato bisogno di porre fine alla guerra e fornire supporto a coloro che ne sono più colpiti. Cosa possiamo fare? Cose semplici: raccogliere e distribuire risorse. Combattere la disinformazione. Dare visibilità alle voci della gente che si trova lì. Partecipare alle proteste. Sostenere le comunità marginalizzate in cerca di protezione. Continua a leggere

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L’arte Queer del Nascondersi con Maya de Leo

Abbiamo partecipato il 18 Febbraio 2022 a L’ARTE QUEER DEL NASCONDERSI / con Maya De Leo & Laboratorio Smaschieramenti

Elogiamo Maya De Leo Queer e ora. Ieri sera con Laboratorio Smaschieramenti la conversazione a partire del libro “Queer” è stato un momento di ulteriore produzione di pensiero. Una risposta a chi sostiene “il queer è morto” attraverso la ricostruzione di genealogie anti-identitarie che ci permettono di respirare e complicare la nostra percezione del presente in modo liberatorio. Sempre partigianə in una storia non progressiva che ci ricorda di non abbassare mai lo sguardo ma piuttosto di muoverci con gli occhi verso l’orizzonte queer.
Da Leggere!

Grazie a Dalla Ridda per l’invito e per le iniziative “Latenze”

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Non si può morire di scuola – per Lorenzo Parelli e tuttu lu altru

La scuola azienda uccide, il lavoro uccide. Non si può morire di scuola, non si può morire di lavoro.
E’ stato ucciso un ragazzo, #LorenzoParelli di 18 anni. Uno studente ingabbiato in un sistema educativo che da anni viene svuotato della sua funzione per preparare ad un “mondo del lavoro” insensato. Che questa morte non rimanga senza senso.
Abbiamo letto tante belle parole, ma escono dalla bocca dei responsabili di questo sistema, la “buona scuola”, che prepara la società ad una rigida divisione sociale sulle linee della classe, del genere e della provenienza. Se questa è la bontà noi rispondiamo che vogliamo GIUSTIZIA, vogliamo una scuola GIUSTA.
Sono anni che lo denunciamo. Quale sicurezza sul lavoro? Chi si prende cura delle/degli studenti? i docenti referenti del PCTO dalla sala insegnanti, un gruppo whatsapp, i datori di lavoro? E non si tratta solo di morire, sul lavoro si vivono soprusi, molestie, violenza di stampo razzista, omolesbobitransfobico, misogino…
come possiamo pensare di continuare ad inviare ragazz* a lavorare gratuitamente (o per un “obolo”) “sotto padrone”?
Se questo è il prezzo lo abbiamo pagato #scioperogenerale

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🎥Queer freedom – Proiezione di film queer in arabo
19 gennaio 2022, ore 19:30, Centro sociale della Pace, via del Pratello 53
Aperitivo + proiezione di film froci arabi in lingua originale con sottotitoli in inglese + chiacchiere e socialità
Evento promosso dal Circolo ricreativo di lingue e culture lgbit+ & B-Side Pride
🎥مجتمع الميم الحر في ١٩يناير٧:٣٠ مساء عبر via del Pratello 53
نجتمع لعرض افلام عربية قصيرة مع الترجمة للانجليزية و يمكننا تناول المقبلات و شرب بعض المشروبات لزيادة التواصل الاجتماعي بمختلف اللغات والثقافات
– ملاحظة : للدخل يجب ان يكون معك ” غرين باس – اثبات انك اخذت جرعتين من اللقاح “
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Verso lo sciopero Genderale – Stati Genderali

Condividiamo l’adesione allo sciopero Generale del 16 Dicembre 2021 degli Stati Genderali:

𝐕𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐢𝐨𝐩𝐞𝐫𝐨 𝐠𝐞𝐧𝐃𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝟏𝟔 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟏💥
𝐒𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐋𝐆𝐁𝐓𝐐𝐈𝐀+, 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐞 𝐧𝐞𝐮𝐫𝐨𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐠𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐞 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 – 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 – 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫ǝ, 𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Negli ultimi vent’anni il racconto pubblico ha contrapposto la rivendicazione dei diritti sociali a quella per i diritti civili. Vogliamo smentire questa contrapposizione: siamo persone che lavorano e contemporaneamente persone discriminate o messe al lavoro in virtù della propria identità di genere, orientamento sessuale e identificazione geografica. Siamo quindi persone costrettə a lavorare per sopravvivere, sottopostə alla divisione e organizzazione del lavoro nel sistema capitalistico. Questo ci parla della necessità di leggere la nostra condizione attraverso la nostra esperienza di persone LGBTQIA+, disabili e neurodivergenti. Per questo 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐢𝐨𝐩𝐞𝐫𝐨 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝟏𝟔 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟏, 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐞 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐆𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐡𝐢, peraltro espresse dallo stesso Parlamento che ha bocciato il ddl Zan. Portiamo quindi in questo sciopero le nostre specifiche richieste, sia di carattere economico sia sociale.
𝐋𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐭𝐞𝐫𝐨𝐬𝐞𝐬𝐬𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐞 𝐜𝐢𝐬𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞, 𝐞 𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐛𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐞, 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐭𝐞 𝐚 𝐦𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐢. In alcuni settori le nostre specificità, supposte o reali, vengono strumentalizzate dallo sfruttamento lavorativo nel quadro del diversity management. Le soggettività lgbtqia+ sono quindi più esposte alla precarizzazione in quanto maggiormente ricattabili, sia in virtù dell’omo-lesbo-bi-trans-fobia diffusa, sia per l’assenza del welfare della famiglia di origine da cui molte volte siamo costrette ad allontanarci o in aperta antitesi. 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐪𝐮𝐢𝐧𝐝𝐢 𝐥’𝐚𝐝𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐀𝐥𝐢𝐚𝐬 𝐢𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐡𝐢 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. Anche il permesso di soggiorno e la cittadinanza sono spesso strumenti attraverso i quali vengono ricattate tutte le persone migranti e di seconda generazione, e 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐢𝐨̀ 𝐮𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐨.
𝐆𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐨𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐦𝐢𝐫𝐚𝐭𝐢, 𝐦𝐚 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐮𝐥𝐭𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝟔𝟖/𝟗𝟗, 𝐞 𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝟏𝟎𝟒/𝟗𝟐. 𝐃𝐞𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐩𝐚𝐭𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐚𝐥𝐢𝐝𝐚𝐧𝐭𝐢 (spesso si tratta di malattie considerate “femminili” come fibromialgia, vulvodinia, ecc) o dello 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐮𝐬 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐯𝐚𝐥𝐢𝐝𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐬𝐞𝐱 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐫𝐮𝐫𝐠𝐢𝐜𝐢 𝐜𝐨𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚. La legge 104/92 in questione, peraltro, non tutela alcune neuro divergenze perché considerate “ad alto funzionamento”, come l’ADHD, e non gli riconosce lo status di invalidità. Molte persone neuro divergenti sono costrette a nascondere la propria condizione in sede di colloquio. Per tutti questi motivi 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝟏𝟎𝟒 𝐞 𝐮𝐧 𝐬𝐮𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐫𝐢𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨. 𝐑𝐢𝐭𝐞𝐧𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐧𝐬𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐛𝐨𝐧𝐮𝐬 𝐜𝐚𝐫𝐞𝐠𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬 𝐞 𝐬𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 “𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐲 𝐜𝐚𝐫𝐝”: 𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐯𝐫𝐚̀ 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐛𝐞𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐢?
𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐥𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐦𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐫𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐞 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐝𝐝𝐢𝐭𝐨 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐫𝐚𝐫𝐜𝐢 𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐚𝐭𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀. Le due misure sono legate e complementari. Questi provvedimenti non sarebbero esaustivi: 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐬𝐮𝐥 𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨. 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐥’𝐚𝐛𝐨𝐥𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 “𝐣𝐨𝐛𝐬 𝐚𝐜𝐭” 𝐞 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐫𝐭. 𝟏𝟖: in questo quadro di sicurezza rivendichiamo la 𝐝𝐞𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐮𝐚𝐥𝐞, 𝐬𝐢𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐚, e le condizioni economiche e logistiche di adeguato svolgimento secondo le esigenze di chi lavora nel settore. Chiediamo inoltre il potenziamento delle forme di welfare che consentano il cambio di lavoro e la fuoriuscita da condizioni schiavili, di ipersfruttamento e violente generate dalla tratta in tutti i settori.
𝐑𝐢𝐭𝐞𝐧𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐰𝐞𝐥𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐯𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐬𝐭𝐚, 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢𝐬𝐜𝐚 𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭ǝ 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐥𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐚, 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐚𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚, riconoscendo l’𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐢 𝐞 𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐚𝐢 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢, attraverso programmi di finanziamento strutturali e fuori dalla logica competitiva dei bandi. Come S/Famiglie pretendiamo il riconoscimento dei nostri legami, il riconoscimento della nostra genitorialità e un piano di supporto alle famiglie monogenitoriali. 𝐀𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐒/𝐅𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞.
Questa è solo una delle tante occasioni di protesta e sciopero che attraverseremo come parte del movimento di classe.
💪𝐏𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐢𝐧 𝐩𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐢𝐥 𝟏𝟔 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐚𝐝 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐞.

#StatiGenDerali #moltopiudizan #omolesbobitransfobia #LGBTQIA #abilismo #disabilità #violenzadigenere #identitadigenere #gender #autodeterminazione
#sciopero #scioperogenerale #scioperogenderale #strike #queerstrike #LGBTQIAstrike #scioperoLGBTQIA #LGBTQIAplus #stati #queer #feminism #pride #politics
#community #Femminismo #Transfemminismi #RiseUp #Autodeterminazione #queerness

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MOLTOPIUDIZAN – SABATO 30.10 ORE 12:00 PIAZZA NETTUNO BOLOGNA

𝐋𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐬𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐭𝐞𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐃𝐝𝐥 𝐙𝐚𝐧, 𝐟𝐚𝐫𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐛𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐫𝐫𝐢𝐜𝐞𝐯𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢, 𝐜𝐢 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐏𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐚𝐞𝐬𝐞, 𝐚𝐥 𝐠𝐫𝐢𝐝𝐨 𝐌𝐎𝐋𝐓𝐎𝐏𝐈𝐔𝐃𝐈𝐙𝐀𝐍!

𝐈𝐥 𝟐𝟕 𝐎𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟏 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭* 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐟𝐟𝐨𝐬𝐬𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐋𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐙𝐚𝐧. Atto inaspettato, quanto sospetto e preventivato, è stato espressione dell’𝐨𝐦𝐨𝐥𝐞𝐬𝐛𝐨𝐛𝐢𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚 diffusa in questo Paese. Non solo, dimostra ancora una volta quanto la 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 sia intrinseca al nostro sistema e ai suoi “rappresentanti”, che esultano mentre privano le persone dei propri diritti. Questo non fa che sommarsi alle 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐋𝐆𝐁𝐓𝐐𝐈𝐀+ 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐯𝐢𝐯𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐪𝐮𝐨𝐭𝐢𝐝𝐢𝐚𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐥𝐥𝐞.

Come se non bastasse, la Legge Zan è morta anche perché è diventata terreno di battaglia per la resa dei conti tra partiti, compiendo un 𝐠𝐢𝐨𝐜𝐨 𝐚𝐥 𝐫𝐢𝐛𝐚𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐮𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐩𝐢, che non abbiamo accettato fin dall’inizio del dibattito parlamentare.

Sappiamo che ad aver guidato la mano dei senatori nel segreto del voto è soprattutto la 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚 𝐩𝐨𝐢𝐜𝐡𝐞́ 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐥’𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐡𝐚 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐥𝐜𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐞𝐦𝐢𝐜𝐚 contro questo provvedimento, con l’aiuto di una minoranza di “femministe” allineate al potere e lontane dalle posizioni del femminismo contemporaneo, quello che riempie le piazze e non le pagine dei giornali.

Durante questo anno siamo sces* in piazza gridando #moltopiudizan, consapevoli che quella legge rappresentava il minimo di ciò che davvero vogliamo. 𝐍𝐨𝐧 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐜𝐜𝐢𝐬* 𝐨 𝐚𝐠𝐠𝐫𝐞𝐝𝐢𝐭* 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞, 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐨𝐫𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐮𝐚𝐥𝐞, 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐨 𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐨𝐝𝐢𝐨 𝐦𝐢𝐬𝐨𝐠𝐢𝐧𝐨. Abbiamo sperato nell’articolo 4 e di poter così sedimentare le azioni positive contro le discriminazioni nelle scuole con un’𝐞𝐝𝐮𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞, 𝐚𝐥 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀. Abbiamo sperato di poter fare un primo passo verso quello di cui abbiamo veramente bisogno: una 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥’𝐚𝐮𝐭𝐨𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 che garantisca a tutte le persone trans l’accesso alla transizione gratuita e al cambio dei documenti senza l’avvallo dei tribunali.

𝐕𝐎𝐆𝐋𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀, e lo abbiamo dimostrato a Bologna in 30.000 durante il Rivolta Pride del 3 Luglio 2021.

𝐕𝐎𝐆𝐋𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐓𝐔𝐓𝐓𝐎!

𝐒𝐀𝐁𝐀𝐓𝐎 𝟑𝟎.𝟏𝟎.𝟐𝟎𝟐𝟏
𝐏𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐍𝐞𝐭𝐭𝐮𝐧𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟐:𝟎𝟎

*𝑅𝑖𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑃𝑟𝑖𝑑𝑒: 𝑟𝑒𝑡𝑒 𝑐𝑖𝑡𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖, 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝐿𝐺𝐵𝑇𝑄𝐼𝐴+

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SLUTWALK TRANSFEMMINISTA 17.10

Oggi 14:30 SLUTWALK TRANSFEMMINISTA
Tutta la rete Rivolta Pride e l* attivist* transfemministe #nonunadimeno rispondono alle numerose violenze contro lesbiche froce trans e non binarie nello spazio pubblico.
Non troverete sui giornali ogni aggressione perché non tutt* denunciano, non tutte le denunce hanno visibilità.
In sorefratesibillanza con l* compagn* che hanno reso pubblici gli attacchi, come il Gruppo Trans, con chi ha scelto l’assemblea per raccontare e organizzarsi, con chi non sta in nessuna rete o collettivo o associazione e si ritrova isolat*, con chi lotta e con chi si sottrae per sopravvivenza.
Lo stato d’emergenza permanente è un patriarcato razzista e eterosessista che da secoli marginalizza e sfrutta. Lo stato d’emergenza è qui e ora anche nella Bologna “gay friendly” dove basta squarciare il velo arcobaleno per accorgersi che ogni giorno siamo costrett* a perdere tempo ed energie per vivere e sopravvivere in una socialità e una cultura sempre più imbruttite.
Brutte, belle, bellebrutte noi siamo tutto. E tutto vogliamo: CE LO PRENDIAMO.

Oggi alle 14:30 da Piazza Nettuno è solo l’inizio.

 

IL RIVOLTA PRIDE TORNA IN PIAZZA CONTRO LA VIOLENZA OMOLESBOBITRANSFOBICA

Domenica 17 ottobre ci troveremo in Piazza Maggiore alle 14.30 per attraversare insieme la città e dare spazio a tutta la nostra rabbia contro la violenza misogina e omolesbobitransfobica che ci colpisce quotidianamente. Nelle ultime settimane, infatti, abbiamo raccolto testimonianze di diverse aggressioni a danni di donne lesbiche, di persone trans e queer. Non tutt* hanno denunciato e, come in infiniti altri casi, non rientreranno nelle statistiche. Chi ha provato a sporgere denuncia, spesso si è trovat* di fronte agenti che hanno messo in dubbio e minimizzato le violenza. Alla violenza lesbofobica, transfobica, bifobica, omofobica e misogina in strada si è quindi aggiunta quella istituzionale.

Tutte queste violenze si sono consumate di fronte a un pubblico indifferente, anestetizzato dall’individualismo e da una malsana abitudine alle discriminazioni quotidiane. Mentre registriamo la quotidianità della violenza che viviamo come soggetti “altri” (non eterosessuali, non cisgender), noi non abbiamo nessuna intenzione di abituarci o ignorarla, né di permettere che le persone intorno a noi continuino a guardare dall’altra parte. Per questo domenica ci riprenderemo lo spazio pubblico, per frocizzare insieme lo spazio pubblico e dare voce a tutta la nostra rabbia.

Negli ultimi mesi, dopo le riaperture in seguito al lockdown, la violenza misogina e omolesbobitransfobica nello spazio pubblico è aumentata vertiginosamente, colpendo impunemente donne e persone LGBTQIPA+. La quotidianità di queste violenze ci logora dentro e ci fa sentire meno sicur* tuttu.

Il dibattito sul DDL zan ci ha viste più unit* che mai e visibili nelle piazze che hanno elettrizzato il paese da Maggio all’estate: la nostra ritrovata convergenza ci ha res* forti, ma la destra ha trovato in noi l’ennesimo capro espiatorio. Questa esposizione ci ha res* più vulnerabili davanti all’inasprimento della violenza eterocispatriarcale, ma noi non faremo alcun passo indietro e siamo qui per ribadire che vogliamo #moltopiùdizan e che nessuna violenza rimarrà senza risposta!

Stiamo vedendo una rinnovata alleanza tra le destre reazionarie, catto-fasciste e fondamentaliste, e un autoproclamato femminismo trans-escludente, che stanno cercando di legiferare al ribasso sui nostri corpi, dall’Italia all’Europa dell’Est e oltre. Gli effetti di questa propaganda hanno conseguenze materiali che si riversano nelle nostre vite, non soltanto attraverso le violenze quotidiane che subiamo solo per il fatto di esistere, ma si traducono anche in una violenza istituzionale trasnazionale che impedisce di fatto di autodeterminarci come vogliamo.

Nella Bologna che si racconta come progressista e queer friendly, noi non abbiamo abbiamo trovato un luogo sicuro ma l’ennesima riproduzione della violenza eterocispatriarcale.

Dal 3 luglio a oggi la rete Rivolta Pride è stato invece uno spazio di ascolto e di risposta alla violenza altrove ignorata. Ancora una volta amic*, compagn*, sorelle hanno trovato nella comunità LGBTQIPA+ uno spazio sicuro in cui prendere parola davanti alle molestie e alle violenze che subiamo nel quotidiano: domenica 17 scendiamo tutt* in piazza per fr0cializzare la città attraversandola con la nostra fierezza e irriverenza

NESSUN* DA SOL*!

 

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