Frocietariato delle App – di Grindr e salute

È di qualche giorno fa la notizia che la popolare app di incontri gay Grindr ha rivelato e venduto dati sensibili dei propri utenti a compagnie terze che investono sulla lavorazione e ricompilazione di informazioni personali, ai fini di una comunicazione pubblicitaria e politica su misura per il singolo utente. Fra le informazioni personali divulgate da Grindr c’è anche lo stato sierologico dei suoi utenti.

Oltre alla grave violazione della privacy che questo costituisce, possiamo intravedere dietro questa operazione un legame con la finanziarizzazione e privatizzazione della salute, con lo smantellamento del welfare sanitario, con il tentativo di fare delle persone sieropositive una nicchia di mercato.

Lo stesso si può dire se prendiamo in considerazione le altre informazioni personali cedute a terzi da Grindr: il peso corporeo e l’età degli utenti. Proprio due dei fattori che stabiliscono il nostro valore sul mercato sessuale delle app. Proprio quelle cose per cui siamo forse disposti a spendere e consumare, ad investire risorse economiche e di tempo per aumentare il nostro valore “competitivo” su quello stesso mercato e sui mercati del benessere e della cura del sé. Anche in questo caso, esposti ad altrettanta pubblicità targetizzata, la questione salutare è sollecitata attraverso il consumo privato, costruita come responsabilità del singolo, in una logica neoliberista della cura di sé come valore (economico) dell’individuo.

Non vogliamo che le nostre vite, le nostre relazioni, la nostra salute e i nostri dati siano regalati a Grindr  per poi essere rivenduti a noi stessi, rendendoci oggetto di una comunicazione mirata che va a rafforzare il circuito di produzione e consumo neoliberista, incline a individualizzarci e conformarci agli standard e all’immaginario normativo di una “cultura gay” mainstream che tutt* subiamo e che vogliamo combattere. La nostra frocianza NON si basa sul consumo degli stessi beni e sull’omologazione dei nostri corpi e dei nostri desideri.

Se le nostre scopate diventano lavoro sessuale per le app di rimorchio, se diventiamo un nuovo frocietariato del capitalismo digitale, vogliamo essere pagat*!

Saremo noi a stabilire il prezzo di ogni forma di lavoro che facciamo per e sulle app: lavoro di manutenzione e cura del nostro corpo secondo i canoni supernormativi della cultura gay mainstream, lavoro di performance di un maschile al limite dell’omofobia interiorizzata (mxm, straight-acting, essere veri maschi). Manderemo a Grindr il conto di palestra e anabolizzanti per rientrare nei canoni estetici; per le nuove foto profilo in cui apparire come dei modelli di abercrombie; il costo di subire la violenza transfobica (“cosa significa trans ftm?”, “mi piacerebbe provare a scopare con un trans”, “ma quindi hai una vagina?”); il conto di esami e controlli medici, il conto dello psicologo da cui siamo andate perché ci sentiamo sempre troppo vecchie, o troppo grasse o troppo magre, o troppo pelose o troppo glabre, comunque in difetto.

Ci vediamo GIOVEDì 12 APRILE ore 20.30 al CENTRO DELLE DONNE (PAURA EH…) in Via del Piombo 7 per elaborare insieme:

PRATICHE DI FAVOLOSA SOVVERSIONE DELLA VALORIZZAZIONE DELLA FROCIANZA E DEI NOSTRI CORPI NEI NOSTRI LUOGHI DI SOCIALITA’ ONLINE E OFFLINE, E DI SCIOPERO DAI MODI IN CUI CI SENTIAMO MESSE AL LAVORO DALLE APP.

PRATICHE TRANSFEMMINIST E TRANSFROCIE DI SOGGETTIVAZIONE E SALUTE A PARTIRE DAI NOSTRI CORPI, DESIDERI E PIACERI ECCENTRICI

FROCIETARIE e FROCHATTARE DI TUTTO IL WEB UNIAMOCI!

smascheramenti@inventati.org
consultoriaqueer@inventati.org
https://smaschieramenti.noblogs.org/
https://consultoriaqueerbologna.noblogs.org/

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