Presentazione di Xenofemminismo – Modo Infoshop

Siamo invitatu a intervenire alla presentazione di Xenofemminismo

mercoledì 23/01/2019 alle 19:00 a Libreria modo infoshop

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Xenofemminismo
di Helen Hester
Produzioni Nero, collana Not

La traduttrice Clara Ciccioni dialogherà con Nina Ferrante CRAAAZI e il laboratorio Smaschieramenti.

In un’epoca fatta di accelerazione tecnologica e crescente complessità, come tornare a immaginare il potenziale emancipatore del femminismo? E in che modo possiamo riconfigurare le politiche di genere in un mondo trasformato da automazione, globalizzazione e rivoluzione digitale?

Sono queste le domande da cui parte Helen Hester, tra le fondatrici di Laboria Cuboniks, il collettivo a cui già si deve l’acclamato Manifesto xenofemminista. In questo nuovo libro, che è assieme prosecuzione e superamento del manifesto originario, Hester sviluppa una definizione dello xenofemminismo che prende le mosse da tre concetti chiave: tecnomaterialismo, antinaturalismo, e abolizionismo del genere. Hester ne sviluppa gli spunti mettendoli in relazione alle tecnologie riproduttive attuali, interrogando il rapporto tra riproduzione e futurità – ma evitando di cadere in un antinatalismo problematico – per infine concentrarsi sui possibili impieghi di vere e proprie tecnologie xenofemministe, anche a partire da esempi già appartenenti alle pratiche del femminismo storico e che possono essere rivisitati ai fini di una politica di genere orientata al futuro e a modelli alternativi di riproduzione.

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Il Gender è morto, viva il Gender!  Insegnanti, student*, alleate di Non Una Di Meno.

Da Non Una Di Meno Bologna:

Il Gender è morto, viva il Gender!
Insegnanti, student*, alleate di Non Una Di Meno.

Una notizia che non ci sorprende quella sul blocco del progetto di educazione di genere nelle scuole trentine, ma che non ci lascia indifferenti. L’ennesimo tentativo di oscurare un approccio all’educazione basato sulla conoscenza di sé e dell’altr*, per una crescita consapevole. Chi pensa di poterci fermare non ha capito di cosa siamo capaci.

Qualche tempo fa il problema era la teoria evoluzionistica: orde di conservatori scandalizzati di fronte all’educazione scientifica e laica.
Ora ci risiamo. Purtroppo questa volta gli attacchi alla libertà di insegnamento e al diritto all’educazione non si concentrano sul Big Bang, ma sul presente. Questa volta sono proprio i nostri corpi, la nostra autodeterminazione come bambine, donne e ragazze, le nostre vite di femministe, di lesbiche, di gay, di trans* a rappresentare il “problema” delle formazioni antigender o cattofasciste. Il problema è reale: schedature – ad opera di Forza Italia e Comitato Family Day – delle scuole bolognesi che proponevano progetti o lezioni contenenti educazione alle differenze, circolari del MIUR che cedono a gruppi di genitori le competenze di approvazione dei piani di formazione triennale delle scuole, regioni, come il Trentino, che sospendono l’educazione alle differenze, censure di testi, di favole, di racconti, lo scrutinio delle vite personali delle e dei docenti.

 

La “teoria del gender” è per loro un termine ombrello che rappresenta tutte le esperienze non eterosessuali e non cisgender. Come se tutte le persone che non rientrano nel modello di uomo e di donna da loro proposto fossero talmente perverse e scandalose da doverne nascondere l’esistenza. Si tratta di un evidente delirio di onnipotenza per cui c’è chi crede che basti smettere di parlare di omosessuali, ad esempio, per farli scomparire dalla faccia della terra. Altro che ideologia del gender e stregoneria, il pensiero “magico” sta proprio qui: non ti vedo non esisti.

L’istruzione pubblica non può piegarsi alle paranoie di un manipolo di cospirazionisti convinti di poter combattere l’autodeterminazione, la transessualità, l’omosessualità, la libera espressione di sé con la censura. Potremmo citare convenzioni internazionali, la dichiarazione dei diritti umani, la costituzione – consapevoli che queste sono disattese – ma non è al principio di legalità che vogliamo appellarci. Quello che vogliamo cambiare è il modello di società, di relazioni di potere ed opporci all’avanzata delle forze di governo neoconservatrici ormai globali.

Lavoriamo ogni giorno nelle scuole e conosciamo lì bimb*, ragazz* che rifiutano i ruoli tradizionali, che sanno sognare un destino diverso per sé come donne future, bimb* e ragazz* di generi e orientamenti non corrispondenti ai modelli preposti. Sono proprio loro a cercare l’appoggio che non trovano nelle proprie case quando la chiusura e la violenza omofoba, transfobica e sessista impedisce ai genitori di amarli come e quanto loro desidererebbero.

Noi insegnanti femministe e transfemministe – al fianco di studentesse e studenti – siamo impegnate ogni giorno nell’affermazione della libertà di autodeterminazione, del concreto diritto per tutt* di poter vivere la propria età lontano da ideologie mortificanti e discriminatorie, della libertà di formarsi come individue/i senza dover subire violenza di genere, che essa provenga dalle istituzioni, dalla famiglia di provenienza o da altri adulti di riferimento, e di crescere senza dover dimostrare di essere abbastanza “uomini” oppure di essere sempre carine e “femminili”.

La censura dei libri, dei progetti per l’educazione alle differenze non ci porterà al silenzio. Ai roghi di libri continueremo a opporre nuove pubblicazioni, nuove pratiche di apprendimento e co-appendimento, per “imparare ad imparare”.

Lo scrutinio dei profili “social” delle insegnanti, messo in atto da un consigliere di maggioranza della provincia autonoma di Trento, per screditarne le competenze sulla base della partecipazione alla vita politica e a battaglie sociali è una palese violazione della privacy e della libertà di espressione, di stampa, di associazione, delle persone che hanno scelto di insegnare nella scuola pubblica. Un contratto di lavoro non prevede la rinuncia ai diritti civili o politici: siamo arrabbiate e non ci fermeremo.

L’8 Marzo 2019 SCIOPERIAMO per la libertà di insegnamento, per la libertà dalla violenza di genere e dei generi.
Scioperiamo per la dignità di una scuola che sappia interpretare i bisogni e i desideri di chi la vive.

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17 dicembre Giornata internazionale contro la violenza sulle persone sex worker  – Ombre Rosse

Dal Blog di Ombre Rosse

17 dicembre Giornata internazionale contro la violenza sulle persone sex worker

In questo giorno di lotta vogliamo denunciare le violenze che le/i sex worker subiscono in tutto il mondo. Una giornata importante nata nel 2003 in memoria delle vittime del Green River Killer a Seattle, Washington.

Una giornata internazionale per ricordare che lo stigma, la discriminazione e la criminalizzazione alimentano la violenza contro le lavoratrici e i lavoratori del sesso in tutto il mondo.

Per ricordare che come sex workers combattiamo lo stigma che nega le nostre esperienze e condona abusi e violenze. Per ricordare che ogni forma di criminalizzazione aumenta di oltre tre volte il rischio di violenza contro di noi (Vedi Amnesty International e molti altri studi accademici e non).

Per ricordare che le persone migranti vivono sui loro corpi una doppia discriminazione e criminalizzazione con deportazioni e retate imposte dal sistema repressivo della fortezza Europa.

Siamo contro ogni forma di sfruttamento, da quello dei papponi a quello legalizzabile dello Statocontro ogni forma di abusosfruttamentotratta e coercizione e ci batteremo affinché si ponga fine a ogni tipo di violenza e sfruttamento.

Criminalizzare la nostra attività o rafforzare, con multe e ordinanze, le leggi che controllano e reprimono del lavoro sessuale senza interpellarci e senza darci alternative concrete non farà che renderci più precarie, povere, ricattabili e sfruttabili soffocando le nostre soggettività e i nostri vissuti.

Sosteniamo la completa autodeterminazione degli individui, sia che riguardi il lavoro sessuale che la libertà di movimento.

Sogniamo che il nostro lavoro sia privo di abusi, sfruttamento e lavoro forzato.

Perché ci siano sempre più persone che possano sostenere la lotta per la decriminalizzazione, la solidarietà e per i diritti di tutte le sex worker – donne, cis e trans, buone e cattive, abili e disabili, di ogni nazionalità, classe sociale, età, religione ed etnia.

                      Ombre Rosse

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sexwork is work e la puta festa

Grazie alla presa di parola di sex workers dentro e fuori NoNUnadiMeno nell’ultimo anno, dopo l’alleanza dei corpi putatransfemministaqueer lo scorso 25 novembre a Roma e la giornata alla Casa internazionale delle Donne a Roma sul lavoro sessuale, torniamo a cospirare e a costruire reti per la decriminalizzazione del lavoro sessuale e contro la divisione sessuale del lavoro e la messa al lavoro gratuita del genere.
Anche se è unanime la condanna della tratta e dello sfruttamento della prostituzione, persiste anche nei contesti femministi lo “stigma della puttana” o almeno la difficoltà ad andare oltre al dialogo tra femministe e prostitut*, per riconoscere le lotte che dagli anni settanta le/i/* sex workers hanno portato avanti in molti paesi come parte del femminismo e del transfemminismo.
Lo “stigma della puttana” è il ricatto del patriarcato all’autodeterminazione delle lavoratrici sessuali. La criminalizzazione, la violenza e l’infantilizzazione che subiscono le prostitute, operata da chi dice di volerle proteggere o salvare, non è solo un modo per ostacolare la loro autordeterminazione e la loro sussistenza materiale attraverso il lavoro, ma soprattutto per continuare a invisibilizzare e disconoscere il lavoro del genere che ci riguarda tutt*.
Lo stigma della puttana è un’arma del patriarcato contro tutte le donne e le persone femminilizzate. Sappiamo bene come anche nei lavori cosiddetti “normali” ci venga richiesto di mettere in campo la seduzione, la persuasione, la bella presenza, l’abbigliamento adatto ad appagare o a sollecitare le aspettative, il desiderio e le fantasie di clienti, committenti, colleghi, capi. Tutto questo non è un di più o un extra, ma parte integrante del lavoro, perché la relazione di cura/seduzione che si costruisce è parte del servizio che viene venduto. Queste prestazioni sessuo-affettive ci vengono imposte come qualcosa di dovuto, come espressione “naturale” del nostro genere. E’ per questo che parliamo di lavoro del genere. Che sia svolto gratuitamente nell'”intimità” della coppia o della famiglia, o in maniera semi-gratuita nel mercato del lavoro “salariato”, o stigmatizzato sul mercato dei servizi sessuali propriamente intesi, il lavoro sessuo-affettivo fa parte del continuum di quel lavoro di riproduzione che è socializzato come compito delle donne e delle persone variamente assegnate alla femminilità. Cosa succederebbe se questo lavoro obbligatorio, ma non riconosciuto e retribuito come tale, un giorno si interrompesse?
Se allarghiamo i confini di quello che consideriamo come lavoro sessuale, a tutta la performance sessuoaffettiva che ci viene imposta nel mondo del lavoro salariato e gratuito, possiamo passare da una posizione di alleat* e solidali con chi pratica il lavoro sessuale, ad una soggettivazione come corpi che tradiscono le aspettative di genere, praticando lo sciopero dai generi.
L’8 marzo, chi sciopera dal lavoro sessuale , riproduttivo e di cura insieme alle/ai/* sex workers lo fa non solo perché riconosce dall’esterno che anche il lavoro sessuale è lavoro, ma perché riconosce che anche il proprio lavoro è sessuale.

SABATO 17 FEBBRAIO
dalle 19’30 alle 21’00:
APPUNTI PER UNA GENEALOGIA DELLE LOTTE DELLE/I/*
SEX WORKERS.
Ne parliamo con:
Rachele Borghi/Zarra Bonheur – “Sex work is fiddle-bow”
Ambrita Sunshine – “La donna che amava far felici le donne”.
Tratto da “I monologhi della vagina” di Eve Ensler
Tony Allotta ”Piovono Pompini”, omaggio a Tiziana Cantone.
Ombre Rosse
a seguire, dalle 23’30:
la Puta Festa Cuir Party !

Ateliersi Via San Vitale 69
40125 Bologna

 

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Canzoniere della frocia NO TAV

Canzoniere della frocia NO TAV a cura di AH! Squeerto! Assemblea Queer Torino

 

 

 

 

 

 

 

 

A grande richiesta, la frocioniera delle canzoni usate lo scorso sabato 8 Dicembre 2018 per il grande corteo NO TAV che ci ha visto riottose e favolanti nella spezzona FROCIE FEROCI CONTRO TRENI VELOCI.

Scaldate le ugole, stay queer

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FONTANA NOT WELCOME! – Trento

FONTANA NOT WELCOME!

A Trento il 3 dicembre verrà inaugurata la settima edizione del Festival della Famiglia e ad aprire i lavori sarà “niente di meno” che il ministro della famiglia e delle disabilità Lorenzo Fontana, il leghista veronese di riferimento per tutta l’area dell’estrema destra e del cattolicesimo fondamentalista.

Pensiamo che la sua presenza sia inaccettabile e la sua presa di parola insopportabile, e per questo vi invitiamo a raggiungerci per far sentire forte la nostra voce alla città e ad uno dei più oscuri personaggi che siedono fra i banchi del governo Lega-M5S.

Quando libertà, diritti e autodeterminazione sono sotto attacco è il momento di reagire.

Insieme al Collettivo transfemminista queer Trento vi aspettiamo lunedì 3/12 alle 16.00, in via Oss Mazzurana, davanti al Teatro Sociale.

FATE GIRARE, CONDIVIDETE. L’AUTO ORGANIZZAZIONE NON SI DELEGA!

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Solidarietà alle compagne di Perugia! Comunicato di Non Una Di Meno Perugia

Solidarietà alle compagne di Perugia! Condividiamo il comunicato di Non Una Di Meno Perugia e invitiamo tuttu a moltiplicare le iniziative di solidarietà in ogni città!

***il nostro comunicato come Non Una Di Meno Pg per la condanna di due nostre compagne a Perugia ***

Fuori i fascisti dalle nostre città!

Esprimiamo tutta la nostra rabbia e indignazione per la condanna in primo grado a tre e due mesi di carcere di due nostre compagne (con sospensione condizionale della pena), ree di aver manifestato spontaneamente e gioiosamente contro le “sentinelle in piedi”, integralisti cattolici la cui “libertà di espressione” si manifesta nel pretendere che altr* non siano (più) liber* di scegliere sulle proprie vite e sui propri corpi.
A pochi giorni dalla grandiosa manifestazione contro la violenza maschile sulle donne e di genere, nella quale ancora una volta la marea femminista di NON UNA DI MENO ha riempito le strade di Roma, questa ridicola sentenza ci ricorda come la violenza di genere e dei generi sia sistemica e strutturale, e conviva con gli apparati dello stato.
Era infatti il 2014 e le Sentinelle in piedi quel 29 Marzo apparivano sulla scena politica per riaffermare la difesa della “famiglia naturale” e i confini della stessa come “antidoto” alle scelte di altri modi di vivere le relazioni e di fare famiglia e alla “dissolutezza” delle soggettività lesbiche, trans, gay, intersex queer e + .
Era il 2014 e la giunta di destra nella città di Perugia da poco insediata sapeva già benissimo chi appoggiare e su quali consensi navigare…
Era il 2014, e già molte delle politiche di austerity neoliberiste, e l’avanzata di destra dilagavano in Europa, preludendo alla vera e propria torsione reazionaria nella quale oggi viviamo.
Già, era il 2014, e ora al tramonto del 2018 quella che sembrava un’ombra nera unitaria agli ultimi rantoli ci appare come un fascismo molecolare, sempre più presente nelle nostre vite quotidiane e ormai senza più vezzi anche nei governi di molti paesi.
Non ci sembrerà dunque un caso se il frontman di molte iniziative cattofasciste, dal “family day” in poi (tutte correlate da un’atavica paura del cosiddetto gender), come pure sostenitore delle sentinelle in piedi, l’onorevole Pillon, sia ora il vicepresidente della commissione infanzia e adolescenza e senatore firmatario dell’ omonimo disegno di legge che in pratica è contro il divorzio.
Trump, Orban in Europa, Minniti e i lager in Libia prima e ora Salvini con le sue politiche reazionarie e il suo DDL su sicurezza e immigrazione: tra i tanti provvedimenti liberticidi di quest’ultimo basti citare il rafforzamento e l’estensione dei daspo, la costruzione di un modello razzista e di apartheid per il paese, che parte dall’annullamento della protezione umanitaria.
E poi la sedicente chiusura dei porti, la violenza dei e ai confini, lo sfruttamento e la precarietà, i lavori forzati ad esempio quelli del reddito di sudditanza (pardon) di cittadinanza.
E ancora Pillon con questo suo vergognoso disegno di legge, le mozioni antiabortiste che stanno infettando varie città d’Italia, e l’assoluzione degli stupratori in tutti i paesi del mondo, ultima per notizia in Irlanda: la vittima indossava un tanga.
E ancora, in Italia Fontana ministro della famiglia, la messa in discussione dell’aborto in Argentina, in Polonia, in Irlanda.
La sentenza emessa pochi giorni fa a Perugia è in perfetta continuità con questi che sono solo alcuni degli avvenimenti e dei personaggi che in una trama complessa e molteplice attanagliano e minacciano le nostre vite, la nostra libertà, i nostri diritti, i nostri corpi e desideri.
Le accuse, alla stregua dell’assurdità di tutto l’impianto processuale, sono cadute: disturbo della quiete pubblica per degli “ombrelli colorati” e un “tamburello di grosse dimensioni” e per un “bacio concupiscente” inammissibile in quanto omosessuale e quindi di per sè disgustoso, potenziale minaccia alla serenità delle famiglie eterosessuali…tutte le accuse, tranne la frase “fuori i fascisti dalla città”, rivolta alle sentinelle,che è diventata un pretesto per condannare, comunque, due compagne con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.
E allora lo diciamo noi, insieme alle nostre compagne:
Sì c’erano molti fascisti in quella manifestazione, e anche sessisti e omofobi che occupano sempre di più posizioni di potere, e vogliono controllare le nostre vite, imponendoci come unico modello la famiglia eterosessuale, mononucleare, fondata sul matrimonio, in cui le donne sono subordinate. Ma sono anche razzisti e fascisti perché la sola famiglia che ci propinano e alla quale vogliono assicurare diritto di cittadinanza è bianca, coloniale e borghese.
Siamo orgogliose delle nostre compagne che come attiviste sono state prese di mira da questa ignobile sentenza, che ha come intento il voler dare un esempio di disciplinamento del potere autoritario.
Questo è il nostro coro: se toccano una toccano tutte!
Ci volete sottomesse, ci avrete ribelli!
Non Una Di Meno Perugia
Respect our existence _ or expect resistance !
#nonunadimeno #statodiagitazionepermanente #agitazionepermanente#siamomarea

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Coniglie Bianche alle Frociate

LE ATLANTIDEE INSIEME AI Conigli Bianchi PRESENTANO

******************Coniglie Bianche alle Frociate*******************

Questo sabato preparati per un inedito viaggio nel mondo delle meraviglie

H19:00
>>Apertura mostra delle illustratrici e degli illustratori dei Conigli Bianchi – ARTivist* contro la Sierofobia.

>> Autoinchiesta a cura della Consultoria TransFemminista Queer e della Gruppa del Centro Di Salute Internazionale su HIV/HAARTs/PrEP

H22:00
>> Tony Allotta performing art [alle performances], Er Baghetta [ai disegnini] e alcun* special guest d’eccezione [ai colpi di scena], vi aspettano per uno spettacolo interattivo che nasce sul palco e finisce su carta. Grazie al superpotere dei fumetti, della visibilità e dell’ironia due bianconigli in ritardo promettono di esorcizzare ogni imbarazzo e di trasformare l’HIV in un tema che sprigiona potere, e che tanto eroticamente quanto politicamente, unisce anziché dividere.

>> proiezione succulente concesse da Alberto D’Amico e Annalisa Corsi

H23:30
>> DJ-Set delle Meraviglie a cura delle Atlantidee.
suoneranno per voi:
*Toolhips – elettroshock
*missTitillo – sexy beaStz
TRAGS – live show
Absque – elettrowow

Inoltre banchetti informativi di PLUS – Onlus Persone LGBT SieropositiveNon Una Di Meno Bologna
***benefit a sostegno delle compagne di Perugia
https://liberetutte.noblogs.org/…/6-denunce-a-perugia-per-…/
con stampe originali a cura di
Percy Bertolini e Antonia Athena Leali

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Appuntamenti sabato 27 gennaio!

Non sai cosa fare questo sabato? Non sai come iniziare questo dicembre?

Noi sì! Ci sono due importantissimi appuntamenti per inziare favolosamente questo dicembre: Festa MigraBO – Oltre il giardino di genere e confini, appuntamento di incontro con e tra migrant* e rifugiat* lgbti, e Coniglie Bianche alle Frociate, in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS Conigli Bianchi e Consultoria TransFemminista Queer per la prima volta insieme!

Come faremo noi? Ma è chiaro: grazie al potere dell’ubiquità che contraddistingue noi transfrocecyborg  Ci vediamo di qua e di là! Stay tuned!

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Slogan e canzoni per il corteo di domani!!!

 

1 INSIEME SIAM PARTITE, INSIEME RESTEREMO
NON UNA, NON UNA, NON UNA DI MENO

2 SIAMO MAREA / CHE NON SI FERMERA’ / VOGLIAMO DIRITTI E LIBERTÃ

3 (occhi di gatto)
A-a-a-Agitazione
Pe-pe-pe/pe-Permanente
sui nostri corpi non farai niente
noi siamo in lotta noi siamo tante
a-a-a-Agitazione
Pe-pe-pe/pe-Permanente
col tuo governo nessuno contratto
ci ribelliamo al vostro ricatto…

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