Chi ci vuole affondare, ci farà debordare

Chi ci vuole affondare, ci farà debordare

Il sonno della politica genera sgomberi

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E’ ormai evidente che il governo di Bologna è stato commissariato dalla Procura. L’avviso di sgombero con ultimatum a 5 giorni affisso con lo scotch sulla porta di Atlantide giovedì 1 ottobre si inserisce perfettamente in questo inquietante quadro, che va dall’indagine per il riallaccio dell’acqua alle occupazioni abitative alla pioggia di sproporzionate misure cautelari preventive ai danni di tante attiviste e attivisti.

Ieri mattina, venerdì, abbiamo interrotto il Consiglio Comunale per reclamare una risposta politica dal sindaco che ha firmato quell’avviso. A mezzo stampa, Merola ci ha candidamente risposto: “Qui di politico non c’è più niente. Io sono il sindaco e non posso inseguire i sogni, adesso devo sgomberare”.

I nostri (bi)sogni sono evidentemente molto diversi da quelli di chi pratica il pinkwashing sulle unioni civili e poi sgombera le froce che praticano l’autogestione. Di chi parla di accoglienza mentre manganella i rifugiati che non stanno all’interno dei suoi programmi di “integrazione”. Di chi concede agibilità a soggetti omofobi, sessisti e razzisti negli spazi pubblici (No194, Sentinelle, Salvini &co), avvallando l’accanimento delle destre contro donne, gay, lesbiche, trans e persone che cercano di attraversare i confini. Non esistono “ruspe democratiche”.

Noi infatti sappiamo che la “legalità”, ormai unica parola d’ordine da destra a sinistra, è solo la continuazione della politica con altri mezzi: è un modo per nascondere scopi politici reazionari dietro all’astratta e fittizia neutralità della legge e mettere al bando tutte le forme di vita che non si adeguano ai processi di assimilazione neoliberale.

A Bologna, laboratorio storico della sussidiarietà, il PD costringe da tempo ogni forma di iniziativa sociale a diventare o una start up o un servizio fondato sul lavoro gratuito. Prospettive che Atlantide ha sempre rifiutato. La nostra mobilitazione ha provato a smontare la logica dei bandi, conducendo l’amministrazione a sottoscrivere un documento formale in cui si riconosceva Atlantide in quanto realtà autogestita. Era proprio su queste basi che un anno fa si apriva un percorso di confronto con il settore Cultura, perché abbiamo intravisto la possibilità di un’innovazione nel rapporto tra esperienze sociali autogestite e istituzioni.

Ora questa strada è stata brutalmente interrotta. Volenti o nolenti, il sindaco e la giunta si dovranno assumere la responsabilità della violenta chiusura di uno spazio storico di froce, lesbiche, trans e femministe. Non sarà affatto una campagna elettorale tranquilla.

Siamo sicure, del resto, che gli sbandierati servizi sociali di quartiere che dovrebbero urgentemente insediarsi al posto di Atlantide avranno lo stesso destino del centro anziani e dell’asilo nell’ex convento di Santa Marta o delle aule studio negli spazi di Bartleby in San Petronio Vecchio, per citare solo alcuni recenti esempi: l’inesistenza. Dopo il nostro sgombero, il Cassero di Porta Santo Stefano resterà vuoto per anni, o per sempre, come è accaduto a tutti gli spazi occupati sgomberati in questa città.

Ma se vogliono Atlantide “libero da cose e persone”, la troveranno piena di cose e persone libere. Orde di checche furibonde, di femministe perverse, di lesbiche guerriere, di trans* indisciplinat* e di punks senza etichette deborderanno in ogni quartiere.

Atlantide resta. Atlantide è ovunque.

Invitiamo tuttu a partecipare ai prossimi appuntamenti:

questa sera, sabato 3 ottobre, dalle ore 22, concerti @ Atllantide, piazza di Porta Santo Stefano 6;

domenica 4 ottobre, “L’ultima volta non arriva mai! Fest”, dalle ore 17.00 alle 21 @ Atlantide, piazza di Porta Santo Stefano 6;

lunedì 5 ottobre, assemblea cittadina, alle 20.30 alla Palazzina della Biblioteca delle Donne, via del Piombo 5.

Le Atlantidee

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Atlantide sotto sgombero

A breve uscirtà un comunicato delle Atlantidee: seguiteci sul blog atlantideresiste.noblogs.org  Stay tuned!

Qui il comunicato distribuito ieri in consiglio comunale.

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Questo l’avviso affisso sulla porta di Atlantide il pomeriggio di giovedi’ 1 ottobre, firmato dal sindaco Virginio Merola, proprio mentre incontravamo l’assessore alla cultura Alberto Ronchi per continuare a mettere a punto il progetto per il nuovo spazio.

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Atlantide r-esiste: #Atlantide ovunque

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Leggere SCUM oggi – per una lettura transfemminista di Valerie Solanas

Il 29 Maggio abbiamo ospitato ad Atlantide il Bozza Battonz Cabaret , rivisitazione del manifesto Scum di Valerie Solanas. Durante l’estate che sta finendo ci siamo prese il tempo per riflettere, e continueremo a farlo, su cosa significa rileggere oggi il Manifesto Scum, con il suo invito a “distruggere il sesso maschile”.

Per noi le parole di Valerie Solanas sono un invito a distruggere la maschilità egemone, non certo ad uccidere – fisicamente o simbolicamente – tutti i maschi comunque intesi.

Questo non perché abbiamo particolarmente a cuore di non offendere la sensibilità dei maschi etero “feminist friendly” o dei maschi che, per la loro posizione di classe o di razza o di orientamento sessuale o altro, si trovano un po’ più in basso o anche molto più in basso nella scala sociale rispetto ai maschi bianchi borghesi.

Piuttosto, perché pensiamo che tutt* siamo implicate, in misure e in modi diversi, direttamente o indirettamente, nella costruzione della maschilità egemonica: il che vuol dire che siamo tutt* potenzialmente complici ma anche tutt* potenzialmente in condizione di fare qualcosa per decostruire questa stessa maschilità e per denaturalizzare il binarismo dei sessi e dei generi su cui si basa.

Per noi nessun* è a priori un* compagn* e nessuno è a priori un nemico solo in base al suo posizionamento strutturale nella scala dei privilegi sociali di genere, razza, classe, orientamento sessuale e quant’altro. Piuttosto, riconosciamo come compagn* coloro che sono dispost* a riconoscere la parzialità del proprio posizionamento – qualunque esso sia – e la propria implicazione nelle gerarchie di potere fra “uomini” e “donne” o fra cosiddette “maggioranze” e “minoranze” sessuali: coloro che sono capaci di rendersi conto dei privilegi di cui – anche loro malgrado – godono a causa del loro posizionamento e che, nelle varie situazioni, fanno attivamente qualcosa per smarcarsene. Qualcosa di più dell’autoflagellazione retorica.

Chiaramente, non tutti i posizionamenti sono uguali, e un maschio eterosessuale ha molta più probabilità di essere complice e molta meno probabilità di riconoscere davvero i propri privilegi e smarcarsene. Ma esistono altre forme di maschilità, altri modi di identificarsi in segni, indumenti, parole e modi di abitare il corpo che nella nostra cultura vengono convenzionalmente definiti “maschili”.

Nella nostra visione, le maschilità trans e butch non sono certo parte della maschilità da uccidere, anzi fanno parte del processo di distruzione della maschilità egemone, non fosse altro che per il fatto che sfidano il diritto di esclusiva che gli assegnati maschi pensano di avere su di essa, e la sua presunta naturalità.

Tutto questo è iscritto fin dall’inizio nella storia del Laboratorio Smaschieramenti, e per noi è parte imprescindibile di una politica transfemminista.

Tutte le soggettività che reclamano maschilità non conformi per se stess* contaminano l’immagine dell’ideale maschile egemonico e quindi sono già una risposta all’appello di Solanas. Un appello apparentemente misantropico, che risponde al contesto della sua esperienza di vita: da un lato la propria scrittura silenziata e censurata in un sistema di produzione culturale estremamente misogino, al quale S.C.U.M. risponde ad alta voce; dall’altro la vita di una soggettività che mai si è conformata al desiderio maschile egemone nonostante l’estrema violenza con cui questo ha tentato di imporsi.

Le performance di genere, come i testi, sono sempre incarnate e situate, e le maschilità vengono riprodotte secondo differenziali di poteri che creano gerarchie interne e diversi assi di dominanza. La maschilità non nasce monolitica né egemone, ma è invece continuamente sostenuta come tale attraverso un lavoro di sorveglianza dei confini che esclude non solo le femminilità ma anche le maschilità subordinate.

Per noi “distruggere il sesso maschile” significa liberare la maschilità e consentirne la riappropriazione da parte dei soggetti che di norma non potrebbero incarnarla. Una riappropriazione che è spesso anche una risignificazione, se non altro per il fatto di essere incarnata da corpi non autorizzati a farlo, con tutto quello che questo comporta, oltre che per la scelta consapevole fatta da tant* compagn* butch, ftm e ft* di non riprodurre il modello maschile dominante.

Bozza Battonz Cabaret è un lavoro teatrale prodotto da attiviste che si riconoscono nell’ambito del transfemminismo: pur avendo apprezzato lo spettacolo, molto divertente e ben fatto, ci chiediamo come mai non nomini e non riconosca il valore dei percorsi di costruzione di maschilità altre che i nostri compagni trans ftm e ft* hanno pagato e continuano a pagare a un cosi’ alto prezzo di discriminazione, infantilizzazione e patologizzazione.

Per di più sappiamo che gli ftm e le lesbiche portatrici di “maschilità femminili” troppo evidenti hanno incontrato ostilità e rifiuto non solo nel mondo eteronormativo, ma a volte anche in ambienti femministi e lesbofemministi: per questo rischia di diventare particolarmente problematico, volendo rileggere il manifesto SCUM oggi, tacere proprio su questo punto.

E per questo scriviamo questo post, che rappresenta un contributo e una riflessione critica che vogliamo condividere con le Battonz, con le spettatrici e gli spettatori passati e futuri di questo spettacolo e con tutte le compagne/u/i/*/#/° transfemministe e queer.

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29 luglio – 2 agosto 2015: Campeggia queer

Qui il programma, i materiali e le informazioni pratice per partecipare alla Campeggia queer dal SomMovimento NazioAnale.

Il ricavato della festa del 17 luglio ad Atlantide servirà a finanziare la Campeggia.

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Sempre e ovunque, favolosamente antifa!

Il Laboratorio Smaschieramenti aderisce al presidio lanciato dal Nodo Sociale Antifascista, per sabato 11 luglio, alle ore 9, in piazza del Nettuno. Saremo in piazza per ribadire che nessuna agibilità politica può essere concessa alle formazioni neofasciste e denunciare il complice silenzio delle istituzioni cittadine. 
La preoccupante riorganizzazione delle destre cattofasciste, fenomeno in espansione in tutta Europa, si radica nella cronicizzazione della crisi economica e delle misure di austerity. Politiche che, creando un terreno fertile per retoriche sessiste, razziste e nazionaliste, tendono alla frammentazione e alla divisione dei soggetti marginalizzati. Nei fatti, i tentativi di riorganizzazione neofascisti si fondano sull’attacco all’autoderminazione di migranti, donne, froce, lesbiche e trans e al nostro diritto di scegliere sui nostri corpi e i nostri piaceri. Negli scorsi mesi, prima le Sentinelle in piedi e poi i No194 ci hanno mostrato la saldatura tra le destre neofasciste e i tentativi di reimposizione di un modello di famiglia naturalizzato, fondato sull’eterosessualità normativa e riproduttiva in una cornice nazionalista e razzista.
 
Le  lotte transfemministe queer sono da sempre impegnate a contrastare  l’avanzata delle destre neofasciste e a smascherare tutte le forme di  fascismo che ogni giorno opprimono le nostre vite. In questi mesi, anche a Bologna, abbiamo saputo rispondere alle provocazioni agendo pratiche di frivolezza tattica che hanno reso visibile un altro modo di concepire la politica, di vivere le relazioni, i generi e la sessualità.
Desideriamo continuare a sperimentare collettivamente strategie di resistenza a questi attacchi razzisti e transomofobi, attivando immaginari e coltivando pratiche che sostengano i nostri percorsi di autodeterminazione, consapevoli che questa riguarda sia le possibilità di trasformare e abitare il nostro corpo come vogliamo, sia la libertà di dimorare dove abbiamo scelto e di spostarci altrove. 
L’urgenza di articolare una nuova e gioiosa grammatica politica antifascista che sappia essere inclusiva e che possa creare inedite e transnazionali alleanze tra i vari movimenti sociali sarà al centro dei dibattiti che animeranno la prossima campeggia transfemministaqueer estiva, a cui invitiamo tutte/i.
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#moltopiùdi194 – domani mattina di buon’ora in piazza contro gli antiabortisti

Sabato 13 giugno scenderemo in piazza contro le iniziative dei no-choice, in difesa del diritto a interrompere una gravidanza e della possibilità per ogni donna di decidere della propria vita, per la libertà delle scelte riproduttive, sessuali, affettive di tutte e tutti.
I molestanti del Comitato No194 hanno annunciato che non manifesteranno più davanti all’Ospedale Maggiore, ma hanno confermato la loro presenza in città rilanciando il loro appuntamento nazionale in una piazza non ancora specificata, ma che sarà certamente nel pieno centro di Bologna.

L’abbiamo già detto e lo ribadiamo: ci saremo anche noi e saremo ovunque!

L’appuntamento per tutte le favolose surfiste dell’autodeterminazione è per sabato 13 giugno 2015, in piazza del Nettuno, alle ore 7.30.
Da lì, ci muoveremo insieme, a cavallo delle nostre scope, pardon, delle nostre onde, per dire che vogliamo molto di più della 194!

::: vogliamo :::

♥ autodeterminazione

♥ salute sessuale

♥ abolizione dell’obiezione di coscienza alla 194

♥ consultori sempre aperti e laici

♥ accesso alla pillola del giorno dopo e alla RU486

♥ no-choice fuori dagli ospedali e dalle farmacie

♥ un’educazione non binaria

♥ una cultura che vada oltre l’obbligo alla riproduzione della famiglia eterosessuale

Consapevoli che le lotte di autodeterminazione riguardano il diritto a trasformare e abitare il nostro corpo come vogliamo, così come la libertà di dimorare nel luogo che abbiamo scelto e di spostarci altrove,
sabato saremo anche alla manifestazione regionale delle e dei migranti che partirà alle 14 da piazza dell’Unità, contro il razzismo istituzionale, per il permesso di soggiorno minimo europeo di due anni.
https://www.facebook.com/events/1431445237165066/

Siamo una favolosa coalizione antifascista di gruppi, associazioni, collettivi e singole femministe, queer, trans, lesbiche, gay e transfemministe.
Unisciti a noi!

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Molto più di 194!

Pubblichiamo  il comunicato stampa della partecipata assemblea #Moltopiùdi194, che si è svolta lo scorso mercoledì sera al Centro delle donne di via del Piombo, per discutere del percorso di mobilitazione contro l’arrivo del comitato NO194 a Bologna e dell’ordinanza che la Prefettura sta preparando a questo proposito. I prossimi appuntamenti sono assemblea organizzativa martedì 9 giugno alle 21 al Centro delle donne di via del Piombo 7 e il laboratorio creativo in piazza Nettuno mercoledì 10 giugno alle 18.30.

I messaggi apparsi questa notte in alcuni luoghi "sensibili" della città, come consultori e ospedali e la sede del Movimento per la vita.

I messaggi apparsi questa notte in alcuni luoghi “sensibili” della città, come consultori e ospedali e la sede del Movimento per la vita.

 

Siamo una Favolosa Coalizione di gruppi, associazioni, collettivi e singole femministe, transfemministe, queer, trans, lesbiche e gay. Il 19 aprile, in piazza Santo Stefano, le abbiamo cantate alle sentinelle in piedi, ed ecco che una nuova sortita degli ultracattofascioconservatori ci spinge a tornare in piazza.

Il comitato “no194” ha annunciato l’intenzione di manifestare il 13 giugno, per nove ore, davanti all’ospedale maggiore di Bologna contro il diritto di interrompere una gravidanza non desiderata.
Abbiamo poi appreso che, per impedire questa iniziativa, la prefettura sta preparando un’ordinanza che vieterà indiscriminatamente qualunque manifestazione politica in prossimità di luoghi ritenuti “sensibili”, come ospedali pubblici e privati, ma anche campi sinti e rom (!). Non ne siamo affatto felici, né consideriamo questa ordinanza un successo politico. Questo provvedimento ci sembra invece funzionale a ridurre le pratiche del dissenso, a normalizzare le tensioni sociali, a costruire uno spazio pubblico apparentemente liscio e pacificato, a trasformare le questioni politiche in questioni di ordine pubblico.

Da femministe e transfemministe sappiamo bene che gli ospedali non sono affatto un luogo neutro perché la salute è da sempre un terreno di scontro politico.

Gli ospedali sono già abitati dal conflitto: lo sono ogni volta che una donna che vuole abortire incontra un medico obiettore, ogni volta che le viene negata la pillola del giorno dopo, ogni volta che una persona trans deve sottostare a un protocollo medico e burocratico deciso da altri, ogni volta che un* bambin* intersex viene sottoposto a interventi chirurgici inutili e dannosi per “normalizzare” i suoi genitali o per rimuovere le sue gonadi, ogni volta che qualunque paziente, per qualunque ragione, viene infantilizzat* e privat* del diritto a scegliere e autodeterminarsi.

Non faremo battaglie di retroguardia nel campo della libertà delle scelte riproduttive, sessuali, affettive. Scenderemo in piazza contro l’iniziativa dei prolife, in difesa del diritto a interrompere una gravidanza e della possibilità per ogni donna di decidere della propria vita. Ma vogliamo molto di più della legge 194.

Vogliamo combattere la piaga dell’obiezione, che consente a medici e infermieri di sottrarsi al dovere di erogare assitenza sanitaria alle donne che decidono di abortire, vogliamo parlare della difficoltà di accedere alla contraccezione di emergenza e all’aborto farmacologico – la pillola RU486, è al momento disponibile solo in alcune parti d’Italia -, vogliamo riattivare un discorso pubblico sulla sessualità e la salute ripensando la funzione dei consultori e avviando nuove sperimentazioni di neomutualismo.

Insieme combattiamo l’imperativo morale e sociale della riproduzione cosiddetta “naturale”, l’idea che il nostro destino sia riprodurci e che se non lo facciamo non siamo complete, l’idea che l’unico luogo legittimo per fare figli sia la famiglia nucleare eterosessuale, che l’unica sessualità “normale” sia quella etero e penetrativa, e che comunque è sempre meglio non parlarne apertamente, specialmente alle/ai più giovani. In questo senso vediamo una chiara continuità, che vogliamo sottolineare, nel tipo di società propagandato dalle varie sentinelle, manif pour tous, nogender, vogliolamamma e no194.

Non vogliamo sopravvalutare la capacità di proselitismo o di orientamento del dibattito pubblico da parte di questi gruppi, ma non possiamo non re-agire agli attacchi che le donne, le lesbiche, le trans, i trans e le froce ricevono costantemente da più fronti. Tentano di patologizzarci, di “sequestrarci” i corpi, di negare la nostra stessa esistenza, ovvero l’esistenza di tutte le forme di vita e soggettività che eccedono l’eterosessualità obbligatoria, schiacciando di nuovo, dopo quarant’anni di lotte, il ruolo della donna sulla figura della madre e della moglie “sottomessa”, da mettere sotto tutela, negandoci la possibilità di compiere scelte autonome sulla nostra vita e il nostro corpo.

Questo era l’incubo totalitario della società fascista, questo è l’immaginario degli attuali ultracattofascioconservatori, questa è la tentazione che si ripropone in un momento di crisi e di ristrutturazione anche dei ruoli di genere.

Il 13 giugno avremmo voluto organizzarci per partecipare alla manifestazione regionale delle e dei migranti per il permesso di soggiorno minimo di due anni, alla quale aderiamo attivamente, consapevoli dei nessi razzisti e nazionalisti che legano la Bossi-Fini e il delirio dei no194, i quali sostengono che “la 194 è peggio delle leggi razziali” per relativizzare la gravità storica del nazifascismo e legittimare il razzismo di ieri e di oggi. Consapevoli che le lotte di autodeterminazione riguardano il diritto a trasformare e abitare il nostro corpo come vogliamo, così come la libertà di dimorare nel luogo che abbiamo scelto e di spostarci altrove.

Invitiamo tutti e tutte all’assemblea organizzativa martedì 9 giugno alle 21 al Centro delle donne di via del Piombo 7 e al laboratorio creativo in piazza Nettuno mercoledì 10 giugno alle 18.30 per costruire insieme delle pratiche gioiose, autodeterminate, desideranti che consentano anche il 13 giugno, davanti all’ospedale Maggiore, un protagonismo delle soggettività che sono direttamente sotto attacco, in continuità con le pratiche creative e comunicative che hanno caratterizzato decenni di lotte contro le strumentalizzazioni politiche sul corpo delle donne, dalla mobilitazione contro l’ingresso degli antiabortisti nel consultorio di Zola Predosa ai presidi contro i seguaci del fu Don Benzi al sant’Orsola, fino alla piazza contro le sentinelle del 19 aprile scorso.

Assemblea ‪#‎Moltopiùdi194‬ del 3 giugno 2015

 

per info: coalizionelgbtbologna[chiocciola]gmail.com

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Assemblea pubblica verso il 13 giugno, contro l’iniziativa degli antiabortisti a Bologna

Sabato 13 giugno gli ultracattolici “no 194” si ritroveranno all’Ospedale Maggiore per chiedere l’abrogazione della legge 194/1978, con nove ore di preghiera contro la libertà di scelta, contro l’aborto libero, sicuro, gratuito.
Dicono che verranno a Bologna “perché agevole da raggiungere” e noi renderemo disagevole la loro presenza. Rivendichiamo una storia di lotte femministe e frocie a favore dell’autodeterminazione dei corpi, delle scelte procreative (e non), delle forme di relazione che desideriamo.

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Bologna non sarà mai agevole per i no 194, per preti-controllori medici-obiettori e no choice, e per qualunque tipologia di formazioni di estrema destra.
Rifiutiamo la provocazione di chi vuole abolire la legge 194/78 e di chi invade luoghi essenziali per la salute e l’autodeterminazione.
Rifiutiamo la presenza di fondamentalisti che molestano le donne, ostacolando di fatto la libera scelta di abortire.

La Coalizione trans-femminista invita tutt*/e/i/ù, all’assemblea pubblica che si terrà mercoledì 3 giugno alle 21 c/o Centro delle Donne, via del Piombo 5.

#Moltopiùdi194
Coalizione trans-femminista, lgbt, queer, antifascista

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Statement of solidarity with Andrea, queer comrade in Budapest

Pubblichiamo di seguito,  in inglese e in italiano, il nostro comunicato di solidarietà all’attivista queer Andrea Giuliano, minacciato di morte da gruppi neonazisti. Qui, potete vedere un’intervista ad Andrea.

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Lab Smaschieramenti (Bologna) sends solidarity to our comrade activist Andrea Giuliano who is living with daily death threats by Hungarian nazi groups. Such threats are supported by a complicit justice system. We support radical and performative forms of protest, like the one Andrea enacted during the 2014 Budapest Pride, when he dressed as a priest with a satirical anti-nazi sign in his hands while carrying a bear flag.
After Andrea’s Pride performance, public death threats were issued on nazi websites. These threats clearly showed photos of his home and work addresses. They even put a price on his head! Some nazis went to his workplace to threaten him in person. He reported them, obviously. But, unexpectedly, the group Nationalist Hearted Motorcyclists––whose motto is the antisemitic “Give Gas”––reported Andrea for defamation, after he defined them as “cock-suckers” with his sign at Pride. We very well know the difference between threatening somebody’s life and the desire to spread fellatio practices among your enemies. The Hungarian justice system seems to be aware of that difference and decided to accelerate the trial against Andrea while deliberately evading a trial against the nazis.
We have been in Budapest for transnational queer meetings; some of us have even lived there and collaborated with Andrea. We are very aware of the general homophobic, xenophobic and far right-wing context, where queer people, Roma people, people of colour, and homeless people resist daily verbal and physical violence.
Andrea’s story is representative of the everyday life our comrades in Hungary. We express our full solidarity with Andrea, with all non-conforming people in Hungary, and with all those targeted by nationalist violence in Hungary: You are not alone, the transnational feminist and queer community is present and we are ready and willing to counteract.
Fewer nazis! More queers!

Lab Smaschieramenti

Solidarietà ad Andrea, compagno queer a Budapest

Il Laboratorio Smaschieramenti, da Bologna, esprime la propria convinta solidarietà all’attivista gay Andrea Giuliano, che vive ogni giorno sotto la minaccia di morte da parte di gruppi nazisti anche grazie alla complicità del sistema giudiziario ungherese.
Supportiamo le forme di protesta radicali e performative, come quella che Andrea ha scelto per il Pride di Budapest nel 2014, vestendosi da prete e sventolando un cartello antinazista satirico e una bandiera degli orsi.
Per questo, Andrea ha ricevuto minacce di morte attraverso siti internet nazisti che hanno pubblicato il suo indirizzo e sue foto personali, della sua casa e del suo posto di lavoro, mettendo persino una “taglia” sulla sua testa!
Alcuni nazisti si sono già presentati sul suo luogo di lavoro per minacciarlo di persona. Lui li ha ovviamente denunciati.
Inaspettatamente, ha però ricevuto a sua volta una denuncia per diffamazione da parte del gruppo Motociclisti dal cuore nazionalista – il cui motto antisemita è “dai gas” -, a causa del cartello che aveva con sé al Pride, in cui si riferiva ai nazi chiamandoli “succhia-cazzi”. Inutile sottolineare la differenza tra minacciare di morte qualcuno e aggredirlo e l’augurare la pratica della fellatio anche ai propri nemici. Anche il sistema giudiziario ungherese sembra comprendere questa differenza, ma come in un mondo alla rovescia, ha deciso di accelerare vorticosamente il processo a carico di Andrea, ostacolando invece il processo contro i neonazi.
Conosciamo Budapest, abbiamo sia partecipato ad assemblee queer transnazionali, sia vissuto in quella città e collaborato personalmente con Andrea nel recente passato. Siamo ben consapevoli del contesto omofobico, xenofobico e di estrema destra, in cui le persone queer, le persone rom, di colore e le/i senza tetto resistono quotidianamente ad attacchi verbali e fisici da parte di neonazisti. La storia di Andrea è estremamente esemplare della vita quotidiana delle nostre compagne e compagni in Ungheria, così come delle altre soggettività eccentriche. Desideriamo raggiungere Andrea e tutt* le altr* con tutta la nostra vicinanza.
Non sei solo, la comunità transnazionale femminista e queer c’è ed è pronta all’azione.
Basta nazi, queer forever!

Lab Smaschieramenti

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