ATLANTIDEOVUNQUE vol.1

Possono murare le porte ma non fermare quello che amiamo fare. Atlantide è ovunque e continua le sue attività, nomadi ed itineranti, verso un nuovo approdo. Venerdi 18 dicembre facciamo scalo, per #AtlantideOvunqueVol.1, a Xm24, con una presentazione/discussione di Ormonautica, progetto in corso della Consultoria Queer, e con un concerto punk, downtown in Osteria, come prima, più di prima, alla nostra maniera.

ATLANTIDEOVUNQUE vol.1
Prepagana Party
Venerdi 18 dicembre 2015
@Xm24 – via Fioravanti 24 – Bologna

>>ore 18.30 – ORMONAUTICA. Dietro le quinte del genere by Consultoria Queer
>>ore 20 – aperitivo
>>ore 21 – presentazione libro:
LA MALORA di J.D.Raudo, Bébert Edizioni
>>ore 22 – concerto Punk Hc con:
Raein + Marnero + RUGGINE

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12 e 13 dic a Bologna GENDER PANIC!

 


Una cospirazione in tre atti impuri
La Favolosa Coalizione invita alla due giorni per immaginare insieme pratiche e strategie per affrontare gli attacchi di cattolici integralisti, fascisti, conservatori di tutti i generi, tagli al welfare e alla sanità, rimettendo al centro corpi, desideri, autodeterminazione.

:::::::::::::::PROGRAMMA::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

12 dicembre ore 18.30 – Barattolo – Via del Borgo di S.Pietro 26/a
Aperitivo Moltopiùdi194

13 dicembre – Centro delle Donne – Via del Piombo 7
9.30 Apertura della giornata
11.00 Workshop I parte
13.30 – 14.30 Pausa Pranzo
14.30 – 17.30 Workshop II parte
18.00 Assemblea plenaria di restituzione dei workshop

::::::::::::::Workshop:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

1) S-family way
Workshop per discutere di tutte le forme di affetto, relazione, responsabilità e cura che non riproducono i canoni della famiglia nucleare basata sull’eterosessualità obbligatoria.
Vogliamo condividere strumenti politici, culturali, giuridici, biotecnologici o “do it yourself” che ci possono aiutare a sostenerle; per parlare di leggi e di tecniche che ci permettono o ci impediscono di concepire un figlio/a ma anche di welfare, reddito, servizi e pregiudizi culturali che ci permettono/impediscono di crescerlo/a, o che ci impediscono di essere riconosciuti come individui adult*, realizzat* e responsabili se decidiamo di non farne. Vogliamo interrogarci criticamente sul privilegio del legame biologico e sull’obbligo alla riproduzione, sulle gerarchie di razza e di classe implicate nell’attuale organizzazione economica e legale delle tecnologie riproduttive, sull’invisibilizzazione delle forme d’affetto non basate sul rapporto di coppia, sui nostri stessi differenti posizionamenti di genere, classe, orientamento sessuale, provenienza.

2) Moltopiùdi194
Di fronte ai continui tentativi istituzionali di ridurre a una questione di ordine pubblico i temi relativi alle soggettività, all’autodeterminazione, alla libertà delle scelte riproduttive, sessuali e affettive, il workshop vuole spostare l’asse della discussione sulle questioni politiche e sulle nostre istanze di trasformazione sociale.
Parleremo della diffusione dell’obiezione, dei sedicenti pro-life, delle difficoltà di accesso alla contraccezione di emergenza e all’aborto farmacologico, della necessità di riattivare un discorso pubblico sulla sessualità e sulla salute, continuando a mettere in crisi, come facciamo già da tempo, l’obbligo sociale alla riproduzione e all’eterosessualità obbligatoria.

3) Occupy gender
La teoria del gender esiste o non esiste?
Il dibattito pubblico innescato dagli attacchi “nogender”, sentinelle in piedi, manif pour tous e co. si è arenato su questo fuorviante dilemma. Usciamone una volta per tutte: se è vero che la teoria del gender non esiste in quanto movimento teorico e accademico unitario, esiste una realtà sociale che di fatto rivendica espressioni di genere non identitarie e non gerarchiche. Noi difendiamo questa realtà, ne facciamo parte, lottiamo contro la subordinazione del genere femminile a quello maschile e per una maggiore autodeterminazione di tutte quelle soggettività che storicamente, in modi diversi ancora oggi, sono considerate un gradino al di sotto del maschio bianco eterosessuale.
Se è questa realtà a venir definita “teoria gender”…la teoria gender esiste: siamo noi!

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15 dic 2015 – #chegeneredicittà

che genere di cittàNella Bologna capitale degli sgomberi, la furia cieca della legalità continua ad abbattersi a colpi di manganello sull’autorganizzazione dei bisogni sociali e la “vacanza” della politica istituzionale è ormai uno stato d’eccezione permanente.
Se è stato importante incontrarsi per discuterne all’indomani dello sgombero di Atlantide, come abbiamo fatto con l’assemblea “Dopo quel muro, che genere di città?” del 21 ottobre, diventa sempre più urgente ritrovarsi per immaginare risposte collettive alla normalizzazione dello spazio pubblico, alla gestione privatistica e autoritaria dei cosiddetti “beni comuni” e al restringimento dell’agibilità politica di tutte e tutti. Oltre la campagna elettorale, oltre la sussidiarietà e la falsa “collaborazione” propagandata da questa ignava amministrazione. Ci vediamo il 15 dicembre, alle ore 20.30, presso il Centro delle donne, in via del Piombo 7.

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Smaschieramenti Senza Tetto

Dopo lo sgombero di Atlantide e in attesa di una nuova casa, le riunioni del Laboratorio Smaschieramenti si stanno svolgendo grazie all’ospitalità di spazi e gruppi solidali:

MER 18 nov al Mit
MER 25 nov alla Sim (Scuola Italiano Migranti di XM24)
MER 2 dic (o un altro giorno di quella stessa settimana) a VAG61
MER 9 dic al Mit
MER 16 dic alla Sim
MER 23 al Vag61

Se volete partecipare al Laboratorio Smaschieramenti, scriveteci: infosmaschieramenti[at]inventati[punto]org

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Atlantide è ovunque: l’effetto farfalla

Gli aggiornamenti sulla mobilitazione di Atlantide (la nostra sede sgomberata il 9 ott 2015) sono su atlantideresiste.noblogs.org

Ripubblichiamo qui da atlantideresiste.noblogs.org solo l’ultimo comunicato politico delle Atlantidee.

Sabato 10 ottobre, corteo per Atlantide. Concentramento in Porta Santo Stefano, h 15.

Venerdì 9 ottobre, in esecuzione di un’ordinanza del Sindaco Virginio Merola, è stato sgomberato con la forza uno spazio autogestito da 17 anni da femministe, lesbiche, trans, gay e punk, un pezzo di cuore per migliaia di persone che lì trovavano una socialità non mercificata e non normata dall’eterosessualità obbligatoria e da pregiudizi razzisti, classisti, e una pratica politica per cercare vie d’uscita collettive dalla precarietà, dall’isolamento, dalla paura. Uno spazio relativamente piccolo, ma che significa molto e che è in rete con tanti collettivi, spazi sociali e associazioni in città, in Italia e nel mondo.
Forse chi ha pensato di sacrificarlo ai propri giochi elettorali ha sottovalutato l’effetto farfalla: un battito di ciglia di una manciata di froce a Porta Santo Stefano ha prodotto una crisi nella politica cittadina e un’ondata di solidarietà debordante.
Lo sgombero di Atlantide ha aperto uno squarcio nella città: è definitivamente caduto il velo della Bologna che si crogiola evocando il suo glorioso passato, la buona amministrazione del PCI e la sua capacità inclusiva. Quest’immagine sfocata, già costruita sulla rimozione della repressione del movimento del ‘77, è oggi del tutto svanita. Certamente, i rimasugli dell’eredità del PCI che oggi governano questa città non avrebbero il coraggio di creare il primo consultorio pubblico gestito dal movimento Trans o il primo centro di aggregazione culturale Gay e Lesbico nel Cassero di Porta Saragozza. Anzi, stanno creando le premesse per distruggerli, minacciando di mettere a bando quegli spazi e quei servizi per affidarli al miglior offerente.
Le recenti amministrazioni cittadine si sono riempite la bocca e le tasche grazie all’immagine di una Bologna fucina di produzioni culturali e musicali indipendenti: nella realtà è che parlano solamente di ciò che riescono a tradurre in moneta e non hanno la benchè minima idea dell’humus culturale che produce tutto questo. L’etica del DIY, del do it yourself, ha sempre trovato terreno fertile a Bologna a partire dai primi punx anarchici che, tra le altre cose, avevano fondato l’Attack Punk records con sede al circolo anarchico Berneri.
Le retoriche di marketing culturale e turistico hanno bisogno di cartoline della Bologna underground e gay da esporre in vetrina, ma non di punk, gay, lesbiche e trans che si autodeterminano. Questi vengono criminalizzati in nome della “legalità”, unica merce politica in circolazione, contesa dalla destra alla sinistra fino al movimento cinque stelle. Nessuna sorpresa se poi, in fatto di legalità, su tutti vince la Procura.
Respingiamo il paternalismo di Merola, che dopo aver riaffermato con la forza le sue “regole”, dice che adesso si può dialogare. Eravamo disposte a dialogare, ma sulla base di un riconoscimento reciproco e in condizioni di parità, e infatti stavamo dialogando, ma il dialogo è stato brutalmente interrotto dallo sgombero.
Respingiamo l’uso populista delle regole che cambiano a seconda dell’interlocutore o dell’umore del più forte, che serve a reprimere il dissenso, a svuotare lo spazio sociale, a trasformare le associazioni in piccole imprese in competizione per le briciole dei finanziamenti pubblici, in comitati elettorali per il padrino di turno, sotto il ricatto del rinnovo della convenzione.
In questi giorni in tanti hanno cercato invano di rinchiudere il senso di Atlantide in poche frasi fatte: non siamo un “circolo lesbico” né tantomeno una “lobby gay”, e neanche un giro di consumo di determinati generi musicali. Atlantide vive al limite della rappresentazione e già da sempre deborda e lacera le strette logiche della lottizzazione delle minoranze. Per questo, nessuno scambio politico sulla nostra esperienza sarà possibile. Non siamo una minoranza da tutelare, nè una sottoculutura a rischio di estinzione.
Oggi scendono in piazza con Atlantide femministe di tutte le generazioni, gli spazi sociali, i movimenti per la casa e i movimenti a sostegno dei migranti e dei rifugiati, associazioni lgbt, tanti singoli e singole solidali. Questa la realtà molteplice di cui siamo parte: una realtà fatta di precarietà, di bisogni sociali ineludibili, che si sta autorganizzando per rispondere alla crisi e all’involuzione nazionalista, xenofoba ed eterosessista che produce. Che risponde all’aggressione neoliberista creando spazi di autogestione, mutualismo, welfare dal basso, riprendendosi il diritto alla casa, al reddito e il diritto a passare i confini. Creando spazi di socialità non mercificata e di sperimentazione libera in una prospettiva transnazioAnale.
Ieri siamo state sgomberate, ma essere “fuori luogo” ci appartiene già: fuori dalla normalità, dalle nostre famiglie di origine eteronormate, dai centri di consumo passivo di città gentrificate. Ma invece di cercare rifugio dal mondo in mondi privati, in case silenziose che ci indebitano, in stanze private che soffocano i nostri desideri eccentrici, abbiamo deciso di debordare ovunque.

Le Atlantidee

Aggiornamenti, comunicati di solidarietà, foto, video, campagne e altro su: altantideresiste.nologs.org

#atlantideovunque

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They Want Us to Drown, They’ll Make Us Overflow

The Slumber of Politics Produces Evictions

(Posted on by atlantideresiste)

By now, it is clear how Bologna’s government has been taken over by the public prosecutor’s office. In the past few months, police have been investigating the municipal administration’s decision to grant the use of running water to residentially occupied buildings. We have witnessed an alarming  number of unjustified restraining orders placed on many local activists. The eviction notice which was scotch taped to Atlantide’s doors on Thursday October 1st gave us 5-days to clear the building. All of which fits perfectly well in this dismal picture.

Yesterday morning, Friday October 2nd, we interrupted the City Council’s Question Time meeting demanding a public and political response from the Mayor who had just signed the eviction notice. After our action, the Mayor candidly spoke to the press, admitting that, “This is no longer political. I am the Mayor, I cannot follow dreams: Now I have to evict you.”

Our needs-&-dreams are extremely different from those of an administration which practices pinkwashing by supporting civil partnerships while at the same time forcefully evicting those queers who practice autonomy and self-management (autogestione). An administration which fills its mouth with empty talk of “welcoming refugees” while at the same time beating those refugees who don’t comply with the city’s guidelines for “integration.” An administration which concedes agency to sexist, racist and homophobic subjects in public space (No 194, Northern League, Sentinelle), avoiding in each of these incidents, to face its political responsibility by hiding itself behind concepts of “legality” and “lawful procedures.” There is no such thing as a “democratic bulldozer.”

We know very well by now that “legality,” today’s rallying cry for parties left and right, is a continuation of politics “in disguise”: It is a way to hide the reactionary political aims behind the alleged neutrality of the law in order to outlaw all those forms of life which resist against the unrelenting processes of neoliberal assimilation.

In Bologna, which is an historical laboratory for privatization (sussidiarietà). For some time, the PD (Democratic Party) forced whatever kind of sprouting social initiative to become either a start-up venture or a service based on free labour. Atlantide has always refused these conditions. Our mobilization tried to unmask this logic; we forced the administration to sign a formal document in which Atlantide is acknowledged as a project based on self-management.  On this basis, one year ago, we decided to start a dialogue with the administration’s cultural sector. We saw the possibility to innovate new forms of the relationship between institutions and self-managed realities.

This dialogue has now been violently interrupted. The Mayor and his Council, whether they like it or not, will have to take responsibility for the violent closure of an historical space of fags, lesbians, trans*, and feminists. This is not going to be a smooth election for them.

Nevertheless, we are sure that whatever social services are so urgently intended to displace Atlantide will meet the same fate of those planned to replace the evicted occupation of Santa Marta, a pension and kindergarten, or of the study rooms in place of Bartleby in Via San Petronio Vecchio (to cite just a few recent examples): They will never exist. After our eviction, the building at Porta Santo Stefano will remain empty for years and years, or forever, just as has happened to all of the evicted occupations in this city.

Though they want Atlantide to be “freed from things and people” (verbatim from the eviction notice), they will find it full of free things and free people. Hordes of furious faggots, perverted feminists, warrior lesbians, unruly trans*, and unlabeled punks will flood every neighborhood.

Atlantide stays. Atlantide is everywhere.

Over the years we have come into contact with many political groups in Italy and elsewhere. We remain dedicated to fostering transfeminist, anticapitalist, d.i.y. activist networks on a national and transnational level. Whether you knew us before or you are just meeting us now your statements and expressions of solidarity with Atlantide and its fabulous, resilient inhabitants, and to the collectives that animate her, please do so by posting a statement on the Atlantide R-esiste Facebook page or by sending an email to atlantideresiste[at]gmail[dot]com. 

Needless to say, every expression of affection and solidarity is deeply appreciated and makes us stronger.

You are all invited to the upcoming events in defence of Atlantide:

Sunday Oct. 4th, “Never a last time! Party”, h 17-21, @ Atlantide, Piazza di Porta Santo Stefano 6;

Monday Oct. 5th, general assembly, h. 20.30, Palazzina della Biblioteca delle Donne, Via del Piombo 5.

Stay tuned on http://atlantideresiste.noblogs.org or Atlantide R-esiste Facebook page.

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Chi ci vuole affondare, ci farà debordare

Chi ci vuole affondare, ci farà debordare

Il sonno della politica genera sgomberi

english version here

E’ ormai evidente che il governo di Bologna è stato commissariato dalla Procura. L’avviso di sgombero con ultimatum a 5 giorni affisso con lo scotch sulla porta di Atlantide giovedì 1 ottobre si inserisce perfettamente in questo inquietante quadro, che va dall’indagine per il riallaccio dell’acqua alle occupazioni abitative alla pioggia di sproporzionate misure cautelari preventive ai danni di tante attiviste e attivisti.

Ieri mattina, venerdì, abbiamo interrotto il Consiglio Comunale per reclamare una risposta politica dal sindaco che ha firmato quell’avviso. A mezzo stampa, Merola ci ha candidamente risposto: “Qui di politico non c’è più niente. Io sono il sindaco e non posso inseguire i sogni, adesso devo sgomberare”.

I nostri (bi)sogni sono evidentemente molto diversi da quelli di chi pratica il pinkwashing sulle unioni civili e poi sgombera le froce che praticano l’autogestione. Di chi parla di accoglienza mentre manganella i rifugiati che non stanno all’interno dei suoi programmi di “integrazione”. Di chi concede agibilità a soggetti omofobi, sessisti e razzisti negli spazi pubblici (No194, Sentinelle, Salvini &co), avvallando l’accanimento delle destre contro donne, gay, lesbiche, trans e persone che cercano di attraversare i confini. Non esistono “ruspe democratiche”.

Noi infatti sappiamo che la “legalità”, ormai unica parola d’ordine da destra a sinistra, è solo la continuazione della politica con altri mezzi: è un modo per nascondere scopi politici reazionari dietro all’astratta e fittizia neutralità della legge e mettere al bando tutte le forme di vita che non si adeguano ai processi di assimilazione neoliberale.

A Bologna, laboratorio storico della sussidiarietà, il PD costringe da tempo ogni forma di iniziativa sociale a diventare o una start up o un servizio fondato sul lavoro gratuito. Prospettive che Atlantide ha sempre rifiutato. La nostra mobilitazione ha provato a smontare la logica dei bandi, conducendo l’amministrazione a sottoscrivere un documento formale in cui si riconosceva Atlantide in quanto realtà autogestita. Era proprio su queste basi che un anno fa si apriva un percorso di confronto con il settore Cultura, perché abbiamo intravisto la possibilità di un’innovazione nel rapporto tra esperienze sociali autogestite e istituzioni.

Ora questa strada è stata brutalmente interrotta. Volenti o nolenti, il sindaco e la giunta si dovranno assumere la responsabilità della violenta chiusura di uno spazio storico di froce, lesbiche, trans e femministe. Non sarà affatto una campagna elettorale tranquilla.

Siamo sicure, del resto, che gli sbandierati servizi sociali di quartiere che dovrebbero urgentemente insediarsi al posto di Atlantide avranno lo stesso destino del centro anziani e dell’asilo nell’ex convento di Santa Marta o delle aule studio negli spazi di Bartleby in San Petronio Vecchio, per citare solo alcuni recenti esempi: l’inesistenza. Dopo il nostro sgombero, il Cassero di Porta Santo Stefano resterà vuoto per anni, o per sempre, come è accaduto a tutti gli spazi occupati sgomberati in questa città.

Ma se vogliono Atlantide “libero da cose e persone”, la troveranno piena di cose e persone libere. Orde di checche furibonde, di femministe perverse, di lesbiche guerriere, di trans* indisciplinat* e di punks senza etichette deborderanno in ogni quartiere.

Atlantide resta. Atlantide è ovunque.

Invitiamo tuttu a partecipare ai prossimi appuntamenti:

questa sera, sabato 3 ottobre, dalle ore 22, concerti @ Atllantide, piazza di Porta Santo Stefano 6;

domenica 4 ottobre, “L’ultima volta non arriva mai! Fest”, dalle ore 17.00 alle 21 @ Atlantide, piazza di Porta Santo Stefano 6;

lunedì 5 ottobre, assemblea cittadina, alle 20.30 alla Palazzina della Biblioteca delle Donne, via del Piombo 5.

Le Atlantidee

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Atlantide sotto sgombero

A breve uscirtà un comunicato delle Atlantidee: seguiteci sul blog atlantideresiste.noblogs.org  Stay tuned!

Qui il comunicato distribuito ieri in consiglio comunale.

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Questo l’avviso affisso sulla porta di Atlantide il pomeriggio di giovedi’ 1 ottobre, firmato dal sindaco Virginio Merola, proprio mentre incontravamo l’assessore alla cultura Alberto Ronchi per continuare a mettere a punto il progetto per il nuovo spazio.

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Atlantide r-esiste: #Atlantide ovunque

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Leggere SCUM oggi – per una lettura transfemminista di Valerie Solanas

Il 29 Maggio abbiamo ospitato ad Atlantide il Bozza Battonz Cabaret , rivisitazione del manifesto Scum di Valerie Solanas. Durante l’estate che sta finendo ci siamo prese il tempo per riflettere, e continueremo a farlo, su cosa significa rileggere oggi il Manifesto Scum, con il suo invito a “distruggere il sesso maschile”.

Per noi le parole di Valerie Solanas sono un invito a distruggere la maschilità egemone, non certo ad uccidere – fisicamente o simbolicamente – tutti i maschi comunque intesi.

Questo non perché abbiamo particolarmente a cuore di non offendere la sensibilità dei maschi etero “feminist friendly” o dei maschi che, per la loro posizione di classe o di razza o di orientamento sessuale o altro, si trovano un po’ più in basso o anche molto più in basso nella scala sociale rispetto ai maschi bianchi borghesi.

Piuttosto, perché pensiamo che tutt* siamo implicate, in misure e in modi diversi, direttamente o indirettamente, nella costruzione della maschilità egemonica: il che vuol dire che siamo tutt* potenzialmente complici ma anche tutt* potenzialmente in condizione di fare qualcosa per decostruire questa stessa maschilità e per denaturalizzare il binarismo dei sessi e dei generi su cui si basa.

Per noi nessun* è a priori un* compagn* e nessuno è a priori un nemico solo in base al suo posizionamento strutturale nella scala dei privilegi sociali di genere, razza, classe, orientamento sessuale e quant’altro. Piuttosto, riconosciamo come compagn* coloro che sono dispost* a riconoscere la parzialità del proprio posizionamento – qualunque esso sia – e la propria implicazione nelle gerarchie di potere fra “uomini” e “donne” o fra cosiddette “maggioranze” e “minoranze” sessuali: coloro che sono capaci di rendersi conto dei privilegi di cui – anche loro malgrado – godono a causa del loro posizionamento e che, nelle varie situazioni, fanno attivamente qualcosa per smarcarsene. Qualcosa di più dell’autoflagellazione retorica.

Chiaramente, non tutti i posizionamenti sono uguali, e un maschio eterosessuale ha molta più probabilità di essere complice e molta meno probabilità di riconoscere davvero i propri privilegi e smarcarsene. Ma esistono altre forme di maschilità, altri modi di identificarsi in segni, indumenti, parole e modi di abitare il corpo che nella nostra cultura vengono convenzionalmente definiti “maschili”.

Nella nostra visione, le maschilità trans e butch non sono certo parte della maschilità da uccidere, anzi fanno parte del processo di distruzione della maschilità egemone, non fosse altro che per il fatto che sfidano il diritto di esclusiva che gli assegnati maschi pensano di avere su di essa, e la sua presunta naturalità.

Tutto questo è iscritto fin dall’inizio nella storia del Laboratorio Smaschieramenti, e per noi è parte imprescindibile di una politica transfemminista.

Tutte le soggettività che reclamano maschilità non conformi per se stess* contaminano l’immagine dell’ideale maschile egemonico e quindi sono già una risposta all’appello di Solanas. Un appello apparentemente misantropico, che risponde al contesto della sua esperienza di vita: da un lato la propria scrittura silenziata e censurata in un sistema di produzione culturale estremamente misogino, al quale S.C.U.M. risponde ad alta voce; dall’altro la vita di una soggettività che mai si è conformata al desiderio maschile egemone nonostante l’estrema violenza con cui questo ha tentato di imporsi.

Le performance di genere, come i testi, sono sempre incarnate e situate, e le maschilità vengono riprodotte secondo differenziali di poteri che creano gerarchie interne e diversi assi di dominanza. La maschilità non nasce monolitica né egemone, ma è invece continuamente sostenuta come tale attraverso un lavoro di sorveglianza dei confini che esclude non solo le femminilità ma anche le maschilità subordinate.

Per noi “distruggere il sesso maschile” significa liberare la maschilità e consentirne la riappropriazione da parte dei soggetti che di norma non potrebbero incarnarla. Una riappropriazione che è spesso anche una risignificazione, se non altro per il fatto di essere incarnata da corpi non autorizzati a farlo, con tutto quello che questo comporta, oltre che per la scelta consapevole fatta da tant* compagn* butch, ftm e ft* di non riprodurre il modello maschile dominante.

Bozza Battonz Cabaret è un lavoro teatrale prodotto da attiviste che si riconoscono nell’ambito del transfemminismo: pur avendo apprezzato lo spettacolo, molto divertente e ben fatto, ci chiediamo come mai non nomini e non riconosca il valore dei percorsi di costruzione di maschilità altre che i nostri compagni trans ftm e ft* hanno pagato e continuano a pagare a un cosi’ alto prezzo di discriminazione, infantilizzazione e patologizzazione.

Per di più sappiamo che gli ftm e le lesbiche portatrici di “maschilità femminili” troppo evidenti hanno incontrato ostilità e rifiuto non solo nel mondo eteronormativo, ma a volte anche in ambienti femministi e lesbofemministi: per questo rischia di diventare particolarmente problematico, volendo rileggere il manifesto SCUM oggi, tacere proprio su questo punto.

E per questo scriviamo questo post, che rappresenta un contributo e una riflessione critica che vogliamo condividere con le Battonz, con le spettatrici e gli spettatori passati e futuri di questo spettacolo e con tutte le compagne/u/i/*/#/° transfemministe e queer.

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